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Settimo, l’ospedale dei misteri: milioni spesi, zero piani. E SAAPA è ancora lì

Acquisto, annunci, selfie istituzionali. Ma il piano industriale arriva con 8 mesi di ritardo e la società in liquidazione resta in vita. Canalis (PD): “Servono certezze, non slide”

Elena Piastra, sindaco di Settimo Torinese

Elena Piastra, sindaco di Settimo Torinese

L’Ospedale civico di Settimo Torinese? Con i suoi 235 posti letto e oltre 1.600 pazienti l’anno, continua a navigare a vista. Ebbene sì! Altro che efficienza.  

Udite, udite... la Regione Piemonte ci ha messo otto mesi per affidare alla Bocconi un compito che doveva essere la prima cosa da fare: scrivere un piano industriale.

Nonostante l’acquisizione dell’immobile da parte dell’ASL TO4 risalga ad aprile 2024 e la promessa dell’internalizzazione dell’attività sia stata formalizzata il 29 novembre, infatti, solo il 19 marzo 2025 la Regione – tramite Azienda Zero – si è decisa ad affidare a un ateneo (l'Università Bocconi) la stesura del piano.

Peccato che nel frattempo la S.A.A.P.A. S.p.A., società pubblica che gestisce la struttura ed è in liquidazione dal 2021, continui a esistere in uno stato comatoso, senza una direzione chiara.

A denunciare l’impasse è la consigliera regionale Monica Canalis (Partito Democratico), che non usa mezzi termini: “Avevamo accolto con favore l’idea di una gestione regionale, interamente pubblica. Ma ora i tempi stringono. Serve una visione e servono certezze per lavoratori e cittadini”.

L’ospedale, infatti, non è una struttura di quartiere. Con reparti di Recupero e Riabilitazione Funzionale di II livello, Lungodegenza e Continuità assistenziale a valenza sanitaria, è un presidio sanitario di scala regionale, al servizio tanto dell’ASL TO4 quanto dell’ASL Città di Torino. Ma senza un progetto vero, la sua valorizzazione rimane solo uno slogan.

E mentre l’amministrazione Cirio sfoglia le slide, Settimo rimane in una fase di "transizione infinita", quella che in gergo politico si chiama “attesa di istruttoria”, ma che nella realtà significa solo una cosa: immobilismo. L’ennesimo esempio di come in Piemonte si faccia fatica a passare dalle parole ai fatti, specie in sanità.

La domanda resta sospesa: perché tanto ritardo? Davvero ci voleva un anno per affidare a una prestigiosa università un piano industriale? E nel frattempo, chi si prende cura della progettazione del futuro? 

L’impressione, sempre più forte, è che si sia partiti dalla fine: prima si annuncia l’acquisto, poi si decide cosa farne. E nel mezzo, lavoratori e pazienti restano in balia dell’incertezza. Così si spegne lentamente un presidio fondamentale, lasciato a galleggiare in un limbo amministrativo che non ha niente di neutro: è profondamente dannoso.

“Occorre fare presto”, insiste Canalis. E ha ragione. Ma se davvero si voleva fare presto, forse era il caso di partire dalla perizia, dal piano industriale, dalla tutela del personale, e non dall’annuncio da prima pagina.

Insomma, all’ospedale di Settimo servono investimenti, certezze, progettualità. E invece arrivano solo atti notarili, liquidazioni societarie e, dopo mesi di nulla, una consulenza universitaria. La speranza? Che almeno la Bocconi sia più rapida della Regione.

Cos'era successo nel novembre del 2024?

Sulle prime pagine di tutti i giornali e su Facebook c'è la sindaca Elena Piastra a braccetto con il Governatore Alberto Cirio, entrambi a caccia di like pronti ad annunciare al mondo e ai quattro venti che l'ospedale di Settimo sarebbe passato completamente in mano al pubblico.

Ad annunciarlo (incredibile ma vero) c'era proprio lei, che, fino 5 anni prima, quando aveva cominciato ad occuparsene l'unica cosa che voleva fare (da novizia) era "cacciare" il direttore amministrativo di SAAPA, nonché ex sindaco di Settimo Torinese Aldo Corgiat (cosa che gli è poi riuscita) per far sedere alla presidenza del cda l'allora fido Alessandro Scopel della corrente Pd di Mauro Laus.

In Regione la guardarono negli occhi, si misero a ridere, e le dissero "mavalà". Scopel "incazzato" come una biscia, saluta tutti e passa alla corrente di Raffaele Gallo con Caterina Greco e qualche tempo dopo gli si cuce addosso un incarico politico alla Città della salute, trullalero trullalà... Com'è finita con Gallo è, evidentemente, un'altra storia.

Tornando alle cose serie, la Regione, in quel novembre del 2024, annunciava di aver stanziato 15 milioni di euro da erogare a Asl To4 per pagare i debiti e chiudere SAAPA SPA la società che ancora gestisce l'ospedale di Settimo Torinese attualmente nelle mani dei liquidatori Alessandro Rossi, Asvisio Luca e Fabrizio Mondello.

15 milioni di euro da aggiungere ai 28 milioni di euro per l’acquisto dell'immobile,  con estinzione del mutuo, avvenuto nell'aprile del 2024, davanti a un notaio, con tanto di rinuncia dei diritti da parte della società Saapa, che possedeva il bene .

