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PFAS, il veleno invisibile: un incontro a Barga per dire basta all’inquinamento silenzioso

Venerdì 28 marzo a Fornaci di Barga si parlerà dei rischi legati ai PFAS, sostanze tossiche ormai diffuse nell’ambiente e nell’acqua. Interverranno attivisti, esperti e cittadini

PFAS, il veleno invisibile

PFAS, il veleno invisibile: un incontro a Barga per dire basta all’inquinamento silenzioso

Sta crescendo l’allarme legato alla presenza dei PFAS, le sostanze per- e polifluoroalchiliche che ormai da anni si accumulano nell’ambiente e nel corpo umano, senza che l’opinione pubblica ne abbia ancora piena consapevolezza. Resistenti al calore, all’acqua e ai grassi, i PFAS sono stati largamente utilizzati in prodotti di uso quotidiano come padelle antiaderenti, tessuti tecnici, imballaggi alimentari, cosmetici, ma anche in processi industriali e nelle schiume antincendio.

Il problema è che queste sostanze, definite “forever chemicals”, non si degradano facilmente e finiscono per infiltrarsi nelle falde acquifere, nei terreni e nella catena alimentare, contaminando tutto ciò che incontrano. L’Italia non fa eccezione, anzi: alcune aree del nord, in particolare il Veneto, sono da anni al centro di uno dei più gravi casi di inquinamento da PFAS in Europa. Anche in Toscana, però, cresce l’attenzione e la mobilitazione dal basso.

Venerdì 28 marzo, alle ore 21, si terrà nelle sale parrocchiali di Fornaci di Barga un incontro informativo promosso dal movimento ambientalista La Libellula, in collaborazione con gruppi locali come i Custodi degli Alberi del Suolo, l’Osservatorio Rifiuti Zero di Barga e con il patrocinio del Comune di Barga. L’evento, dal titolo “Inquinamento da PFAS. Cos’è e quali sono i rischi per la nostra salute”, vedrà l’intervento di Tommaso Panigada del Forum Lucca Acqua Pubblica e SI-cura, figura di riferimento nella battaglia per la trasparenza e la qualità dell’acqua potabile. L’obiettivo è informare la popolazione e accendere i riflettori su una minaccia concreta che spesso resta invisibile.

I PFAS si accumulano nel corpo umano e, secondo le ricerche scientifiche, possono provocare gravi conseguenze sulla salute: alterazioni del sistema endocrino, effetti tossici sul fegato, tumori, problemi alla fertilità e patologie neonatali. Alcuni studi hanno messo in relazione l’esposizione cronica a queste sostanze con il diabete gestazionale e la riduzione dell’efficacia vaccinale nei bambini. Non si tratta di allarmismo, ma di un richiamo alla responsabilità. Secondo Greenpeace Italia, che ha recentemente pubblicato una mappa nazionale della contaminazione da PFAS, milioni di cittadini potrebbero essere esposti a queste sostanze attraverso l’acqua del rubinetto, spesso senza saperlo.

A livello normativo, l’Italia è ancora indietro: i limiti di legge sono frammentari, i controlli non omogenei, e la bonifica dei territori contaminati appare ancora lontana. Intanto, la comunità scientifica e le associazioni ambientaliste chiedono l’introduzione di limiti stringenti, l’eliminazione graduale dei prodotti contenenti PFAS e un piano nazionale di monitoraggio e bonifica delle aree a rischio. L’incontro di Fornaci di Barga rappresenta un momento importante di consapevolezza collettiva, un’occasione per cittadini, esperti e amministratori di confrontarsi su una delle emergenze ambientali più urgenti del nostro tempo.

Non si tratta solo di tutelare l’ambiente, ma di difendere la salute pubblica, quella di oggi e delle generazioni future. La speranza è che da serate come questa nasca una pressione civica capace di spingere le istituzioni ad agire con decisione. Perché l’inquinamento da PFAS non è un problema invisibile: è già nelle nostre acque, nei nostri corpi, nelle nostre vite. E ignorarlo sarebbe il più grave degli errori.

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