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15 Aprile 2025 - 17:52
Il consigliere regionale Avetta e l'assessore Riboli
La Regione Piemonte e l’ASL TO4 si affrettano ad annunciare il rilancio dell’ospedale di Lanzo, ma dal Consiglio regionale il monito è chiaro: senza investimenti reali e nuovi medici, l’entusiasmo rischia di spegnersi in fretta. Da una parte, si parla di riapertura delle sale operatorie, nuovi ambulatori cardiologici e diagnostica per immagini potenziata; dall’altra, si teme che tutto questo rimanga sulla carta, o peggio ancora si traduca in un’altra corsa a tappare i buchi in un sistema sanitario locale che perde pezzi da anni.
A tirare il freno sugli entusiasmi è Alberto Avetta, consigliere regionale del Partito Democratico, che nel corso di un’interrogazione sui disservizi del presidio lanzoese ha messo in fila tutte le criticità: “Apprendiamo con piacere l’annuncio del potenziamento, ma i segnali degli ultimi tempi facevano temere uno svuotamento della struttura. E il Punto di Primo Intervento? Sparito. Senza fondi e soprattutto senza personale sanitario, non si va da nessuna parte. Si rischia solo di fare annunci velleitari”.
Dal canto suo, il direttore generale dell’ASL TO4, Luigi Vercellino, rivendica il rispetto del cronoprogramma illustrato pubblicamente a marzo, durante un incontro con amministratori e cittadini. Tra le azioni già messe in campo, la riattivazione delle ecografie e il potenziamento degli esami radiografici e TAC, con la responsabile della diagnostica per immagini Francesca Gisolo in prima linea. Ma la novità principale riguarda due nuovi ambulatori attivati sotto l’egida della Cardiologia di Ciriè, diretta da Gaetano Senatore: un ambulatorio di doppler vascolare e uno per lo scompenso cardiaco, già prenotabili tramite CUP regionale.
“L’ospedale di Lanzo torna al centro della medicina territoriale”, esulta l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, pronto a sbandierare l’impegno della Regione per il territorio.
Peccato che, a detta di molti, la distanza tra gli annunci e la realtà rimanga ampia. Il nodo cruciale, come sempre, è quello delle risorse umane. Medici, infermieri, tecnici: chi manderà avanti queste nuove attività? In un contesto in cui il personale sanitario scarseggia ovunque, la sensazione è che si tratti dell’ennesimo “potenziamento” sulla carta, mentre nei corridoi ospedalieri si continua a lavorare sotto organico.
E il Punto di Primo Intervento? Scomparso dal radar, nonostante sia stato per anni un presidio fondamentale per un’area montana e periferica come quella delle Valli di Lanzo. Una cancellazione silenziosa, che alimenta i sospetti su un disegno più ampio di declassamento.
Intanto, mentre le agende del CUP iniziano ad aprirsi e le sale operatorie riaccendono le luci, la comunità aspetta. Con fiducia, sì, ma anche con una certa dose di scetticismo. Perché troppe volte – e non solo a Lanzo – si sono sentiti annunci simili, finiti poi in un nulla di fatto per mancanza di risorse o per meri calcoli politici.
Come ricorda Avetta, “non basta mettere qualche toppa, tirando una coperta sempre più corta tra i presidi della nostra ASL”. Il rischio è che, a furia di tirare, la coperta si strappi del tutto.
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