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19 Marzo 2025 - 18:46
Monica Malatesta e Linda Alberto
E poi succede. Succede che, prima della battaglia, una donna arancere con 32 anni di lanci sulle spalle – 21 con gli Arduini e 11 con i Mercenari – decide che è ora di costruire qualcosa di nuovo. Unisce pezzo dopo pezzo, donna dopo donna, e un'idea prende forma: un'associazione di donne arancere, una comunità dentro la comunità.
Succede che nasce un logo. Succede che quel logo diventa un adesivo. E succede che quell'adesivo inizia a circolare, a incollarsi su caschi e divise, a diventare un simbolo riconoscibile tra le tante squadre del Carnevale di Ivrea.
A guidare questa rivoluzione gentile c'è Monica Malatesta, 52 anni, una donna a cui il Carnevale scorre nelle vene. Per lei, il progetto è semplice e potentissimo allo stesso tempo: riunire quante più donne possibili che condividono la stessa passione per il tiro delle arance, per il gesto che ogni anno trasforma Ivrea in un teatro di storia e adrenalina.
"È nato per caso, al bar. Ne ho parlato con un'amica, poi se n'è aggiunta un'altra. Sono quelle cose che nascono senza un perché, basta guardarsi negli occhi e capirsi al volo", racconta Monica.
:Monica Malatesta e Lulu Antoniciello
Al suo fianco ci sono le amiche, Linda Alberto e Lulu Antoniciello, compagne di strada in un percorso che non vuole essere una sfida, ma un'opportunità.
"Mi raccomando, scriva che non vogliamo fare concorrenza a Violetta. Non vogliamo affrontare argomenti seri...", precisa Monica con un sorriso. Non è una questione di rivalità, né di politica, né di lotta. È solo il desiderio di sentirsi parte di qualcosa, di riconoscersi, di condividere un’identità comune fatta di coraggio, forza e tradizione.
Il Carnevale di Ivrea è da sempre una festa di uomini e donne, di piazze e carri, di squadre e appartenenze. Ma le donne arancere sono una realtà forte, presente, instancabile.
Monica lo sa. Lo vive. Lo costruisce. E mentre il logo continua a viaggiare, a passare di mano in mano, di casco in casco, il seme di questa nuova comunità femminile si radica, cresce e si prepara alla prossima battaglia.
Perché il Carnevale è tradizione, ma anche cambiamento. E le donne arancere sono qui per restare e costruire, senza fretta, piano piano.
Ah, già, giusto, dimenticavamo. C'è anche un nome: "Le arancere delle piazze". Ecco come si chiamano!
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