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17 Aprile 2025 - 22:05
Camion su via Garibaldi
Alla fine, l’hanno tolta. Ma solo dopo aver trasformato Ivrea in un circuito a ostacoli per camionisti frustrati e automobilisti inferociti. La famosa uscita obbligatoria ad Albiano, che per tutto il giorno ha fatto riversare sulla città decine e decine di TIR deviati dal raccordo A4-A5, è stata revocata solo in serata, dopo «valutazioni di sicurezza e di ricaduta della misura sul traffico cittadino, come sollecitato dal Sindaco», recita il comunicato ufficiale del Comune, diffuso pochi minuti fa.
Non manca, ovviamente, il rituale ringraziamento al Prefetto Donato Cafagna, allo staff e al Questore Paolo Sirna, per il costante supporto in una giornata definita di “emergenza”. Ma a giudicare dalle condizioni in cui è stata lasciata la città per ore, di “supporto” i cittadini ne hanno ricevuto ben poco. Ivrea è rimasta paralizzata, letteralmente invasa dai camion, con ogni accesso congestionato, rotonde intasate, clacson stremati e nervi a fior di pelle.
Tutto è iniziato stamattina, con la chiusura dell’A5 tra Ivrea e Quincinetto, l’ennesimo stop dovuto al rischio frane in zona Quincinetto. La Prefettura ha confermato la necessità di mantenere il blocco, dopo l'ennesimo sopralluogo dei geologi. E mentre l'autostrada restava sbarrata, Ivrea si trasformava in uno scarico d’emergenza per mezzi pesanti, una soluzione tampone che ha però soffocato l’intera viabilità urbana.
Camion deviati da Santhià costretti a uscire ad Albiano, altri obbligati a uscire a Scarmagno, e un’unica conseguenza: un’invasione incontrollata di TIR nel cuore della città. Alcuni si sono ritrovati bloccati nelle rotatorie, altri hanno invaso corso Nigra, viale Kennedy, corso Vercelli. Inutile dire che la situazione ha provocato ritardi, piccoli incidenti, veicoli in panne e una valanga di segnalazioni da parte dei cittadini, che lamentavano assenza di presidi, indicazioni confuse e totale mancanza di coordinamento.
Nel pomeriggio, quando il caos era ormai consolidato, il sindaco ha finalmente chiesto alla Prefettura l’apertura di almeno un tratto autostradale verso la Valle d’Aosta, o in alternativa una limitazione alla circolazione dei TIR. Richiesta accolta soltanto ore dopo, quando ormai i danni erano fatti. Chi ha passato il pomeriggio imbottigliato in via Circonvallazione o in coda su via Torino forse non apprezzerà troppo i ringraziamenti istituzionali.
Nel frattempo, proseguivano le emergenze legate al maltempo. Via delle Rocchette è rimasta chiusa per rischio esondazione, con paratie montate in fretta dal Servizio Manutenzioni. In zona Culoto, il lago di Montalto continuava a scaricare, tenendo alta l’allerta. Alberi caduti, cavi elettrici tranciati, buche e allagamenti facevano da cornice a una città già allo stremo. Anche il mercato settimanale del venerdì è ora a rischio: si attende la messa in sicurezza del piazzale.
Il Comune, dal canto suo, ha aggiornato costantemente i cittadini via social, pubblicando comunicati in serie come fossero bollettini di guerra. Ma, come spesso accade, le parole sono arrivate molto prima delle soluzioni.
Insomma, ancora una volta, la gestione di un’emergenza prevedibile – perché sì, la frana di Quincinetto non è certo una novità – si è trasformata in un copione tragicomico fatto di decisioni tardive, valutazioni “in corso” e città lasciata a sé stessa. Con i camion a fare da padroni e i cittadini a contarne i danni.
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