Un'operazione resa possibile da un emendamento specifico presentato dalla Giunta regionale, denominato emendamento 66, attraverso cui si autorizza l'investimento con l’obiettivo di migliorare l'offerta sanitaria sul territorio.

Detto questo i riflettori ora si spostano sull’ASL TO4, chiamata a gestire le risorse per la liquidazione, posto che in SAAPA SPA Asl To4 detiene il 34%, Asl Città della salute il 18%, resta da capire dove troveranno le risorse gli altri soci chiamati a ripianare i debiti.

Nessun problema per la Cooperativa Frassati socia al 16,50% che è anche "creditore", qualche guaio lo potrebbe invece passare il Comune di Settimo Torinese socio al 31,48 e con il Comune pure Patrimonio SPA, socio all'1.

Staremo a vedere perchè può anche essere che si sia fatto un accordo far pagare tutto all'Asl To4 e, a queso punto si capirebbe il perchè dei 15 più che sufficienti.

Le foto della visita

L'ospedale di Settimo

Un ospedale vero a Settimo, proprio come nel 1997 si erano immaginati l’allora assessore regionale Antonio D’Ambrosio di Alleanza Nazionale e Silverio Benedetto, politico di lungo corso, che avevano sostenuto l’iniziativa invitando una società francese, la SIAS, a costruire l’immobile su un’area di proprietà dell’ASL e in parte del Comune di Settimo, data in concessione. Poi i lavori finirono e per anni la struttura rimase chiusa.

 

ospedale di Settimo torinese

ospedale di Settimo torinese

Un unico inquilino, Michel Veillet (qualcuno se lo ricorda?). Tutti i giorni chiamava i giornalisti per raccontare che lo avevano “ciulato”. Lo diceva alla francese, ma in un “italiano” tondo tondo. Chiamò anche il Gabibbo e Settimo finì su Striscia La Notizia. Famosa quell’intervista in cui definì l’Italia una “repubblica bananiera”… Qualcuno se la ricorda?

Ne disse talmente tante e tali che la politica, a tutti i livelli, si vergognò e a un certo punto agì.

La prima parte della telenovela finisce mercoledì 25 giugno 2008 con l’atto definitivo di cessione delle azioni di Sias Italia Spa a una nuova compagine societaria composta da Asl To2 e Asl To4 per il 52%, il Gruppo Asm Spa al 31,5% e la Cooperativa Frassati al 16,5%. A presiedere la conferenza stampa gli allora direttori Marina Fresco e Giulio Fornero, delle Asl TO4 e TO2, il presidente del Gruppo Asm Silverio Benedetto, con l’assessore alla Sanità della città di Settimo, Giuseppe Palena, e Amelia Argenta per la Cooperativa Frassati.

Morale? La Regione Piemonte autorizzava (Legge Regionale 12/2008), su proposta del Comune di Settimo, una sperimentazione gestionale, rinnovabile ogni 5 anni. Alle Asl sarebbe toccato il coordinamento del personale medico e infermieristico; l’Asm si sarebbe occupata della gestione energetica e la cooperativa Frassati dell’assistenza e del personale. Tanto per cominciare 170 posti letti, di cui 90 destinati alle dimissioni protette (per i pazienti che avevano subito un intervento chirurgico). Gli altri sarebbero stati ripartiti tra lungodegenti (20) e pazienti che necessitavano di riabilitazione (60). Per la città di Settimo, un successo che portava la firma dell’allora sindaco Aldo Corgiat e della presidente della Regione Mercedes Bresso.

Nel 2008 si costituisce la società per azioni SAAPA S.p.A. (a controllo pubblico) che succede a Sias. Contestualmente, la Regione Piemonte sottoscriveva con il Monte dei Paschi di Siena un prestito di circa 30 milioni di euro, con scadenza al 31 dicembre 2041.

Inizialmente, l’Ospedale Civico di Settimo era stato inserito dalla Giunta Regionale nella rete ospedaliera pubblica come ospedale di post-acuzie, successivamente (nel 2015) viene assimilato alle strutture sanitarie private accreditate.

Fin qui la storia, tutto il resto è cronaca.
Dal punto di vista economico-finanziario, dopo i primi tre o quattro anni di perdite (circa 7 milioni di euro), SAAPA raggiunge il pareggio e poi consolida un utile di esercizio di circa 200 mila euro all’anno, rispettando l’obiettivo della sperimentazione gestionale di restituzione del debito finanziario e dei relativi interessi per circa 1,5 milioni di euro.

Dal 2017 al 2019, la gestione della società produce un surplus di oltre 1,8 milioni di euro all’anno.

I problemi cominciano nel giugno del 2020, in concomitanza con la nomina del nuovo amministratore Alessandro Rossi e la trasformazione di due piani (dei tre esistenti) in reparti COVID per casi non gravi, che producono costi aggiuntivi e perdite per 3,5 milioni di euro, solo parzialmente riconosciuti dalla Regione Piemonte.

Da qui la decisione di vendere, senza neanche prendere in considerazione le possibilità concesse dai decreti COVID emanati dal Governo, che riconoscevano la possibilità di ammortizzare le perdite in cinque esercizi consecutivi, senza obbligo di ricapitalizzazione della società.

La decisione di acquisto della struttura da parte della Regione Piemonte, maturata nell'aprile 2024, mette fine a un tira e molla cominciato nel marzo del 2023, con la messa in vendita della struttura ai privati, cosa che non è mai riuscita anche a causa d'un prezzo a base d'asta troppo alto e pari a 50 milioni di euro...

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