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Trenta torte per trent’anni di visione: la Fondazione Sandretto celebra con arte e nuovi orizzonti

La Fondazione spegne trenta candeline e rilancia con nuove esposizioni, un libro celebrativo e mostre previste fino al 2025

Trenta torte per trent’anni di visione

Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (foto di repertorio)

Trent’anni di mostre, artisti, sperimentazioni, formazione e visione. E ora, trenta torte per spegnere trenta candeline, una per ogni anno vissuto con l’arte al centro. Martedì 8 aprile la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo celebra il suo trentesimo anniversario con una grande festa aperta alla cittadinanza e l’inaugurazione di tre nuove mostre che resteranno visibili fino al 12 ottobre.

Nata a Torino nel 1995 per iniziativa di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione è diventata nel tempo un punto di riferimento assoluto per l’arte contemporanea, con uno sguardo sempre più proiettato verso l’internazionalizzazione. “Quando l’ho fondata non sapevo davvero come sarebbe evoluta. Non c’erano molti esempi a cui ispirarsi. Il mio obiettivo era creare uno spazio dinamico per sostenere artisti, promuovere la ricerca e avvicinare il pubblico all’arte di oggi”, racconta la fondatrice, con la passione intatta di chi ha costruito un’intera visione culturale.

Oggi la Fondazione guarda avanti: si prepara ad aprire uno spazio a Venezia in vista della Biennale 2026, sviluppa collaborazioni a Madrid e Malaga, ha recentemente portato una parte della collezione in California e accarezza l’ambizione di un’apertura a New York. Ma il legame con Torino resta centrale. “Torino è la città della mia vita. Ha la forza di rinnovarsi e immaginare il futuro, restando fedele alla propria storia. Vogliamo che diventi sempre più la città del contemporaneo”, afferma Sandretto.

Le tre mostre che inaugurano i festeggiamenti confermano l’impronta internazionale della Fondazione:

  • Evenfall dell’etiope Jem Perucchini,

  • The Land Shall Not Be Owned della libanese Marwa Arsanios,

  • Bird Dream Machine della spagnola Teresa Solar Abboud.

A queste si aggiungeranno due grandi mostre nel 2025: a settembre nella sede di Guarene, con opere degli anni Novanta curate da Tom Eccles, Liam Gillick e Mark Rappolt, e a ottobre a Torino, in concomitanza con Artissima, con un’esposizione della collezione. Per l’occasione, sarà presentato anche un libro-racconto sulla storia della Fondazione, ricco di aneddoti e sorprese.

In tre decenni, la Fondazione ha affiancato artisti emergenti e voci internazionali, ha promosso l’educazione attraverso progetti per i giovani, e si è consolidata come spazio d’avanguardia e inclusione. Patrizia Sandretto non si è limitata a costruire una collezione: ha creato un ecosistema culturale, un ponte tra Torino e il mondo, dove l’arte non è solo esposta, ma vissuta, condivisa, pensata.

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