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02 Aprile 2025 - 10:57
il nuovo condominio
A Settimo Torinese, la città del festival dell'innovazione e della scienza, con quartieri che (parole della Sindaca Elena Piastra) tutto il mondo ci invidia, è quasi finito un nuovo condominio in centro. Un edificio moderno, alto, squadrato, con colori che oscillano tra il “bianco dentifricio” e l’“arancione centro commerciale fuori città”.
E come ogni grande evento architettonico del terzo millennio, non ha portato con sé né arte né parte, ma un acceso dibattito su Facebook. Anzi, più che dibattito, una guerra civile a colpi di emoji, paragoni fantasiosi e rivendicazioni estetico-morali.
C'è chi grida allo scandalo urbanistico, evocando scenari apocalittici: «Sembra un carcere!», «No, un ospedale!», «No, è peggio: è brutto!». Qualcuno si è spinto a dire che rovina lo skyline cittadino. Di Settimo. Che, per la cronaca, fino all’altro ieri era composto dalla torre medievale, dal campanile e dalla cartoleria che vende ancora le penne Tratto Pen.
Ma ora c’è lui, l’intruso, il palazzone, il “dentone di cemento” – come è stato poeticamente ribattezzato da un commentatore indignato – che spunta tra i tetti e sconvolge l’equilibrio urbano come una ciabatta da mare in mezzo a un ballo in smoking.
Naturalmente, il fronte dei “è una vergogna” è molto affollato. Nostalgici della Standa, amanti della pietra, puristi del cotto e fan della “vecchia Settimo” si stringono in un unico abbraccio rancoroso, invocando il rispetto del paesaggio, della tradizione, e – perché no – anche della gravità.
Alcuni si dicono feriti nell’anima, altri nella vista. Qualcuno ha suggerito, molto serenamente, di abbatterlo. Un paio si sono spinti a scomodare il patriarcato, perché pare che il brutto sia più tollerato dagli uomini. Siamo ormai a un passo dall’attribuirgli la colpa del cambiamento climatico e dell’estinzione dei panda.
Dall’altra parte, un manipolo di coraggiosi osa dire: «A me piace». E qui scatta subito il linciaggio social, il sospetto di conflitti d’interesse, o – più banalmente – che nessuno abbia ancora visto davvero l’edificio da vicino.
Altri, con tono più zen, ribattono che “il mondo va avanti”, che “il nuovo può convivere con il vecchio”, che “non siamo mica nel Medioevo”. Una signora ha addirittura osato dire che «mette allegria». Una provocazione, evidentemente.
Nel mezzo, un esercito di esteti improvvisati che paragona il palazzo a tutto tranne che a un palazzo: LEGO giganti, residence marittimo, torre di Pisa caduta male, monolite alieno. Un utente ha detto che di sera sembra un albero di Natale, un altro ha chiesto se ci sarà almeno una palestra per arrampicata, e qualcuno ha ricordato con rimpianto i tempi in cui un’insegna luminosa in centro veniva considerata eccessiva. Ma un palazzo di sette piani? Tranquilli, quello è riqualificazione urbana.
Tra i più pragmatici c’è chi fa notare che gli appartamenti sono già stati venduti tutti. E qui il dibattito si spacca di nuovo: c’è chi grida al “complotto dei costruttori” e chi si limita a rosicare in silenzio, pensando che, con quello che costa un bilocale lì dentro, ci si compra mezzo Molise.
La verità? Nessuno sa più se questo palazzo sia davvero brutto, o se ci stia solo antipatico. Ma come ogni opera discussa che si rispetti, ha compiuto la sua missione: ha dato un senso alla settimana, ha risvegliato coscienze dormienti e ha permesso a centinaia di persone di riscoprire il gusto di litigare online.
Insomma, a Settimo non si è costruito un palazzo. Si è costruito un simbolo. Del disagio, del progresso, dell’estetica confusa e del “io a viverci non ci andrei nemmeno se me lo regalassero (ma poi magari ci penso)”.
E adesso aspettiamo il prossimo: ce ne sono altri due in arrivo. Preparate i popcorn. E i commenti.
Il progetto di riqualificazione dell'area ex Standa a Settimo Torinese ha avuto un percorso articolato nel tempo.L'iniziativa, promossa dalla società immobiliare Lo Smeraldo s.r.l., prevedeva la demolizione dell'ex centro commerciale Standa e la costruzione di tre torri residenziali di 15, 13 e 11 piani, corredate da una piastra commerciale/terziario e due livelli interrati. Il progetto, firmato dagli architetti Angelo Delli Gatti e Maurizio Gontier dello studio ADstudio, è stato presentato nel 2011.
L'iter autorizzativo ha seguito le procedure standard, con il rilascio del permesso di costruire da parte del Comune di Settimo Torinese, che ha rispettato tutti i passaggi burocratici e amministrativi previsti dalla normativa.
Tuttavia, il progetto ha incontrato delle opposizioni. Nel 2018, alcune proprietarie confinanti hanno presentato un ricorso al TAR contestando la legittimità della licenza edilizia. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto il ricorso, affermando che eventuali problematiche relative al rispetto delle distanze avrebbero dovuto essere contestate tempestivamente. Successivamente, nel dicembre 2018, le stesse proprietarie hanno presentato una citazione al Tribunale Civile di Ivrea, chiedendo la dichiarazione di illegittimità del permesso di costruire e la demolizione del manufatto. In attesa dell'esito del giudizio, la società Lo Smeraldo s.r.l. ha deciso di sospendere i lavori nel 2019.
A novembre 2021, il Tribunale di Ivrea ha rigettato le richieste delle ricorrenti, giudicando che la licenza e la costruzione non violavano le distanze, le altezze e le cubature prescritte dalla normativa. Confortata da tale esito, la società ha ripreso i contatti con progettisti e impresa esecutrice, il Gruppo Piotto, per riprendere i lavori nel più breve tempo possibile.
L'intervento prevede, oltre alle tre torri residenziali, la realizzazione di una galleria commerciale e terziaria con negozi e uffici, una piazza pubblica e un parco sopraelevato.
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