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16 Aprile 2025 - 12:36
Ruspe al lavoro sull’ex Salp: tra pioggia e nostalgia, Rivarolo dice addio a un pezzo della sua identità
Sotto una pioggia battente, sono cominciati i lavori che cambieranno radicalmente il volto sud della città. Le recinzioni sono comparse da giorni, ma da ieri le ruspe hanno iniziato a muoversi per abbattere ciò che resta della ex Salp, lo storico stabilimento che per decenni ha rappresentato il cuore produttivo e sociale di Rivarolo. Al suo posto, nascerà una nuova area commerciale, con un supermercato Tigros da 3595 metri quadri, parcheggi pubblici e privati, e edifici a destinazione terziaria per altri 3790 metri quadri.
Un intervento da parecchi milioni di euro, che non si limita a costruire, ma anche a ricucire e trasformare: la demolizione porterà con sé opere di urbanizzazione profonde, tra cui un lungo viale alberato, in continuità con le storiche allee del centro, una nuova rotonda all’incrocio con il McDonald’s, illuminazione rinnovata e un disegno urbano pensato per attrarre nuovi investimenti.
Ma in questa corsa alla modernizzazione, cosa resterà della Salp? Poco o nulla, almeno sul lato destro di corso Torino. Di quella Società Anonima Lavorazione Pelli, fondata dal professor Giuseppe Cuccodoro, che nei suoi anni d’oro impiegava fino a 400 persone, rimarranno solo frammenti visivi nel progetto urbanistico. Rimarrà, soprattutto, il “Villaggio Salp” di fronte all’area commerciale, ovvero le abitazioni costruite per i dipendenti tra gli anni '40 e '50. Un pezzo di archeologia sociale, più che industriale: lì c’erano le case costruite con il sostegno dell’azienda, l’asilo, la scuola-convitto, l’idea – forse ingenua, ma potente – di una fabbrica che fosse anche comunità.
Iniziano i lavori all'ex Salp
Non è un caso che alla Salp sia stato dedicato un docufilm, “Salp, esercizio di memoria”, testimonianza di un tempo in cui intere famiglie si identificavano con il lavoro, l’orgoglio e la fatica di quel luogo. Ora, con l’avvio della demolizione, si apre una nuova era, ma anche una riflessione non più rinviabile: come conciliare progresso e memoria? Cosa si perde, quando si abbatte una fabbrica che ha formato generazioni?
L’amministrazione comunale di Palazzo Lomellini guarda avanti: il primo lotto dei lavori dovrebbe concludersi entro la fine dell’autunno, con l’obiettivo di inaugurare il Tigros entro il 2025. L’auspicio, dichiarano, è che la nuova sistemazione di corso Torino attiri investitori e rivitalizzi l’ingresso della città.
Ma tra i rivarolesi, soprattutto quelli che ricordano gli anni in cui la sirena della Salp scandiva la giornata, l’entusiasmo per il nuovo si mescola alla malinconia. Perché una fabbrica può anche chiudere, ma una comunità non dimentica le sue radici. E forse è proprio lì, in quel viale alberato che sorgerà accanto alle ruspe, che si gioca la sfida più delicata: costruire il futuro senza cancellare il passato.
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