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La chiesa del cimitero si accende di nuova luce: al via il progetto per salvare gli affreschi del '400

A San Maurizio Canavese parte lo studio per illuminare il ciclo pittorico di Bartolomeo e Sebastiano Serra. In campo l’associazione Amici di San Maurizio con 20 mila euro. Nella navata mediana 24 riquadri dedicati alla vita di Cristo, sopra l’altare un trittico della scuola di Giovenone

La chiesa del cimitero si accende di nuova luce: al via il progetto per salvare gli affreschi del '400

Gli affreschi

Nell’antica chiesa del cimitero di San Maurizio Canavese, la storia dell’arte sacra rischia di restare prigioniera dell’ombra. Ma ora qualcosa si muove. L’Amministrazione comunale, guidata da Paolo Picat Re, ha infatti affidato all’architetto Simona Cosentino lo studio di un impianto illuminotecnico per valorizzare gli interni. Un primo passo tecnico, certo, ma fondamentale per valutare costi, fattibilità e tempi di realizzazione di un intervento che punta a restituire dignità e visibilità a un autentico scrigno rinascimentale ancora troppo ignorato.

interno

Il progetto nasce in collaborazione con l’associazione Amici di San Maurizio, da anni impegnata nella tutela e nella promozione del patrimonio culturale locale. Al centro dell’intervento c’è un vero e proprio capolavoro: un ciclo di affreschi raffigurante le Storie di Cristo, suddiviso in 24 riquadri, tra cui spiccano scene come la Natività, la Circoncisione, la Fuga in Egitto, la Resurrezione di Lazzaro, l’Arresto, il Giudizio davanti a Pilato e la Crocifissione. Questi affreschi, che datano alla metà del Quattrocento, sono attribuiti ai pittori pinerolesi Bartolomeo e Sebastiano Serra e si trovano sulla parete sinistra della navata mediana, proprio di fronte al pulpito.

A rendere ancora più prezioso l’interno della chiesa, sopra l’altare maggiore è conservato un trittico raffigurante l’Adorazione dei Magi, San Maurizio e, probabilmente, Sant’Ignazio, realizzato agli inizi del Cinquecento e attribuito alla bottega del pittore vercellese Girolamo Giovenone (1490–1555). Un’opera che completa un percorso iconografico di altissimo livello, meritevole di ben altra attenzione e fruibilità rispetto all’attuale condizione di penombra.

Per sostenere questa prima fase, l’associazione guidata da Mauro Fiorio ha già stanziato 20 mila euro. L’idea è di procedere rapidamente: conclusa la redazione del progetto e ottenuto il nulla osta dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, i lavori potrebbero iniziare già dopo la pausa estiva.

Nel frattempo, prosegue senza sosta anche l’attività culturale del sodalizio. Dopo il successo delle Giornate FAI di Primavera, che hanno riaperto le porte della chiesa plebana e di San Rocco, domenica 13 aprile, dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 18, i volontari accompagneranno nuovamente i visitatori in un itinerario tra le bellezze storico-artistiche delle due chiese del paese. L’iniziativa rientra nel progetto Percorsi di Arte, Storia e Fede, che da anni apre al pubblico luoghi solitamente chiusi o difficilmente visitabili del Ciriacese e del Canavese.

Un’occasione per riscoprire anche la chiesa plebana, fondata nell’XI secolo e già rimaneggiata nel XII, con l’uso di materiali di recupero, persino di epoca romana. L’edificio conserva un impianto romanico con tracce di numerosi interventi nei secoli successivi. Al suo interno, si trovano frammenti di affreschi realizzati tra il XV e il XVI secolo, riconducibili all’ambito del maestro Giacomo Jaquerio, e dipinti di epoca seicentesca e settecentesca.

In un territorio che spesso dimentica il proprio passato, iniziative come questa rappresentano un atto di resistenza culturale. Riaccendere i riflettori su questi luoghi non è solo un gesto simbolico: è un modo per restituire senso e profondità alla storia collettiva.

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