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Senzatetto dorme da due mesi su una panchina a due passi dal Municipio. Se "Chivasso c'è", dov'è?

Da "Gina la Panchina" di Castelrosso inaugurata dalla coppia di assessori Debernardi-Vitale alla panchina di piazza Carletti dove dorme un clochard nell'indifferenza generale. Il cortocircuito della sinistra chivassese è in due post che stanno diventando virali, ognuno a suo modo...

Senzatetto dorme da due mesi su una panchina a due passi dal Municipio. Se "Chivasso c'è?", dov'è?

Senzatetto dorme da due mesi su una panchina a due passi dal Municipio. Se "Chivasso c'è?", dov'è?

A Chivasso ci sono due panchine. Due simboli, due mondi, due città. Una è "Gina la Panchina", verniciata di fresco dagli studenti della scuola Savia di Castelrosso, accompagnati dagli assessori Fabrizio Debernardi e Gianluca Vitale. Una pennellata di giallo, un sorriso, una foto e via, pronti per il post su Facebook e il tag "Chivasso c'è" che l'assessore Vitale ama tanto, forse anticipando la sua prossima lista elettorale. Il messaggio dell'amministrazione Castello è semplice e ottimista: verniciare una panchina aiuta contro il cyberbullismo. Forse.

Il post dell'assessore Debernardi

Ma a Chivasso c'è anche un'altra panchina, meno fotogenica, più scomoda. Quella di piazza Carletti, a due passi dal Municipio, dove da mesi un uomo senza tetto dorme quasi ogni notte, coperto solo dal silenzio e dall'indifferenza.

A differenza della sorridente Gina, questa panchina non riceve inaugurazioni, post istituzionali o selfie degli amministratori. Piuttosto, riceve commenti di cittadini amareggiati, indignati o semplicemente stanchi, che tentano di mobilitare una solidarietà spesso frenata dal cinismo collettivo. Tra i like e i cuoricini spicca anche quello di Clara Marta, consigliera della Città Metropolitana e del Comune di Chivasso, evidentemente colpita da una situazione che stride con le promesse dell'amministrazione comunale.

Il post pubblicato nel gruppo Cittadini di Chivasso

Due panchine, due Chivasso. Una luminosa e istituzionale, che si presenta sorridente ai flash delle fotocamere e ai post autocelebrativi sui social degli amministratori. L'altra è invisibile, o meglio, resa tale dall'imbarazzo di chi dovrebbe governare e preferisce guardare altrove.

Nel frattempo, l'unico dormitorio comunale rimasto in città si avvia verso una lenta e programmata chiusura. Nel Documento Unico di Programmazione, approvato dalla Giunta Castello, i fondi dedicati ai senzatetto scompaiono progressivamente, azzerandosi entro il 2026. E poco importa che in Consiglio comunale l'assessore alle Politiche Sociali Cristina Varetto e la maggioranza giurino che "non chiuderemo nulla", perché i numeri dicono l'opposto: si sceglie di finanziare il teatro e le manifestazioni estive, ma non il letto caldo per chi vive per strada.

E' poi emblematico che proprio l'assessore Debernardi, così bravo a prendere in giro e ad attaccare sui social quei cittadini che protestano, oggi si metta in posa accanto a una panchina colorata contro il bullismo. Chi predica bene razzola male, verrebbe da dire. Ma tant'è.  Tornando alla panchina di piazza Carletti, l'indifferenza è anch'essa una forma di violenza, forse ancora più crudele, quando si manifesta nei confronti dei più deboli, degli invisibili, degli ultimi.

E allora "Chivasso c'è", caro assessore Vitale? Certo che c'è, ma non per tutti.

Sicuramente non per quell'uomo che anche questa notte dormirà sulla panchina di piazza Carletti, nella città che da una parte inaugura panchine colorate per combattere il bullismo e dall'altra toglie persino un tetto ai suoi senzatetto.

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