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Una rosa l’ha colpita, la pittura l’ha salvata: la straordinaria storia dell'artista del Canavese Anna Actis Caporale

Dalle radici canavesane alla ribalta dell’arte contemporanea, la storia di un’artista che ha trasformato una tragedia in un canto di bellezza e resistenza

Una rosa l’ha colpita

Una rosa l’ha colpita, la pittura l’ha salvata: la straordinaria storia dell'artista del Canavese Anna Actis Caporale

Una rosa. Un semplice fiore, simbolo universale di bellezza e fragilità, ha cambiato per sempre la vita di Anna Actis Caporale, artista e poesista canavesana. Ma da quel giorno drammatico, in un giardino di Mazzè, non è nata solo una tragedia: è germogliata una rinascita.

La storia di Anna è un viaggio dalle campagne del Canavese ai grandi spazi dell’arte contemporanea, passando per un evento che ha dell’incredibile: «Stavo potando le mie rose, come faccio da sempre, una cosa normale per me. Ma quella volta, quella rosa mi ha colpita in modo diverso», racconta. Una spina infetta, forse, un virus rarissimo: un graffio sul polso che ha portato a un'infezione fulminante, devastante.

Coma farmacologico, dieci anni fa. Una catastrofe che avrebbe potuto spegnere ogni slancio. Ma Anna non si è arresa: «Quando mi sono svegliata, ho pensato solo a una cosa: per fortuna ho ancora le mani. Posso ancora dipingere». E lì, nel dolore e nello smarrimento, è iniziata la seconda vita di Anna. La pittura come terapia, la poesia come respiro. Oggi è una delle voci artistiche più autentiche e sorprendenti del panorama italiano, capace di dialogare con maestri della scena internazionale, esponendo in rassegne importanti e continuando a scrivere versi che attraversano la carne e arrivano all’anima.

Il suo lavoro unisce materia e parola, natura e spiritualità, con un linguaggio che nasce dalla terra, ma guarda oltre. «È incredibile cosa possa fare una rosa. Un giorno ti ferisce, un altro ti ispira. Ma ognuno ha un destino. Non bisogna disperare mai», dice parlando col curatore Salvo Nugnes, che ha raccolto la sua testimonianza. Anna oggi non cammina, ma vola, con i colori e le parole. Ha fatto dell’arte non solo uno strumento espressivo, ma una forma di resistenza. Le sue opere non sono solo belle: sono necessarie. Raccontano il dolore senza retorica, la speranza senza illusioni.

Da Mazzè al mondo, Anna Actis Caporale è l’esempio vivente che l’arte può essere salvezza, ponte, miracolo. E sì, quella rosa era infetta. Ma in fondo, anche la bellezza può essere pericolosa. O potentemente curativa.

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