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L’ultimo Carnevale? L’inchiesta della Procura di Ivrea scuote le fondamenta della tradizione di Chivasso

Il presidente della Pro loco l'Agricola sotto i riflettori, ma dal sindaco e dall'assessore nessuna parola

L’ultimo Carnevale? L’inchiesta della Procura di Ivrea scuote le fondamenta della tradizione di Chivasso

L’ultimo Carnevale? L’inchiesta della Procura di Ivrea scuote le fondamenta della tradizione di Chivasso

A Chivasso, lo spettro che aleggia sulla città in queste settimane è pesante, ingombrante, e ha il volto di un’indagine che minaccia di far crollare uno dei pilastri storici della comunità: il Carnevale.

L'inchiesta della Procura di Ivrea che vede protagonista la Pro loco L’Agricola e il suo presidente Davide Chiolerio sta assumendo contorni sempre più cupi e preoccupanti. L'accusa è gravissima: truffa ai danni dello Stato, nello specifico per presunte irregolarità nella gestione dei contributi pubblici ministeriali destinati al Carnevale Storico negli anni della pandemia, 2021 e 2022.

La Guardia di Finanza, su disposizione della sostituta procuratrice Giulia Nicodemi, ha sequestrato verbali, documenti contabili e dispositivi informatici sia nella sede della Pro loco a Palazzo Rubatto, sia negli uffici del Comune. Sotto la lente degli investigatori sono finiti contributi statali erogati dal Ministero dei Beni Culturali per quasi 50 mila euro annui. Ma potrebbe non essere finita qua.

Sotto la lente tutti i contributi pubblici, non solo quelli concessi dal Ministero, ma anche quelli di Regione Piemonte e del Comune di Chivasso dal 2020 al 2024. E qui si apre un'altra partita, quelle di altre spese "chiacchierate", come l'acquisto dell'abito della Bela Tolera (tradizionalmente pagato dalla protagonista), costumi degli Alfieri, compensi ad influencer e acquisto di fiori per il carro della Bela Tolera.

Le verifiche sono soltanto all’inizio, ma l’inquietudine già serpeggia nelle piazze e sotto i portici di via Torino.

I chivassesi temono che il Carnevale conclusosi il 9 marzo scorso possa essere l’ultimo capitolo di una storia lunga e gloriosa. E a sparire non sarebbe solo il Carnevale, ma anche la Patronale di agosto, con la celebre serata dei Borghi in Piazza, entrambi sotto la regia della stessa Pro loco.

In tutto questo, quello che lascia ancora più perplessi è il silenzio assordante che proviene dal Palazzo Santa Chiara.

Né il sindaco Claudio Castello, né tantomeno l'assessore alla Cultura e alle manifestazioni Gianluca Vitale, hanno ritenuto opportuno fornire chiarimenti o rassicurazioni ai cittadini.

Claudio Castello sindaco

Dal Comune, per ora, solo un gelido e sconcertante mutismo. Ma è proprio ora che la città avrebbe bisogno di risposte certe, di una presa di posizione chiara, di un'assicurazione che le tradizioni e la cultura locale non saranno sacrificate sull’altare delle polemiche e delle eventuali responsabilità giudiziarie.

La Pro loco L’Agricola è sotto esame, e il destino del suo presidente Davide Chiolerio, assistito dall'avvocato Maria Frezza del Foro di Torino, appare incerto, così come la tenuta stessa del Carnevale.

È evidente che qualcosa non abbia funzionato nella gestione amministrativa dell'ente, ma proprio per questo sarebbe doveroso da parte dell’amministrazione comunale rompere il silenzio e chiarire come intenda agire. La città si aspetta che sindaco e assessore escano allo scoperto, prendano una posizione chiara e offrano garanzie che il Carnevale e la Patronale non scompariranno.

Chivasso non merita questo silenzio. Non lo meritano i cittadini, né le decine di volontari che ogni anno lavorano per mantenere viva la tradizione. Che ne sarà del Carnevale della città?

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