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Il Centro Anziani ha lasciato la storica sede. Il triste epilogo di una storia tutta canavesana

La mattina di sabato 15 marzo le chiavi dell’edificio sono state riconsegnate in Comune

Il Centro Anziani ha lasciato la storica sede. Il triste epilogo di una storia tutta canavesana

Il Centro Anziani ha lasciato la storica sede. Il triste epilogo di una storia tutta canavesana

Il Centro Anziani di Cuorgnè ha lasciato definitivamente la sede di Villa Filanda. La mattina di sabato 15 marzo le chiavi dell’edificio sono state riconsegnate al Comune.

Fra il direttivo dell’associazione e l’amministrazione comunale si era verificato uno scontro in seguito ai debiti per le spese di gestione. Spese indubbiamente onerose: dopo che la Mastropietro aveva lasciato l’edificio, il Centro Anziani era rimasto da solo a sostenerle. Spese, soprattutto, impossibili da effettuare in concreto  perché la nuova gestione, al momento dell’insediamento, si era ritrovata con le casse quasi  vuote. 

Villa Filanda a Cuorgnè

Il caso era esploso lo scorso autunno: il Comune aveva proposto altri locali ma l’associazione li aveva rifiutati ritenendoli inadatti ed anche perché, nell’atto di acquisto dell’immobile, era stata inserita una clausola che lo destinava a questa funzione.

La situazione si è trascinata fino ad ora ma, rimasti da tempo senza riscaldamento, gli anziani si sono arresi. 

Il capogruppo della formazione di minoranza <Cuorgnè C’è> Davide Pieruccini, che si era schierato al fianco del direttivo, commenta negativamente l’epilogo della vicenda: “Chiudere, in questo contesto,  non solo rappresenta una soluzione estrema, ma anche una mancanza di visione e di responsabilità nei confronti dei cittadini. Doveva essere fondamentale promuovere collaborazione e dialogo piuttosto che chiudere un locale caldaia lasciando al freddo una categoria fragile”. Con un audace paragone parla di un “assedio stile Stalingrado” che “a distanza di 80 anni ha portato ad un esito differente da quello che abbiamo letto sui libri di storia…purtroppo, stremati e sempre più soli, non hanno avuto altra scelta che alzare bandiera bianca. Con questa decisione passa il messaggio sbagliato, e se questa è la strada non lamentiamoci se la Città sarà sempre più povera ma costosa”. Rifacendosi ad un’altra vicenda (quella del trasferimento di 111 dipendenti della Tenneco a Chivasso) che lo riguarda in prima persona, conclude la sua dichiarazione con un “ Ultimamente odio le chiusure…tutte! La battaglia politica non si fermerà di certo qui”.

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