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Gatto impallinato in paese: si passano al setaccio i video delle telecamere

Subito tanto lavoro per l'associazione "Cuore di Gatto", che ha sottoscritto la convenzione con il Comune

Gatto impallinato in paese: si passano al setaccio i video delle telecamere

Gatto impallinato in paese: si passano al setaccio i video delle telecamere

Con apposita delibera, qualche giorno fa la giunta comunale, presieduta dal sindaco Antonino Careri, con la presenza al completo della squadra degli assessori Gallon, Stefano Pellegrino, Romina Merlo e Elisabetta Marchisio, ha approvato l’attesa “convenzione” con l’associazione “Cuore di gatto”.

Il Comune assegna alla Cuore di gatto numerosi compiti circa la cura dei gatti, le concede l’uso di locali comunali, le eroga un contributo economico. In cambio, l’associazione accetta formalmente di assumersi molteplici compiti, e di adempiere ad ulteriori impegni tra i quali una relazione annuale sul lavoro svolto e una rendicontazione delle spese sostenute e dei contributi e donazioni, pubblici e private, ricevuti. La convenzione dura quattro anni rinnovabili automaticamente per altri quattro salvo richiesta di recesso o modifica avanzata da una delle due parti. Nel proprio profilo facebook la “Cuore di gatto” pubblica il numero di telefono, l’indirizzo di posta elettronica, e altre istruzioni per fornire collaborazione e offrire donazioni.

I COMPITI DEL COMUNE E DELL’ASSOCIAZIONE

L’oggetto della convenzione è già enunciato fin dal titolo della deliberazione: 1) affidamento alla Cuore di gatto della gestione delle colonie feline censite o presenti sul territorio comunale; 2) la prevenzione del randagismo, la protezione e la tutela della salute e del benessere dei gatti randagi, persi, abbandonati, senza proprietario, in attesa di adozione o comunque bisognosi di assistenza e/o cure veterinarie rinvenuti sul territorio comunale.
Perché il Comune ha voluto stipulare questa convenzione? Le ragioni sono ricostruibili leggendo la deliberazione: in breve, difficilmente un piccolo o medio Comune può far fronte a tutti gli obblighi che la normativa gli impone. La legge regionale n. 16 del 29 aprile 2024 accolla infatti ai Comuni, con l’eventuale contributo della Regione, le spese per il controllo della popolazione felina compreso il compenso del veterinario incaricato della sterilizzazione e della castrazione, e la gestione di rifugi per cani e gatti. E persino la “cattura, il trasporto, la custodia e le eventuali cure degli animali d’affezione senza proprietario o feriti o rinvenuti sulle strade di sua competenza”.

LA COLLABORAZIONE FRA COMUNE E ASSOCIAZIONE

Basta pensare a questo ultimo compito per comprendere che un Comune con pochi dipendenti amministrativi e pochi vigili non può farcela da solo: il sindaco non può certo mandare alcuni vigili tutto il giorno per tutto il territorio comunale a cercare i cani e i gatti abbandonati, feriti, impossibilitati a muoversi. Fortunatamente, la legge consente ai Comuni di avvalersi della collaborazione di associazioni appartenenti al Terzo Settore (cioè senza scopo di lucro) come la Cuore di gatto.
Concedendo appunto, ad esempio, all’associazione locali comunali e contributi economici. In questo caso il contributo minimo annuo ammonta a 1.000 euro l’anno. Ma concedere l’uso di locali comunali ed erogare contributi significa per il Comune utilizzare beni e soldi dei cittadini. Ed è pertanto tenuto ad operare nel modo più rigoroso e attento possibile, come i cittadini giustamente si aspettano. Anche per questa ragione è utile che il Comune si affidi ad una associazione regolarmente costituita, iscritta all’albo nazionale del Terzo Settore, provvista di statuto, con un responsabile al quale chiedere conto, obbligata dalla convenzione a rendicontare e a rispettare tutti i patti.

Antonino Careri sindaco di Montanaro

I DOVERI DELL’ASSOCIAZIONE

I compiti che l’associazione si impegna ad assolvere sono tanti. Oltre alla gestione delle colonie feline censite o presenti nel territorio comunale, l’associazione dovrà eseguire una lunga serie di attività. La convenzione ne elenca tredici “a mero titolo esemplificativo”. Non solo quelli ovvi, come il controllo sanitario degli animali, l’impiego di microchip come mezzi di certificati di identificazione, l’assistenza ai gatti randagi. Ma anche la periodica sanificazione dei locali concessi dal Comune e la loro manutenzione ordinaria, la pulizia e la manutenzione delle colonie feline, l’acquisto di cibo, antiparassitari, medicinali per le terapie, la promozione delle adozioni, la segnalazione o denuncia alle autorità preposte di eventuali maltrattamenti e abusi, compreso l’abbandono.
L’associazione si obbliga a redigere, e consegnare al sindaco, una relazione annuale sul proprio operato comprendente il “rendiconto economico dettagliato delle spese sostenute” con allegata copia “delle relative pezze giustificative”. Infine, l’associazione deve comunicare al Comune i nomi dei soci operativi e le eventuali variazioni, nomi che a sua volta il Comune trasmette all’ASLTO4 in quanto notifiche di legge.

LE ATTIVITA’ GIA’ IN CORSO

Va aggiunto che l’associazione, fondata il 15 gennaio 2025, non ha atteso la convenzione per cominciare ad operare. In questi due mesi e mezzo ha eseguito numerosi interventi – a proprie spese e avvalendosi di donazioni – dei quali dà conto nel proprio profilo Facebook. Particolarmente doloroso è stato il ritrovamento di un gatto che era stato investito da un automezzo il cui conducente non si era fermato a prestare soccorso. È stato portato d’urgenza dalla veterinaria dottoressa Laura Berger di Foglizzo, che ha riscontrato “trauma cranico, bacino e sterno fratturati, zampa posteriore destra con frattura esposta. Il gatto … era privo dell'occhio destro”. Malgrado le cure prestate, il gatto è andato in arresto cardiaco ed è spirato.

Nel post sul proprio FB, l’associazione ricorda che “non fermarsi e non soccorrere un animale investito è passibile di denuncia per omissione di soccorso ai sensi dell'art. 544 ter del Codice penale, oltre ad una sanzione amministrativa ai sensi del Codice della strada da 413,00 a 1658,00 euro”. Il gatto è stato ritrovato nell’abitato, e non si esclude che le telecamere abbiano potuto memorizzare il numero di targa. E non basta: nel corpo del gatto c’erano quattro pallini di carabina. Così il reato si aggrava e, se l’eroico fucilatore verrà trovato, per lui saranno guai. Pare che nel Canavese si stia diffondendo questo sport da povere testine, che va ad aggiungersi ai “soliti” avvelenamenti e maltrattamenti.

GLI INCONTRI CON LA POPOLAZIONE

L’associazione ha inoltre organizzato a Ca’ Mescarlin tre incontri con la popolazione, il 6 marzo, giovedì 3 aprile ore 17 e lunedì 14 aprile ore 17. Riguardano la cura di cani e gatti. Sono dedicati rispettivamente a “prevenire” prima di dover curare, alla sterilizzazione, e alle principali infezioni (FIV, FeLV, FIP). Le relazioni sono svolte da specialisti, veterinari e ricercatori universitari: il dottor Emanuele PECCIOLI, veterinario, la dottoressa Patrizia PONZIO, ricercatrice dell’Ospedale Veterinario dell’Università di Torino, i professori Elena GRECO e Alessandro MANNELLI, entrambi docenti di malattie infettive degli animali domestici nell’Università di Torino.

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