AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
10 Aprile 2025 - 23:15
Gurit, chiude lo stabilimento di Volpiano: 56 lavoratori licenziati, nessuna trattativa in vista
Fine della storia. A Volpiano, nello stabilimento della Gurit Italy, 56 operai aspettano il 18 aprile come si aspetta una condanna. È il giorno in cui le porte si chiuderanno per sempre. Lo ha deciso la multinazionale svizzera che fino a ieri produceva turbine per pale eoliche. Oggi, invece, produce solo silenzi. E cassa integrazione.
L’accordo firmato il 4 aprile con Filctem Cgil, Uiltec Uil, Femca Cisl e Regione Piemonte è un salvagente. Ma non ferma il naufragio. Prevede cassa ordinaria fino a dicembre 2025, un incentivo all’esodo che oscilla tra le 14 e le 8 mensilità a seconda di quando si esce. Una fuga programmata, insomma. Chi se ne va per primo, prende di più. Chi resta a guardare, perde. Perché la produzione si ferma, il mercato è in contrazione, e i costi qui non tornano. Allora si va altrove. In Asia. Dove costa meno, non dove si lavora meglio.
L’assemblea dell’8 aprile ha approvato il piano, ma la rabbia resta. Come restano i turni notturni di appena tre mesi fa, le commesse a pieno ritmo, le rassicurazioni aziendali. Poi una PEC. Una mail fredda. Licenziati. Così, senza un incontro, senza uno sguardo. I lavoratori l’hanno saputo così. Non da un manager, ma da un messaggio elettronico. E mentre Gurit spiega che la concorrenza cinese è spietata e che l’energia in Italia costa troppo, la Regione lancia corsi di formazione e aiuti per la ricollocazione. Tanta buona volontà. Ma nessuna garanzia.
A scendere in campo subito è stata Filctem Torino, che ha condotto trattative tese all’Unione Industriali per strappare almeno condizioni di uscita più dignitose. Lo stesso ha fatto il sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli, che ha espresso solidarietà ai lavoratori. Ma la verità è che da quando l’azienda ha scelto di andarsene, si è trattato solo su quanto dolesse meno. Non su come evitarlo.
È l’ennesimo caso di abbandono industriale camuffato da crisi di mercato. L’ennesima multinazionale che incassa e se ne va. L’ennesima azienda che taglia e delocalizza, perché qui produrre non conviene. E intanto 56 famiglie restano a casa. Con un incentivo. Ma senza un futuro.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.