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"Puliamo noi, ma il Comune non risponde": rifiuti ancora abbandonati sulla via Francigena. Chivasso dov'è?

Galleani, terra di nessuno: i volontari raccolgono, i rifiuti restano

"Puliamo noi, ma il Comune non risponde": rifiuti ancora abbandonati sulla via Francigena. Chivasso dov'è?

I rifiuti rimasti da raccogliere

Bruno Vannucci è uno che ci crede. Uno che non si arrende al degrado. Uno che, nel 2021, insieme a un gruppo di amici con la passione per la natura e la montagna, ha deciso di dire basta ai rifiuti sparsi sui sentieri della collina torinese. “Ci siamo messi a raccogliere l’immondizia che trovavamo ovunque: sacchi, bottiglie, elettrodomestici, copertoni. Di tutto. E non ci siamo limitati a pulire: abbiamo iniziato a mantenere i sentieri percorribili e curati. Su Gassino, Castiglione, a volte anche Castagneto”.

Il gruppo, nel tempo, ha anche avviato una collaborazione con i custodi dell’ostello di Lamporo, prendendosi cura del tratto della Via Francigena che attraversa la zona Galleani di Chivasso, tra le campagne e il Po. Un angolo di Piemonte amato da viandanti e turisti, che però rischia di diventare una discarica a cielo aperto.

La pulizia eseguita il 14 aprile 2024

“Il 14 aprile 2024 abbiamo fatto un’altra giornata di manutenzione: trattore, attrezzi, volontari. Abbiamo pulito il sentiero e raccolto i rifiuti. Non era la prima volta: lo avevamo già fatto nel 2021 e nel 2022”. Come sempre, dopo l’intervento, Vannucci ha scritto all’assessore all’Ambiente del Comune, indicando la posizione precisa dei cumuli raccolti e chiedendone la rimozione. “Fino al 2024 l’Amministrazione ci aveva sempre risposto e ringraziato. Ma quest’anno, silenzio. Nessuna risposta, nessun intervento”.

A quel punto, Vannucci contatta Seta, il Consorzio di Bacino. “Per la prima volta mi chiedono di compilare un modulo per la richiesta di collaborazione. Lo faccio subito, lo invio. Ma dopo mesi ritirano solo uno dei due cumuli, quello vicino alla SP590. L’altro, che si trova più all’interno, a circa 400 metri di distanza, è ancora lì. E parte dei rifiuti si sono già risparsi in giro. Una bella cartolina per chi arriva dalla Francia”.

Le foto parlano chiaro: cumuli di spazzatura che giacciono dimenticati in un angolo di Piemonte che dovrebbe essere un’oasi di bellezza. Invece è diventato simbolo di un cortocircuito tra cittadini attivi e istituzioni sorde.

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