Cerca

Attualità

Una nuova autostrada nel verde: è scontro sulla Gronda Est

Comitati e cittadini denunciano consumo di suolo, aumento del traffico e danni alla salute pubblica

Una nuova autostrada nel verde

Una nuova autostrada nel verde: è scontro sulla Gronda Est (foto di repertorio)

Un progetto da oltre 750 milioni di euro, 20 chilometri di asfalto, viadotti, trincee e gallerie nel cuore della Collina torinese, patrimonio riconosciuto dall’UNESCO come area MaB – Man and Biosphere. È questa la Gronda Est, la nuova infrastruttura viaria promossa dalla Città Metropolitana di Torino, pensata per collegare le autostrade A21 Torino-Piacenza e A4 Torino-Milano, bypassando il nodo urbano del capoluogo. Un progetto che, secondo il comitato NoTangEst – NoGronda, non è solo inutile, ma pericoloso per la salute e il paesaggio.

Per informare la cittadinanza e contrastare l’opera, il prossimo giovedì 4 aprile 2025, alle 20,30, si terrà un incontro pubblico nella Sala Consiliare di via Mazzini a Gassino Torinese. L’appuntamento, intitolato “Cosa è la Gronda Est – Informiamoci per difendere la Collina gassinese”, è promosso dall’associazione Il Tuo Parco insieme al coordinamento NOTANGEST, con la partecipazione di attivisti, tecnici e cittadini. In apertura sarà proiettato un videointervento del climatologo Luca Mercalli, volto noto del dibattito ambientale italiano.

Le ragioni della protesta affondano in un’analisi tecnica e ambientale precisa. Secondo i promotori, la Gronda Est attraverserebbe un’area di elevato pregio paesaggistico e agricolo, devastando irreversibilmente un territorio già fragile. L’intervento prevede la costruzione di una galleria di 1.300 metri, una trincea di 750 metri, due svincoli e una viabilità di raccordo che interesserebbe i Comuni di Gassino, Castiglione, Sciolze, Pavarolo e Chieri, passando anche vicino all’abitato di Bardassano.

Tra le criticità principali evidenziate dai comitati:

  • Aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico, dovuto al previsto transito di oltre 40.000 veicoli al giorno;

  • Consumo di suolo e compromissione delle falde acquifere;

  • Perdita di valore turistico, agricolo e paesaggistico delle colline, oggi ancora a vocazione mista;

  • Rischi sanitari, in particolare per le popolazioni esposte a polveri sottili e gas di scarico in zone già congestionate dal traffico.

Il comitato denuncia anche il costo economico dell’opera, stimato in mezzo miliardo di euro, con il rischio concreto di un raddoppio dei costi in fase esecutiva, come già accaduto per altri progetti infrastrutturali simili. Una spesa considerata insostenibile alla luce dell’emergenza climatica, in netto contrasto con gli obiettivi di transizione ecologica e riduzione delle emissioni climalteranti.

Il timore è che la Collina, oggi polmone verde di Torino e area riconosciuta per la sua biodiversità, possa essere sacrificata per una logica infrastrutturale datata, che non tiene conto dei reali bisogni di mobilità sostenibile. I promotori propongono infatti investimenti alternativi: rafforzamento del trasporto pubblico locale, miglioramento della rete ferroviaria e valorizzazione del territorio attraverso progetti a basso impatto ambientale.

A rafforzare la mobilitazione, il comitato ha annunciato anche una manifestazione pubblica il prossimo 12 aprile a Chieri, con partenza dalla stazione ferroviaria alle 15, aperta a cittadini, associazioni, amministratori e realtà del territorio.

La Gronda Est non è solo un’infrastruttura, avvertono gli organizzatori: è una scelta di modello di sviluppo, una linea che divide due visioni contrapposte del futuro. E la Collina di Gassino, simbolo di questo scontro, rischia di pagare il prezzo più alto.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori