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03 Aprile 2025 - 13:04
Canavese, la lunga trattativa sulla Casa di Riposo: “Non sarà svenduta ai privati”
A che punto è, a Cuorgnè, il percorso per regolarizzare la situazione della Casa di Riposo Umberto I?
La domanda era stata posta dal gruppo dei Moderati e Indipendenti con un’interpellanza firmata da entrambi i suoi componenti, Danilo Armanni e Davide Trettene. I chiarimenti sono venuti dal sindaco Giovanna Cresto nel corso del consiglio comunale di lunedì 31 marzo.
L’interpellanza aveva un tono piuttosto polemico. Ricordava che nel 2023 la maggior parte dei consiglieri di amministrazione dell’Ente che gestisce la Casa di Riposo aveva rassegnato le dimissioni “a causa dell’inerzia manifestata dall’amministrazione comunale” rispetto alla stipula del contratto di locazione per gli immobili in cui ha sede la struttura. Contratto tuttora mancante, nonostante le nomine dei nuovi consiglieri. Questo – si precisava – “comporta il rischio per entrambi gli enti di essere chiamati a rispondere a livello di responsabilità Civile e, per il Comune, di Danno Erariale. Nonostante l’assenza di un contratto sembra anche che siano stati effettuati lavori di manutenzione straordinaria sugli immobili”.
Un’altra richiesta di chiarimenti riguardava “le modalità di gestione del lascito della famiglia Thesia, che risulta all’attivo nei bilanci del Comune ma senza che vengano indicati criteri e modalità con cui possa andare a beneficio della Casa di Riposo”. Gli interpellanti si chiedevano se il procrastinare fosse “indice della volontà politica di procedere all’alienazione dell’immobile vendendolo a privati”.
Per capire i termini della questione bisogna dire che fino al 2018 il complesso in cui ha sede la Casa di Riposo veniva concesso dal Comune in Comodato. Alla scadenza, però, questa soluzione non poteva più essere adottata perché nel frattempo erano cambiate le norme di legge ed a tutt’oggi si è andati avanti, anno dopo anno, con proroghe di durata limitata.
Il sindaco ha risposto all’interpellanza in modo dettagliato tanto che Armanni si è dichiarato “soddisfatto”.
Giovanna Cresto sindaca di Cuorgnè
La prima cittadina di Cuorgnè ha esordito dichiarando: “Concordo su diverse delle cose dette, è una situazione che mi auguravo di risolvere a breve ma stiamo faticando molto, la trattativa non è facile. C’incontriamo spesso con il consiglio di amministrazione e tutte le volte c’è qualcosa da cambiare… Le motivazioni sono comprensibili ma la conseguenza è che ci troviamo sempre a ripartire da zero: la macchina comunale è molto complessa, molto rigida ed ha le sue procedure”.
Il canone concordato fra le parti ammonta a 12.000 euro annui ed è frutto di un compromesso tra le opposte esigenze. “Abbiamo fatto il possibile – ha spiegato il sindaco – per rendere la cifra sostenibile per loro senza che rischiassimo di essere chiamati a rispondere di danno all’Erario. La stima iniziale, basata sul valore commerciale dell’immobile in base ai metri quadrati, era improponibile: avremmo dovuto chiedere un affitto di 13.000 euro al mese! Insieme al geometra Vidano (uno dei componenti del consiglio di amministrazione) abbiamo fatto il conto degli spazi che non sarebbero comunque utilizzabili commercialmente – la cappella, la biblioteca, la palestra, l’area esterna – e siamo arrivati alla cifra che ho detto. Siamo anche scesi da una durata di 30 anni, come avevamo proposto, ad una di 6 anni prorogabili per altri 6. Tre mesi fa eravamo ad un passo dal traguardo ma è subentrato il rinnovo del contratto di lavoro per i dipendenti diretti e per quelli della cooperativa: aumentando le spese per gli stipendi, l’ente gestore non sarebbe più riuscito a sostenere il canone concordato e così l’accordo è di nuovo saltato”.
Si è tuttavia mostrata fiduciosa: “Prima o poi ce la faremo!”. Rispetto al fatto che l’Ente Casa di Riposo Umberto I continui a gestire la struttura in assenza di contratto d’affitto, ha rassicurato: “Prorogando questa specie di concessione di anno in anno con una Determina, anche se si tratta di un assetto provvisorio, dal punto di vista legale siamo a posto”.
Un’altra complicazione, che causa un allungamento dei tempi, è il coinvolgimento della Soprintendenza. “Trattandosi di un edificio in parte vincolato – ha spiegato – finché procediamo con proroghe di anno in anno non ci dicono nulla ma, nel momento in cui si passa ad un periodo più lungo, dobbiamo chiederne benestare. Abbiamo provveduto però i tempi di risposta sono lunghi (pure loro si ritrovano alle prese con le pratiche del PNRR). Anche per questo abbiamo preferito non portare ancora la bozza di convenzione all’approvazione del consiglio: in caso di prescrizioni magari di poco conto avremmo poi dovuto riapprovarla…”.
Il sindaco ha quindi rassicurato gli interpellanti: “Non vogliamo assolutamente vendere l’immobile e nemmeno che se lo prenda una cooperativa qualunque. Ne avevamo parlato con La Regione oltre due anni fa e ci avevano detto che potevamo far ricorso all’Affidamento Diretto visto che la destinazione dell’immobile è quella e che l’ente lo sta già utilizzando. La nostra paura era infatti che, procedendo con una Concessione, arrivasse una cooperativa sconosciuta da chissà dove con un’offerta economica più conveniente e che fossimo costretti ad accettare quell’offerta: la Casa di Riposo Umberto I non sarebbe più esistita ed al suo posto ci sarebbe stata la Cooperativa”.
Per quanto riguarda il Fondo Thesia, il sindaco ha precisato: “Ammonta a 120.000 euro ed, essendo vincolato, dobbiamo per forza inserirlo nei bilanci. Negli accordi intercorsi e che andremo a sottoscrivere, l’idea è di darlo interamente in gestione alla Casa di Riposo che lo utilizzerà per valorizzare l’immobile con interventi straordinari. Abbiamo anche provveduto a depennare una sorta di capitolato – presente nella bozza di convenzione predisposta nel 2018 – che prevedeva tutta una serie di lavori da eseguire anno dopo anno, tanto non sarebbero stati in grado di eseguirli. Non ha senso scrivere che occorre ritinteggiare tutto ogni quattro anni o ripassare il tetto ogni due: queste cose non le fanno nemmeno i Comuni, non avendo i soldi necessari!”.
Per quando si prevede che verrà sottoscritto l’accordo? Il sindaco ha risposto: “Ci sollecitano tutte le settimane ed anche noi vorremmo concludere! È una nostra priorità”.
Mentre Armanni si dichiarava soddisfatto, il capogruppo di Cuorgnè C’è Davide Pieruccini ha avanzato un dubbio: “Mi pare di ricordare che, nella bozza del 2018, si stabilisse che gli undici dodicesimi del canone dovessero confluire in un fondo per lavori sull’immobile”.
Il sindaco ha replicato: “Mai sentito questa cosa ed eravamo in maggioranza insieme! All’epoca Lino Giacoma ed io avevamo proposto al consiglio di amministrazione il comodato gratuito in cambio di attività quali la distribuzione di pasti agli indigenti e servizi simili. Nel 2021, riprendendo in mano quella bozza, lo avevamo riproposto. Sono poi stati loro stessi a preferire la formula del contratto d’affitto”.
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