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25 Marzo 2025 - 09:27
Cinque bombe a mano scoperte in una cava nel Cuneese
Una scoperta inaspettata ha riportato alla luce le cicatrici della guerra a Valdieri, nel cuore delle Alpi Marittime: cinque bombe a mano risalenti alla Seconda Guerra Mondiale sono state rinvenute all’interno della Cava n. 1 della Bastia, nel vallone dell’Infernetto, in un’area parzialmente franata e a circa 70 metri dall’ingresso della cavità. Gli ordigni, rimasti incredibilmente intatti con le sicure ancora inserite, sono stati individuati e rimossi grazie a un’operazione congiunta che ha visto protagonisti gli artificieri del 32° Reggimento Genio Guastatori di Fossano, specializzati nella bonifica bellica, e i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, chiamati a garantire l’accesso sicuro all’area.
Dopo l’estrazione, le bombe sono state trasportate in una cava locale e fatte brillare con accorgimenti specifici per contenere l’onda d’urto ed evitare danni ambientali o strutturali. L’intervento è parte di un’attività costante svolta dagli artificieri del 32° Genio, che ogni anno neutralizzano decine di ordigni inesplosi nel nord-ovest italiano. Solo nel 2024, il reggimento ha gestito oltre 70 ritrovamenti tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, un dato che sottolinea quanto il rischio bellico sia ancora radicato nel territorio. Si stima che in Italia siano ancora presenti almeno 15.000 tonnellate di ordigni della Seconda Guerra Mondiale non esplosi, e ogni anno se ne rinvengono in media 60.000.
Il ritrovamento a Valdieri si aggiunge a casi simili nella provincia di Cuneo: poche settimane fa, nel quartiere Madonna dell’Olmo, durante lo sgombero di una cantina appartenuta a un anziano collezionista, sono stati scoperti altri ordigni tra cui proiettili d’artiglieria e bombe a mano, fortunatamente rimossi senza necessità di evacuazione. Secondo le linee guida italiane, ogni cantiere in aree potenzialmente interessate da residuati bellici deve essere preceduto da una valutazione del rischio e, se necessario, da una bonifica preventiva.
È fondamentale che chiunque si trovi davanti a oggetti sospetti eviti di toccarli o spostarli, segnalando subito il ritrovamento alle autorità competenti. La memoria della guerra sopravvive anche attraverso questi pericolosi cimeli sepolti nel terreno, e la loro gestione richiede competenze, attenzione e collaborazione tra istituzioni e cittadini. Il lavoro degli artificieri e del soccorso alpino ha permesso di neutralizzare un pericolo silente e conferma quanto sia essenziale mantenere alta l’allerta. Il passato non è mai del tutto sepolto, e spesso riaffiora, anche nei luoghi più remoti.
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