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A teatro con il FAI: torna a vivere il Teatrino progettato dal padre di Gozzano

Musica, tragedia e commedia: il FAI riporta alla luce il cuore culturale di Chivasso

A teatro con il FAI: torna a vivere il Teatrino progettato dal padre di Gozzano

A teatro con il FAI: torna a vivere il Teatrino progettato dal padre di Gozzano

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Un piccolo gioiello incastonato nel cuore di Chivasso. Un luogo dove le voci dei Dilettanti Filodrammatici ancora sembrano riecheggiare tra gli stucchi ottocenteschi e le allegorie ridipinte del soffitto. Sabato 12 aprile, grazie all’iniziativa “A teatro con il FAI”, il Teatrino Civico di Chivasso apre le sue porte in un’apertura straordinaria voluta dalla Delegazione FAI di Torino, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo. Dalle 15 alle 18 – con ultimo ingresso alle 17.30 – sarà possibile visitare questo piccolo teatro incastonato al piano terreno di Palazzo Santa Chiara, proprio dove un tempo si trovava la cappella del convento.

Un’iniziativa che unisce due anime affini, il FAI e Piemonte dal Vivo, entrambe impegnate da anni nella valorizzazione del patrimonio culturale e teatrale del nostro territorio. Tant’è che esiste già una convenzione attiva che consente agli iscritti FAI di accedere con biglietto ridotto agli spettacoli del circuito regionale. Ma questa volta, a prendersi la scena è proprio il teatro, con la sua storia affascinante e – diciamolo – troppo poco conosciuta dai chivassesi stessi.

Inaugurato il 16 ottobre 1864 dalla compagnia locale dei Dilettanti Filodrammatici, il teatrino fu progettato da Fausto Gozzano, padre del celebre poeta Guido Gozzano. Un ingegnere con il cuore da attore, capace di dare forma a una sala raccolta, intima, che ancora oggi conserva il suo fascino ottocentesco. A decorarne il soffitto fu Pietro Silvestro, pittore di Montanaro, che scelse di rappresentare le allegorie della Musica, della Tragedia e della Commedia: un omaggio ai tre pilastri dell’arte scenica. E se oggi quelle allegorie sono “solo” una ridipintura, il teatro ha vissuto una seconda rinascita nel 2003, grazie a un restauro filologico firmato dall’architetta Donatella D’Angelo.

Torinese, con una visione di architettura come disciplina totale, la D’Angelo ha alle spalle una carriera in cui il restauro, l’ambiente e la cultura si fondono. Tra le prime, già negli anni Ottanta, a parlare concretamente di barriere architettoniche nei centri storici, ha portato avanti battaglie civili prima ancora che progettuali. I suoi lavori sono stati raccontati da nomi come Marco Travaglio, Giovanni Arpino e Guido Davico Bonino, e hanno trovato spazio su testate nazionali e nei palinsesti della RAI.

Durante il restauro del Teatrino, l’architetta ha riportato alla luce eleganti motivi a losanghe colorate – blu, oro, ocra – nascosti nei palchetti e nei pilastrini. Una bellezza delicata, mai urlata, che aspetta solo di essere scoperta.

E allora, che aspettate? La visita è aperta con contributo a partire da 3 euro per gli iscritti FAI (5 per i non iscritti). E per chi ancora non lo fosse, c’è la possibilità di iscriversi direttamente sul posto. Perché i teatri sono case della bellezza, e il nostro piccolo Teatrino Civico merita di essere vissuto, guardato, raccontato. Anche solo per un pomeriggio.

Per maggiori informazioni, cliccate qui.

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