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01 Aprile 2025 - 09:47
La Val di Susa diventa teatro di guerriglia: fino a che punto si spingeranno le proteste No Tav?
La Val di Susa è da anni al centro di un acceso dibattito riguardante la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Le proteste del movimento No Tav hanno spesso assunto connotati di forte opposizione, ma recenti sviluppi evidenziano un'escalation nelle modalità di contestazione. Secondo una relazione della Digos di Torino, gli antagonisti avrebbero adottato tecniche di guerriglia ispirate a quelle utilizzate in contesti bellici come il Kurdistan, adattandole al particolare ambiente boschivo della valle.
Questo cambiamento strategico è emerso nell'ambito di un'inchiesta sul centro sociale Askatasuna, culminata nel rinvio a giudizio di 28 militanti. La relazione della Digos sottolinea come la mobilitazione contro il Tav sia divenuta "il principale terreno di scontro con lo Stato" da parte degli antagonisti, evidenziando l'impiego di "ordigni esplosivi" e strumenti artigianali sofisticati. Tra questi, spicca un dispositivo noto come "sparapatate", descritto come un'arma letale in grado di lanciare oggetti a lunga gittata con velocità paragonabile a quella di un proiettile.
Aria di guerriglia
L'adozione di tali strumenti e tattiche indica una preparazione e una determinazione che trascendono le tradizionali manifestazioni di dissenso. L'utilizzo di tecniche mutuate da scenari di guerra solleva preoccupazioni significative riguardo alla sicurezza pubblica e all'ordine sociale nella regione. La Val di Susa, già teatro di numerosi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, rischia di trasformarsi in un'area di conflitto permanente, con implicazioni potenzialmente gravi per la popolazione locale.
La comunità e le autorità locali si trovano di fronte alla sfida di gestire una situazione sempre più complessa. È fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra le parti coinvolte, al fine di prevenire ulteriori escalation e garantire che le legittime espressioni di dissenso non sfocino in atti di violenza. La tutela della sicurezza pubblica deve procedere di pari passo con il rispetto dei diritti democratici, cercando soluzioni che possano conciliare le diverse esigenze e prospettive presenti sul territorio.
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