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In Canavese c'è un paese dove gli anziani sono sul piede di guerra

Sfrattati dalla sede storica della loro associazioni, protestano contro il Comune e promettono battaglia

Cuorgnè

Il Centro Anziani di Cuorgnè sul piede di guerra per lo sfratto da Villa Filanda

Da un villino d’epoca immerso nel verde ad un locale nel centro cittadino, privo di spazi esterni ed anche di ascensore. È questo il destino che l’amministrazione comunale di Cuorgnè vuole riservare al Centro Anziani, sfrattandolo da Villa Filanda, la sede acquistata a suo tempo dal Comune con questa precisa destinazione.

La villa, situata in un’area adiacente a quella dell’ex-manifattura, risale ai tempi d’oro del cotonificio ed era uno degli edifici destinati ad abitazione per i dirigenti. Non ha dimensioni particolarmente rilevanti ma la posizione è invidiabile, con tutto quel verde intorno, sicuramente sottoutilizzato ma che consentiva comunque ai fruitori del centro di sostare all’aperto, organizzarvi attività durante la bella stagione, passeggiare in un’area protetta lontani dal traffico, dai rumori e dai pericoli. Dall’altro lato della strada si allunga lo stabilimento della Tenneco (già Trione, poi Federal-Mogul) ma, una volta varcato il cancello e passati al di là del muro di recinzione, non se ne avverte la presenza. La zona è defilata rispetto al centro cittadino ma raggiungibile a piedi in pochi minuti lungo un comodo marciapiede, mentre chi arriva in automobile trova a poca distanza un parcheggio ampio e gratuito.

Perché l’amministrazione Cresto ha deciso di togliere la sede agli anziani? Non senza motivo, in verità, visto che esistono debiti pregressi che il Centro non è in grado di sanare, ma la decisione lascia comunque perplessi.

Alcuni esponenti del direttivo del centro anziani di Cuorgnè

Cosa sia successo lo hanno spiegato gli esponenti dell’attuale direttivo nel corso di un incontro con gli organi di stampa tenutosi la mattina di lunedì 4 novembre. Il vicepresidente Carmine Comberiati ha fornito i numeri: “Durante la gestione precedente non erano stati versati al Comune i soldi dovuti ed oggi li chiedono a noi. È una grossa cifra: 1.585 euro per il 2022 e 2.088 per il 2023, oltre a quelle dell’anno in corso. Vogliamo pagare ma per la parte che ci compete: siamo entrati in carica un anno fa e ci siamo ritrovati in cassa 250 euro. Il contratto era scaduto, ce lo hanno prorogato per sei mesi a partire dal 1 novembre 2023, poi ci è stato concesso l’utilizzo in via provvisoria e per cinque mesi dell’esterno, con possibilità di usufruire della tensostruttura nelle giornate di pioggia per chi veniva qui a giocare a carte. Alla scadenza del 30 settembre – ha proseguito Comberiati – ci hanno comunicato che non potevamo più rimanere. Per il momento continuiamo a venirci ma siamo senza riscaldamento. Abbiamo chiesto un altro incontro, senza ottenere risposta: ci è solo stata fatta l’offerta di trasferirci in Via Asilo, nel locale sopra l’Ufficio Postale, che non ha spazi esterni ed è pure senza ascensore. Non siamo nemmeno andati a vederlo”.

La questione non è di facile soluzione perché è ovvio che il Comune deve avere i conti in regola così com’è vero che una parte degli attuali esponenti del direttivo era consigliere nella passata gestione. “Non abbiamo mai avuto la possibilità di controllare i conti – spiegano – e ci siamo fidati”.

Come spesso accade nelle associazioni senza scopo di lucro, le responsabilità sono grandi ma le competenze finanziarie no. Sugli ammanchi è stata anche presentata una denuncia alla procura di Ivrea.

Oltre al contenzioso per le spese, ci sono altri problemi: all’Associazione Mastropietro, che aveva gestito per anni il resto degli spazi (il Centro Anziani è al 2° piano) sarebbe dovuta subentrare una nuova associazione ma i bandi sono andati deserti ed il peso della gestione ricadrebbe tutto sulle spalle del Centro Anziani, che ovviamente non sarebbe in grado di reggerlo.

Come in tutte le situazioni critiche, si potrebbe cercare una soluzione e magari arrivare ad un compromesso ma bisogna vedere se l’amministrazione comunale sia interessata a farlo.

Villa Filanda a Cuorgnè

La questione non sembra tuttavia destinata a chiudersi qui. Il consigliere comunale di minoranza Davide Pieruccini, capogruppo di Cuorgnè C’è ha presentato una richiesta di Accesso agli Atti per verificare l’esistenza di una clausola, inserita nell’atto di acquisto dell’immobile, che prevedeva espressamente la sua destinazione a Centro Anziani. La cosa non sorprende, visto che l’allora sindaco Giancarlo Vacca Cavalot riservava alle persone di una certa età una particolare attenzione, che gli veniva da alcune parti rimproverata in quanto considerata penalizzante per il resto della cittadinanza. A distanza di quasi trent’anni, bisogna dire che forse non aveva torto, dal momento che di giovani in città ce ne sono sempre meno e di anziani sempre di più. Consentire loro di trascorrere le giornate in spazi accoglienti in mezzo al verde non potrebbe che giovare alla loro salute e quindi, indirettamente, alle casse pubbliche. Pieruccini, che si è preso a cuore il problema, dichiara: “Come gruppo consiliare siamo molto preoccupati per la situazione che si è venuta a creare. Questa struttura – oltre ad essere stata loro destinata – è ideale. Potrebbe essere sfruttata meglio, introducendo nuove attività all’aperto ed organizzandovi iniziative di vario tipo. Qualcuno si lamenta che gli anziani vengono qui solo per giocare a carte. Nel locale di Via Asilo non potrebbero fare che questo!”.

La documentazione richiesta non gli è ancora stata consegnata ma la conferma arriva da uno degli assessori di quella giunta: “Esiste un Allegato all’Atto d’Acquisto nel quale si stabilisce che almeno fino al 2050 il Centro Anziani deve rimanere lì”.

I tesserati sono al momento un’ottantina, divisi fra soci a pieno titolo ed iscritti alla sola attività di danza, limitata ai mesi estivi: per questi ultimi il costo dell’iscrizione è (o forse si dovrebbe dire “era”?) di 6 euro anziché di 10. Il centro è (o era?) aperto dal lunedì al sabato in inverno; in estate anche la domenica proprio per via del ballo.

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