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Altiero Spinelli, il Manifesto di Ventotene e la figuraccia della politica: tutti lo citano, nessuno lo legge

Sui social e nei talk show è tornato di moda il Manifesto di Ventotene, ma pochi sanno davvero cosa dice. Eppure è online dal 2017. Tocca ripassare la storia (e la grammatica europea)

Altiero Spinelli, il Manifesto di Ventotene e la figuraccia della politica: tutti lo citano, nessuno lo legge

Altiero Spinelli

In questi giorni, il Manifesto ha il suo momento di notorietà. Diversi giornali pubblicano il link dal quale scaricare il testo integrale del documento, altri ne riportano ampi stralci.
Dal 2017 il Manifesto è pubblicato sul sito del Senato della Repubblica: correva la XVII legislatura, presidente del Senato Pietro Grasso (16 marzo 2013 - 23 marzo 2018), già procuratore nazionale antimafia. Da allora ad oggi (prima della presidente Meloni) ci separano sette governi e una legislatura. Ma tant’è.

Gli italiani, si sa, non sono affezionati all’Europa: nelle ultime due tornate elettorali, i votanti sono diminuiti e, nel 2024, con 24 milioni e 600 mila votanti su 49 milioni e 500 mila elettori, si è espresso meno del 50 per cento degli aventi diritto; più di un milione e 500 mila le schede nulle e bianche.

Con quel diversivo sul bolscevismo del Manifesto di Ventotene, la nostra presidente del Consiglio ha avuto il merito di riaccendere i fari su un documento che in moltissimi citiamo ma in pochi conosciamo, obbligandoci perciò alla presa di coscienza della nostra ignoranza.

È venuto il momento di frequentare i corsi di recupero per conoscere non solo il titolo (che è già qualcosa), ma anche la grammatica del Manifesto. Allora, partiamo dal titolo: «Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto».Conosciuto come il Manifesto di Ventotene, il documento è stato redatto nel 1941 dal comunista Altiero Spinelli (espulso dal partito per le sue critiche allo stalinismo già nel 1937) e dall’azionista Ernesto Rossi, mentre si trovavano entrambi al confino nell’isola di Ventotene.

adfa

Il Manifesto venne pubblicato clandestinamente a Roma nel gennaio 1944, con la presentazione del socialista Eugenio Colorni, insieme ad altri due saggi di Spinelli scritti tra gli anni 1942 e 1943.

Per l’Unione Europea (finché non calerà su di essa il buio del sovranismo e del nazionalismo), Altiero Spinelli è stato «un instancabile federalista», e figura subito dopo Alcide De Gasperi nella pagina:

«I pionieri dell’UE: combattenti della Resistenza, sopravvissuti all’Olocausto, personaggi politici e persino una stella del cinema: i leader visionari descritti in questa sezione hanno ispirato l’Europa come la conosciamo oggi. Molti di loro si sono adoperati per porre fine agli orrori di due guerre mondiali e per promuovere la pace e la solidarietà, agendo da paladini dei valori fondamentali su cui si fonda l’UE».

Per l’Unione Europea, Altiero Spinelli «fu uno degli autori del Manifesto di Ventotene, uno dei primi documenti a sostegno della creazione di un’Europa unita e di una costituzione europea. Insieme ad altri prigionieri politici, collaborò a redigere il manifesto dopo essere stato incarcerato dal regime fascista italiano sull’isola di Ventotene».

QUI IL TESTO: LINK

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