AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
22 Marzo 2025 - 21:31
Una mattina qualunque, una vita salvata da una scarica elettrica invisibile ma decisiva. È successo a Biella, dove un uomo di 72 anni, affetto da scompenso cardiaco e reduce da un recente infarto, è stato salvato da un giubbotto defibrillatore che ha riconosciuto e interrotto in tempo un episodio di fibrillazione ventricolare.
L’uomo era stato dimesso dall’ospedale di Biella dopo un’angioplastica e un percorso cardiologico attento. Al momento del rientro a casa, il suo quadro clinico non era ancora del tutto stabile. Per questo i medici gli avevano prescritto il giubbotto defibrillatore, un dispositivo salvavita da indossare giorno e notte sotto i vestiti.
“È un trattamento integrato con un rigoroso follow-up – spiega il dottor Andrea Rognoni, direttore della Cardiologia e della Medicina e Urgenza dell’Asl di Biella – in cui l’infermiere ha un ruolo cruciale nel supportare il paziente nella gestione quotidiana del dispositivo.”
Il giubbotto defibrillatore è un dispositivo esterno che monitora costantemente l’attività cardiaca e interviene in caso di aritmie gravi. È collegato 24 ore su 24 a una centrale operativa in grado di allertare pazienti, familiari e medici in tempo reale. Può essere indossato fino a 90 giorni consecutivi, e rappresenta una protezione fondamentale per chi, appena dimesso, non può ancora beneficiare di un defibrillatore impiantabile.
Quella mattina, per il 72enne biellese, sembrava essere come tante altre. “Ero in garage a pulire gli interni dell’auto – racconta – quando ho sentito un forte capogiro. Poi più nulla.”
Al risveglio si è ritrovato steso a terra, confuso ma vivo. Sul torace, il gel blu tipico del giubbotto defibrillatore, un dettaglio che non lascia dubbi: l'apparecchio è intervenuto con una scarica salvavita, proprio come gli era stato spiegato durante l’addestramento all’uso del dispositivo.
L’uomo ha subito chiamato il figlio e il 112. In ospedale, il team di Cardiologia ha analizzato i dati memorizzati nel dispositivo, confermando l’episodio di fibrillazione ventricolare trattato dal giubbotto in maniera tempestiva ed efficace.
“È stato emozionante – ha detto il paziente – capire che quel giubbotto mi aveva realmente salvato la vita. Ora non mi separo più da lui.”
Il caso biellese è un esempio concreto di come la medicina territoriale e domiciliare, integrata con l’innovazione tecnologica, possa fare la differenza tra la vita e la morte, soprattutto per pazienti fragili. L’esperienza dell’Asl di Biella dimostra che il monitoraggio continuo e la presa in carico multidisciplinare, anche fuori dalle mura ospedaliere, sono ormai pilastri della nuova sanità.
Un episodio che restituisce speranza e dimostra, una volta di più, che la tecnologia, quando ben guidata da competenze e organizzazione, può davvero salvare la vita. Anche nel silenzio di un garage.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.