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Fotovoltaico, la farsa di Piastra: sapeva tutto e ha taciuto

Maugeri all’attacco: “La sindaca si muove solo dopo l’interpellanza. I cittadini traditi, le aziende agricole abbandonate”

Fotovoltaico, la farsa di Piastra: sapeva tutto e ha taciuto

In foto Elena Piastra e Maonolo Maugeri

A Mezzi Po, il sole non porta energia, ma rabbia. Non quella che produce elettricità, ma quella che sale in chi lavora la terra e oggi la vede minacciata da un progetto che puzza di speculazione lontano un miglio. Al centro della bufera, un appezzamento da 50 mila metri quadri, da sempre coltivato, ma oggi sul punto di essere trasformato in un parco fotovoltaico.

A infiammare la protesta non ci sono solo gli agricoltori. In Consiglio comunale Manolo Maugeri della Lega, è andato all’attacco frontale. Il bersaglio è chiaro: la sindaca Elena Piastra, accusata di essersi attivata solo dopo la presentazione di un’interpellanza.

“Si è svegliata adesso, improvvisamente illuminata. Peccato che il problema fosse noto da mesi”, stigmatizza Maugeri.

Il motivo del suo sdegno è semplice: “Dice di aver suggerito lei ai residenti di raccogliere le firme. Ma allora com’è possibile che in quel testo ci sia scritto che il Comune non ha dato alcuna informazione? E perché è indirizzato proprio a lei? Se era tutto sotto controllo, perché questo silenzio totale fino a quando qualcuno non ha alzato la voce?”

Poi il fendente: “Sono i soliti giochi di prestigio dell’amministrazione. Prima fanno finta di niente, poi quando la questione esplode fanno i saputelli. Ma la realtà è una: da gennaio sapevano e hanno fatto scena muta”.

E mentre Palazzo Civico taceva, sul territorio le cose si muovevano eccome. Il contratto d’affitto del campo in questione, coltivato per anni da Roberto Racca, non è stato rinnovato. In arrivo, pare, un’offerta economicamente più vantaggiosa: pannelli al posto del mais.

Secondo la legge nazionale, basta essere entro 500 metri da un’area industriale per poter piazzare un impianto. A Settimo, dove le fabbriche spuntano come funghi, questa condizione vale quasi ovunque.

Il rischio? Che buona parte del tessuto agricolo venga sacrificato sull’altare della rendita energetica.

Roberto Racca

Manolo Maugeri

Roberto Moncalvo, ex presidente nazionale di Coldiretti e oggi a capo della sezione settimese, non usa giri di parole: “Ci sono almeno 35 aziende agricole attive, molte con giovani imprenditori e lavoratori. Se parte una corsa all’oro del fotovoltaico, spariranno. E con loro un’intera economia locale”.

Dalla Coldiretti è arrivata una richiesta precisa: bloccare la trasformazione urbanistica dei terreni più fertili e tutelare le coltivazioni di prima e seconda categoria. Ma non solo. Anche i residenti di Mezzi Po si sono mobilitati: centinaia di firme raccolte per difendere il paesaggio e il lavoro agricolo.

Qui si inserisce il dettaglio surreale: la sindaca che sostiene di aver incoraggiato i cittadini a scrivere il documento. Una dichiarazione che, se vera, suona come un’ammissione di colpevolezza: “Vuol dire che ha ammesso di non aver fatto nulla, al punto da invitare la popolazione a chiederle di fare qualcosa. Geniale”, ironizza Maugeri.

Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, messa alle strette, Piastra ha provato a rilanciare, annunciando che verrà introdotta una variante al Piano Regolatore per “mettere alcuni puntelli”. Ma anche stavolta, la narrazione si sposta sulle responsabilità altrui: “È la legge regionale che va cambiata”, ha dichiarato.

Una strategia che Maugeri smonta senza esitazioni: “La sindaca vuole lo scontro con la Regione per poi fare la vittima, ma anhe perchè è in campagna elettorale permanente. Il Comune ha gli strumenti per opporsi. Può fare opposizione, può dire no. E invece? Immobilismo totale. E ora si nasconde dietro le competenze regionali”.

Dal canto suo, la Regione Piemonte ha annunciato l’apertura del Tavolo verde, dove il tema sarà discusso con le rappresentanze agricole. “Ne parleremo nelle sedi opportune”, ha detto l’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni. Intanto, però, le aziende perdono ettari, i contratti agricoli saltano, e il territorio rischia di essere svenduto in silenzio.

Insomma, il fotovoltaico a Settimo rischia di produrre più disastri che energia.  

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