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Salute

Piemonte sotto esame: un tasso di mortalità oltre la media nazionale

Un recente rapporto rivela dati allarmanti: Torino guida la classifica per decessi. Fumo, alcol, patologie cardiovascolari e aria inquinata aggravano il quadro. Ora si attende un piano regionale all’altezza della sfida

Piemonte sotto esame

Piemonte in allarme: una crisi sanitaria silenziosa dietro i numeri della mortalità

Il Piemonte si trova a fare i conti con una crisi sanitaria silenziosa ma letale, che colpisce in particolare Torino e le aree urbane più esposte. I dati contenuti in un recente rapporto sanitario regionale parlano chiaro: il tasso di mortalità è più alto rispetto alla media italiana, e non può essere spiegato solo con l’invecchiamento della popolazione. Le cause sono stratificate, ambientali e sistemiche.

Malattie croniche come patologie cardiovascolari, diabete e disturbi respiratori sono tra i principali responsabili. Ogni anno, migliaia di piemontesi muoiono per condizioni che, in molti casi, potrebbero essere prevenute o gestite meglio. Il quadro peggiora se si osservano gli stili di vita dannosi diffusi nella popolazione, come il fumo, il consumo eccessivo di alcol e una dieta sbilanciata, che contribuiscono all’aumento del rischio.

Ma c’è un altro grande colpevole: l’aria che si respira, in particolare a Torino. L’inquinamento atmosferico, tra i peggiori in Italia secondo le rilevazioni dell’ARPA, incide in modo diretto su malattie polmonari e cardiovascolari, alimentando un circolo vizioso tra ambiente e salute pubblica.

Una crisi sanitaria silenziosa

Le falle nel sistema sanitario regionale completano il quadro. L’accesso ai servizi è diseguale, con una distanza ancora troppo marcata tra città e aree interne o montane. I tempi d’attesa restano lunghi, e le campagne di prevenzione, seppur presenti, non raggiungono tutti con la stessa efficacia. La carenza di personale sanitario e la difficoltà nel trattenere giovani medici e infermieri penalizzano ulteriormente la risposta del sistema.

La Regione Piemonte, consapevole della gravità della situazione, ha annunciato un nuovo piano socio-sanitario, che mira a riformare il modello di assistenza. Tra le misure già introdotte ci sono la quarta giornata regionale della prevenzione gratuita, pensata per intercettare precocemente i fattori di rischio, e la creazione di nuove figure professionali dedicate al miglioramento degli ambienti ospedalieri e territoriali.

Tuttavia, esperti e associazioni del settore sottolineano che serve di più: un intervento strutturale, multidisciplinare e capillare, capace di integrare sanità, educazione alla salute, urbanistica e politiche ambientali. Solo così, dicono, si potrà davvero invertire la rotta.

Il futuro della salute pubblica piemontese passa dalla prevenzione, dall’equità di accesso alle cure e da un ambiente più vivibile. Ma anche da un cambio culturale: la promozione di stili di vita sani deve diventare parte integrante del vivere quotidiano, dalla scuola ai luoghi di lavoro.

Quella che oggi è una crisi latente, può diventare l’occasione per un riscatto collettivo. Perché la salute di una regione non si misura solo nei reparti degli ospedali, ma nelle scelte politiche, ambientali e culturali che ogni giorno definiscono la qualità della vita dei suoi abitanti. Il Piemonte è chiamato a rispondere. E non può più permettersi di rimandare.

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