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Tagliano alberi per fare cassa e mentono ai cittadini

Il Comune di Banchette lascia che una ditta privata abbatta decine di piante lungo la Dora, spacciando l’intervento per “ripulitura idraulica”. L’opposizione smaschera la bugia: nessun piano regionale, solo legname da rivendere. E intanto il parco cade a pezzi

Tagliano alberi per fare cassa e mentono ai cittadini

Alberi tagliati...

Il silenzio dell’Amministrazione fa rumore. E il rumore delle motoseghe lo sentono in tanti. A Banchette, lungo la sponda della Dora Baltea in prossimità del parco della Roggia Rossa, è in corso un massiccio taglio di alberi. Ma mentre qualcuno cerca di farlo passare come un normale intervento di pulizia fluviale deciso dalla Regione Piemonte, c’è chi ha preso in mano i documenti ufficiali e ne è uscito con tutt’altra versione.

A denunciare l’ennesima operazione poco chiara è il gruppo di opposizione Uniti per Banchette, composto dai consiglieri Maurizio Cieol, Salvatore Pennisi, Alberto Russo ed Emanuele Splendore, che smontano la narrazione rassicurante circolata sui social e parlano apertamente di “dichiarazioni gravi e fuorvianti” e di “un taglio che non ha nulla a che fare con la sicurezza idraulica, ma che serve solo a ottenere legname”.

Tutto nasce da un commento apparso su Facebook, in cui un dipendente comunale – che si qualifica anche come volontario della Protezione Civile – afferma che “i lavori in questione fanno parte di un progetto di ripulitura delle sponde fluviali redatto dalla Regione Piemonte”. Ma è proprio su questa affermazione che Uniti per Banchette punta il dito: “Si tratta di una dichiarazione falsa, e ancor più grave è che a farla sia un dipendente comunale che coinvolge istituzioni come la Protezione Civile per dare maggiore credibilità al proprio intervento”.

I consiglieri, come loro prassi, si sono documentati e sono andati a consultare gli atti. In particolare la Determinazione Dirigenziale della Regione Piemonte n. 2097/A1813C/2024 del 10 ottobre 2024, da cui si scopre che il taglio degli alberi è stato autorizzato su richiesta della ditta privata Massoni P. e M. srl, con sede in Toscana. La richiesta è datata 29 luglio 2024 e riguarda l’uso temporaneo di aree demaniali per il taglio della vegetazione lungo le sponde della Dora nei comuni di Banchette, Ivrea, Lessolo e Montalto Dora.

“Non c’è alcun piano di ripulitura predisposto dalla Regione – ribadiscono i consiglieri –. La Regione ha solo concesso l’autorizzazione a una ditta che ha presentato domanda per abbattere gli alberi e recuperare il legname. L’iniziativa è privata, non pubblica. Non c’è emergenza idraulica, non c’è alcun progetto complessivo per la sicurezza delle sponde del fiume”.

Anzi, a leggere bene i documenti, si scopre che l’unica motivazione tecnica addotta per concedere il permesso è una frase generica: “l’intervento migliora comunque il deflusso delle acque in caso di piena”. Ma secondo Uniti per Banchette è una giustificazione inserita “per prassi”, buona per ogni evenienza, non certo la causa del taglio.

E la dimostrazione – dicono – è sotto gli occhi di tutti: “Se davvero si fosse trattato di un intervento per la sicurezza idraulica, allora perché nessuno è intervenuto sulla Roggia Rossa, dove da anni rami, arbusti e tronchi caduti ostacolano il deflusso dell’acqua? Lì il pericolo è reale, ma nessuno si muove. Il motivo è semplice: sulla Dora si taglia per ricavare legna, sulla Roggia invece bisognerebbe spendere soldi. Il primo è un ricavo, il secondo è un costo. E questo spiega tutto”.

Non solo. Secondo l’opposizione, il taglio si sta spingendo anche oltre i limiti delle aree demaniali e sta interessando zone che ricadono sul territorio comunale, in particolare all’interno del parco. Un fatto gravissimo, dicono i consiglieri, anche perché “il Comune è proprietario dell’area e avrebbe avuto tutto il diritto – e il dovere – di intervenire, fare osservazioni, pretendere un piano di intervento e soprattutto informare i cittadini”.

Ma invece – denunciano – “non è stato detto nulla. Non un comunicato, non una nota informativa. Il taglio è avvenuto nel silenzio generale, come se non riguardasse nessuno. Ma intanto è stato danneggiato il paesaggio, compromessa la sicurezza del percorso pedonale e ulteriormente peggiorato lo stato di abbandono in cui versa il parco”.

E la lista dei problemi dell’area verde è lunga: “Le panchine dell’area picnic sono mezze sprofondate nella terra, il ponte in legno ha tavole rotte da anni, mai riparate, e chiunque attraversi la zona lo fa a proprio rischio e pericolo. L’amministrazione non si fa vedere da mesi e continua a ignorare le segnalazioni. Però, curiosamente, quando si tratta di autorizzare un taglio utile a una ditta, tutto si muove con rapidità”.

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Infine, la richiesta: “A questo punto, è necessario che la Forestale intervenga immediatamente per verificare che le prescrizioni regionali e dell’Aipo siano state rispettate, e che il taglio non si sia esteso in aree dove non era autorizzato. Ma soprattutto, chiediamo chiarezza: perché il Comune ha lasciato che tutto questo avvenisse senza nemmeno avvisare la cittadinanza?”.

Per Uniti per Banchette, il messaggio è chiaro: “Non accettiamo che si continui a spacciare per ‘manutenzione’ un intervento che ha tutto l’aspetto di una speculazione. Né che si usi il nome della Regione per coprire un’operazione privata. I cittadini meritano rispetto, trasparenza e tutela del proprio territorio. E non si può sempre far finta di niente”.

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