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23 Aprile 2025 - 09:01
Edwin Badea
Non ci sta la Consulta degli Stranieri del Comune di Ivrea a vedere ridotto il fenomeno complesso del disagio giovanile a una questione di origine etnica. Dopo le ultime ricostruzioni mediatiche sul tema della sicurezza urbana, che implicitamente o esplicitamente collegano l’illegalità giovanile alla presenza di minori di origine straniera, l’organismo consultivo lancia un messaggio chiaro: “Basta etichettare i ragazzi stranieri come capri espiatori di un problema che riguarda tutta la comunità.”
In un comunicato firmato dal presidente Edwin Badea, la Consulta esprime “profonda preoccupazione per il rischio di semplificazioni narrative e derive xenofobe”, e respinge al mittente ogni tentativo di strumentalizzare politicamente episodi di microcriminalità. “Non si può pensare di affrontare il disagio sociale con titoloni che colpiscono sempre gli stessi bersagli, alimentando sfiducia, paura e discriminazione.”
Il documento mette i puntini sulle "i": il disagio adolescenziale va compreso nel contesto della crescita, della costruzione dell’identità, delle fragilità familiari, dell’assenza di spazi educativi e della marginalità sociale, che non riguarda certo solo chi ha un cognome straniero o una cittadinanza non italiana.
“È miope e pericoloso – si legge nel testo – attribuire una responsabilità etnica a comportamenti devianti che in realtà trovano terreno fertile in un tessuto sociale impoverito, disgregato, spesso privo di strumenti di ascolto e prevenzione.”
Già nella seduta del 5 febbraio 2025, la Consulta aveva portato all’attenzione dell’amministrazione il tema del crescente disagio tra i minori stranieri di seconda e terza generazione. Un segnale rimasto, evidentemente, inascoltato. Ora la presa di posizione arriva con forza, e chiama in causa anche la politica locale: “Serve una cabina di regia sociale vera, non un tribunale mediatico permanente contro gli stranieri.”
La Consulta ribadisce la propria disponibilità a collaborare con l’amministrazione comunale, i servizi sociali, le scuole, le forze dell’ordine e le associazioni del territorio per costruire politiche di prevenzione, inclusione e coesione, fondate non sulla paura, ma sul rispetto e sul dialogo.
E lancia una stoccata finale, rivendicando il ruolo spesso invisibile ma fondamentale della comunità straniera nel tessuto quotidiano della città: “Non dimentichiamoci che tanti servizi, a partire dall’assistenza agli anziani, si reggono sulle spalle degli ‘invisibili’. Se oggi Ivrea non è al collasso, è anche grazie a loro.”
Un invito, nemmeno troppo velato, a smettere di guardare ai giovani stranieri come una “minaccia” e a iniziare a considerarli per quello che sono: ragazzi come tutti gli altri, con gli stessi sogni, gli stessi limiti e le stesse possibilità, se solo qualcuno gliele offre.
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La "Consulta degli stranieri" è un organismo di partecipazione voluto dal Comune di Ivrea dal lontano 2014, con i seguenti obiettivi:
Composizione Consulta. Presidente: Edwin Badea (cittadinanza rumena). Vicepresidente Maria Janga (Associazione Dorul). Nel direttivo: Halima El Morsli (Associazione Shorouk Aurora), Namik Muha(cittadinanza albanese), Mirela Popa (cittadinanza rumena), Armando Michelizza(Associazione Ass. Volontari Penitenziari "Tino Beiletti"), Davide Rodda - Consorzio IN.RE,TE.
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