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Addio a Gianni Rigodanza, giornalista e scrittore. Ha raccontato la storia di Caselle Torinese

Oggi, sabato 19 aprile, i funerali

Addio a Gianni Rigodanza, giornalista e scrittore. Ha raccontato la storia di Caselle Torinese

Addio a Gianni Rigodanza, giornalista e scrittore. Ha raccontato la storia di Caselle Torinese

Giornalista, scrittore, appassionato custode della storia di Caselle. Gianni Rigodanza è morto nei giorni scorsi, a 93 anni.

Autore di libri come C’era una volta il treno, Caselle e la sua storia, Don Bosco a Caselle, I colori della storia, Caselle, terra di santi e di baroni, Rigodanza ha dedicato la sua vita a raccontare le radici di una città che aveva scelto come casa dell’anima. Caselle non gli aveva dato i natali, ma lui l’aveva amata più di molti nati qui.

La sua passione per la scrittura lo portò negli anni a diventare giornalista, prima come redattore e poi come direttore del mensile “Cose Nostre”, edito dalla Pro Loco di Caselle. È stato uno dei volti più amati e rispettati del giornale, che ha guidato per oltre mezzo secolo, attraversando crisi, cambi di epoca, generazioni diverse.

Nel 1987 fu tra coloro che si batterono per tenere in vita la testata, dopo la tragica morte di Silvio Passera. Si rimboccò le maniche, raccolse intorno a sé nuovi collaboratori, formò un comitato di redazione e portò Cose Nostre fuori dalla tempesta.

“Versatile” lo definisce oggi la redazione. Capace di passare dai numeri del bilancio alle favole di Natale, dalle battaglie per la Filarmonica a quelle per la Biblioteca, sempre con una penna lucida, mai banale, capace di graffiare quando serviva, ma anche di chiudere ogni articolo con una nota di speranza e saggezza.

Aveva ricevuto il titolo di Maestro del lavoro nel 1987, ma per chi lo conosceva è stato prima di tutto un artigiano delle parole, attento, preciso, innamorato della lingua e della sua capacità di tramandare memoria. Non aveva una formazione classica, eppure scriveva con una chiarezza e una sensibilità che non si imparano sui libri, ma si portano dentro.

Pochi giorni prima di morire aveva inviato un messaggio agli amici di redazione per scusarsi dell’assenza alla cena annuale. Aveva parlato di salute, di età. Aveva parlato del futuro del giornale. Aveva scritto: “Il mondo cambia, va avanti, e anche le nostre pagine devono seguire i tempi. Ma per noi devono sempre essere ‘Tempi Nostri’”.

Un addio arrivato quasi in silenzio, proprio mentre l’ultimo numero con la sua firma era pronto per andare in stampa.

Gianni Rigodanza lascia la moglie Salvina Giacoletto, i figli Massimo e Cristina.
I funerali si tengono oggi, sabato 19 aprile, alle 15.30, nella chiesa di Santa Maria a Caselle Torinese.

Con lui se ne va una parte viva della memoria cittadina.
Ma restano le sue parole. E una città che, anche grazie a lui, saprà ricordarsi chi è.

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