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23 Marzo 2025 - 17:49
Blitz al cantiere della Città dell’aerospazio
Blitz simbolico e carico di tensione questa mattina davanti al cantiere della Città dell’aerospazio, in corso Marche, a Torino. Un piccolo gruppo di manifestanti appartenenti all’Assemblea Antimilitarista di Torino ha inscenato una protesta proprio mentre sono in corso i lavori di demolizione di una palazzina dell’ex Alenia-Aermacchi.
Un manichino insanguinato, fumogeni, cartelli e striscioni con messaggi forti: tutto per denunciare la costruzione del nuovo polo industriale legato all’aerospazio e alla difesa. “Che ci ricordano le vite rubate dalle bombe, dalle armi, dalle guerre”, spiegano i manifestanti.
In una dichiarazione diffusa sul posto, gli attivisti hanno affermato: “Guerre tra potenti che si contendono risorse, potere, indifferenti alla distruzione di città, alla contaminazione dell'ambiente, al futuro negato di tanta parte di chi vive sul pianeta. Le macerie sono solo buoni affari per un capitalismo vorace e distruttivo che ha una sola logica, quella del profitto ad ogni costo”.
Il bersaglio della protesta è il progetto congiunto che vede coinvolti attori di peso come Leonardo e il Politecnico di Torino, accusati di alimentare quella che i manifestanti definiscono la “macchina bellica”. “Mentre l'Europa – e il mondo – accelerano una folle corsa al riarmo è sempre più necessario mettersi di mezzo, inceppare gli ingranaggi, lottare contro l'industria bellica e il militarismo. No al nuovo polo bellico di Leonardo e Politecnico”, hanno dichiarato.
Il blitz ha avuto un tono fortemente simbolico e si è concluso senza incidenti. I partecipanti hanno lasciato il cantiere dopo aver lanciato l’ennesimo messaggio contro il riarmo e la militarizzazione della società: “Non contino sulla nostra rassegnazione! Noi siamo a fianco di chi diserta. Noi siamo disertori di tutte le guerre. La guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!”.
Il cantiere della Città dell’aerospazio, fortemente sostenuto da istituzioni e grandi aziende del settore, è finito così ancora una volta al centro del dibattito, stavolta per la voce di chi contesta il suo significato e il suo impatto.
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