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Infermieri al centro: a Torino si apre un confronto per cambiare la sanità dal basso!

Il Commissario Schael incontra il Presidente OPI Bufalo: carenza di personale, formazione e valorizzazione al centro del confronto

Infermieri al centro

Infermieri al centro: a Torino si apre un confronto per cambiare la sanità dal basso!

Un confronto concreto, voluto e necessario, quello andato in scena tra Thomas Schael, Commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino, e Ivan Bufalo, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino. Un primo passo verso un nuovo approccio condiviso per affrontare le criticità strutturali della professione infermieristica, in un momento in cui il sistema sanitario nazionale si trova sotto pressione come non mai.

L’incontro si è incentrato su alcuni nodi ormai cronici: carenza di personale, qualità dell’assistenza, progressione di carriera e valorizzazione delle competenze. Bufalo ha parlato senza mezzi termini di “un momento di grande difficoltà” e della necessità di “soluzioni efficaci per garantire condizioni di lavoro adeguate ai professionisti e assistenza di qualità ai cittadini”. L’auspicio, ha spiegato, è costruire “un impegno comune” tra istituzioni e professionisti per rispondere a una crisi che si aggrava ogni giorno, con turni insostenibili, demotivazione crescente e un’intera categoria che chiede dignità, ascolto e riconoscimento.

Schael ha ribadito la centralità della Città della Salute, il principale polo sanitario del Piemonte, che conta circa un quarto degli infermieri e infermieri pediatrici iscritti all’Ordine torinese. Per il Commissario, il futuro passa dall’attrattività della professione, dall’innovazione organizzativa e dall’investimento su modelli che valorizzino il ruolo infermieristico. Tra le proposte concrete emerse nel confronto c’è la creazione di un reparto universitario infermieristico, un centro formativo all’interno dell’AOU in cui i giovani possano apprendere il mestiere in un contesto d’eccellenza, con un forte legame tra pratica e formazione.

Il tema del riconoscimento delle competenze è stato sottolineato da entrambi i rappresentanti. Non basta, hanno spiegato, aumentare i numeri in corsia: serve una svolta culturale e organizzativa che riconosca l’evoluzione della figura dell’infermiere come parte attiva del processo di cura e non solo come esecutore. Solo così sarà possibile invertire la tendenza che vede oggi sempre meno giovani scegliere la professione e molti professionisti esperti lasciare il servizio pubblico o abbandonare del tutto la carriera.

La volontà è quella di fare della collaborazione istituzionale un terreno fertile per il cambiamento. Il segnale arrivato da Torino è chiaro: la crisi della professione infermieristica non può essere ignorata, e il rilancio del sistema sanitario passa anche – e soprattutto – dalla dignità e dalla forza di chi ogni giorno è in prima linea per la salute dei cittadini.

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