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Cultura

Trilogia dell’anima: Daniela Graglia incanta Caluso tra psicologia, musica e memoria

Alla Biblioteca Mottini un viaggio profondo tra le fasi della vita, i traumi che ci formano e la forza dei legami familiari. Tra riflessioni sull’inconscio e l’attualità, l’autrice canavesana accompagna il pubblico in un percorso di consapevolezza e guarigione

Autrice e Psicoterapeuta

Daniela Graglia

In un’epoca dominata dalla frenesia, dove i genitori corrono senza tregua e i figli, spesso etichettati sbrigativamente come “schizzati”, si ritrovano intrappolati in un vuoto fatto di noia, tristezza e apatia, emergono figure fondamentali: i nonni, custodi di un tempo lento, testimoni silenziosi di un amore incondizionato, vere ancore emotive per le nuove generazioni.

Sono proprio questi i temi affrontati sabato 12 aprile alla Biblioteca Civica Mottini di Caluso durante la presentazione della Trilogia dell’anima, scritta da Daniela Graglia, 55 anni, di San Giorgio Canavese, psicoterapeuta sistemico-familiare, psicodrammatista junghiana ed esperta EMDR, una tecnica che permette di rielaborare traumi e ricordi disturbanti “sbloccandoli” nella mente. “Si vanno a recuperare le emozioni legate a immagini rimaste impresse nella nostra mente e si riesce a depotenziare il dolore. Non si può eliminarlo come per magia, ma la sua nitidezza diventa meno marcata”, spiega l’autrice.

Dopo l’introduzione a cura di Ombretta Ferioli, responsabile della Biblioteca, la scrittrice – definita “patrimonio culturale canavesano” per le sue competenze – ha ripreso il filo del discorso avviato già con il romanzo Pasticci di famiglia (2022), presentato in quell’occasione insieme alla volontaria bibliotecaria Annamaria Gifuni.

Quel libro nacque nel periodo post-Covid, ispirato dai 14 anni di esperienza come psicologa al Liceo Darwin di Rivoli, tristemente noto per la tragedia del 22 novembre 2008, quando perse la vita il diciassettenne Vito Scafidi a causa del crollo del controsoffitto. Durante la pandemia, con le scuole chiuse, Graglia propose alla dirigente un servizio di supporto tramite messaggi personalizzati su WhatsApp: “Non tutti i ragazzi stavano bene in casa, magari con genitori problematici. Non volevamo costringerli a usare il computer condiviso: con il cellulare potevano scrivermi da qualsiasi angolo in cui si sentivano al sicuro”.

Ombretta Ferioli, responsabile della Biblioteca di Caluso

Martina Merlo, la pianista 

L'accompagnamento musicale di Martina Merlo durante un momento riflessivo in silenzio con immagini nello schermo

Mariella Settia, consigliera della cultura della maggioranza, e l'autrice Daniela Graglia

Da sinistra a destra: Daniela Graglia, Anna Anrò e Martina Merlo 

La trilogia è frutto di un accordo editoriale con Golem Edizioni, che ha creduto nella forza narrativa e nella profondità psicologica dei suoi testi. “Grazie all’interesse per la mia intensità nello scrivere, l’editore ha voluto darmi continuità”, racconta l’autrice, che ha affrontato il tema dell’anima nelle sue diverse età: "I nodi dell’anima" (2017), una saga familiare sull’adolescenza; "La cura dell’anima", dedicato alla fascia tra i 40 e i 60 anni; e "La salvezza dell’anima", pensato per gli over 65, una fase della vita in cui – dice Graglia – “bisogna mantenersi vivi e attivi sempre”.

“Ogni persona è ciò che è perché è stata portata dalla propria storia”, afferma con convinzione. “Se fossimo nati in un contesto diverso, saremmo persone diverse. Anche due gemelli omozigoti, sottoposti a contesti differenti, sviluppano personalità completamente diverse”. Un concetto che richiama anche la teoria dell’inconscio collettivo di Jung, secondo cui ciascuno di noi porta dentro di sé eredità psichiche provenienti dagli avi: traumi, paure, perfino malattieche si trasmettono transgenerazionalmente finché qualcuno non riesce finalmente a elaborarle e superarle.

Attraverso le tappe dell’esistenza – da figli a genitori, da colleghi ad amici – siamo il prodotto di un passato che ci plasma. “Non possiamo illuderci di essere solo persone nel presente, perderemmo pezzi fondamentali della nostra identità”, avverte. La resilienza è il tratto distintivo di chi riesce a districare i nodi dell’anima, con coraggio e consapevolezza: “Chi ci riesce è molto cosciente di ciò che è”.

La salvezza dell’anima, per Graglia, passa dalla liberazione delle proprie catene interiori: “Accettare la propria oscurità, lasciar emergere l’energia creativa, attraverso la scrittura, la musica, il teatro: sono strumenti potentissimi per esprimere ciò che portiamo dentro”. Per questo, durante l’evento, ai momenti di riflessione sono stati alternati brani musicali eseguiti al pianoforte dalla figlia Martina Merlo.

Tra le riflessioni condivise anche un riferimento alla recente tragedia del femminicidio di Sara Campanella, assassinata il 31 marzo in una piazza pubblica dal collega Stefano Argentino, ossessionato da lei. “Possiamo suddividere la società in ‘nevrotici normali’, in un ‘oceano borderline’ e nel mondo della psichiatria”, ha spiegato Graglia. “Quest’ultimo è il mondo della disconnessione, delirio e allucinazioni. Ma l’area più problematica è proprio quella borderline, dove si trovano persone con disturbi gravi della personalità, spesso manipolativi e seduttivi. È lì che dobbiamo intervenire, riconoscendo i segnali precoci”.

In un mondo sempre più confuso e disarmonico, prendere coscienza del proprio percorso interiore diventa fondamentale. Solo così è possibile migliorare le nostre relazioni, personali e sociali, e restare vivi anche di fronte alle nostre paure più profonde.

“Sono rimasta ammirata dalla qualità di questa giornata”, ha commentato la consigliera alla cultura Mariella Settia. “Mi sorprendete sempre. Fate un sacco di cose che, forse, dovrei fare io come consigliera. Ogni volta torno a casa arricchita. E oggi più che mai sono emersi spunti profondi per riflettere su ciascuno di noi”. E ha concluso con una riflessione personale: “È importante che i ragazzi facciano di più, ma anche noi dobbiamo dedicare loro più tempo. È vero, sono attaccati al cellulare, ma non possiamo tirarci indietro nella cura del loro percorso di crescita”.

Un’immersione intensa anche per la stessa Daniela Graglia, accompagnata dall’affetto della figlia, dal sostegno della madre e dal ricordo tenero della nonna e dell’eredità artistica lasciata dal nonno. Un intreccio di memorie, emozioni e consapevolezze che ci invita a non disperdere l’armonia interiore, ma a trasformarla in coscienza sociale attiva, in ogni fase della nostra vita.

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