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RSA piemontesi al collasso: famiglie disperate, operatori allo stremo

Aumenta le tariffe ma blocca le convenzioni, mentre l’Asl To4 non eroga i fondi dovuti. Strutture al collasso, lavoratori sottopagati, famiglie soffocate dai costi. Canalis (PD): “Sistema al collasso, Regione irresponsabile”.

RSA piemontesi al collasso: famiglie disperate, operatori allo stremo

Monica Canalis, consigliere regionale del Pd

Le case di riposo e le strutture per disabili, malati psichiatrici e persone con dipendenze in Piemonte sono sempre più in affanno. Le famiglie non ce la fanno più, gli operatori si sentono abbandonati, le liste d’attesa si allungano, e chi non riesce ad accedere a una convenzione si ritrova a dover pagare rette insostenibili.

La consigliera regionale Monica Canalis, del Partito Democratico, non usa mezzi termini: "La Giunta Cirio ha fatto una mossa elettorale, ha aumentato la quota sanitaria delle rette, ma non ha aumentato il numero di posti convenzionati. Ha dato con una mano e ha tolto con l’altra. E chi paga sono le famiglie".

A fine maggio 2024, a pochi giorni dal voto regionale, la Giunta ha approvato un aumento del 3,5% della quota sanitaria per i posti accreditati nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).

Una misura che, sulla carta, avrebbe dovuto aiutare le strutture, ma che nei fatti si è trasformata in un boomerang. Il sistema continua a soffrire e le famiglie restano in balia dei costi.

"Senza un aumento delle convenzioni, l’aumento delle tariffe non serve a nulla. Se non ci sono più posti in convenzione, il peso della retta resta sulle spalle di chi ha un genitore malato, di chi deve assistere un familiare non autosufficiente, di chi combatte ogni giorno contro un sistema che non garantisce diritti, ma solo ostacoli" sottolinea Canalis.

Il quadro è drammatico. In Piemonte ci sono oltre 50.000 persone che necessitano di assistenza residenziale, tra anziani con malattie neurodegenerative, disabili, persone con problemi psichiatrici e dipendenze. A dicembre 2024, nelle sole RSA, i posti letto accreditati erano 32.976, ma solo la metà erano effettivamente convenzionati con il Servizio Sanitario Regionale (SSR). Questo significa che migliaia di famiglie sono costrette a pagare di tasca propria, senza alcun aiuto da parte della Regione.

L’Asl To4, che copre un territorio vasto tra il Canavese e la provincia di Torino, è tra quelle più in difficoltà. Non ha ancora pagato il conguaglio dovuto per i mesi passati, lasciando le strutture in un limbo burocratico e aggravando la crisi finanziaria delle RSA.

"Non è accettabile che ci siano ritardi nei pagamenti. Le strutture non possono sopravvivere con promesse a vuoto. E intanto le famiglie continuano a pagare rette sempre più alte", denuncia Canalis.

Oltre ai problemi dell’Asl To4, ci sono le Asl di Asti e di altre province, che hanno addirittura bloccato nuove convenzioni per i ricoveri definitivi. Questo significa che anche chi ha diritto a un posto convenzionato rimane in attesa per mesi, se non anni. E nel frattempo? Ci si arrangia. Si pagano migliaia di euro al mese, si lasciano i propri cari in strutture private a costi proibitivi, si ricorre a badanti, si accumulano debiti.

Ma non sono solo le RSA a soffrire. I centri diurni, che accolgono persone con disabilità, anziani e malati psichiatrici durante il giorno, sono stati esclusi dall’aumento della quota sanitaria. Eppure, anche queste strutture sono fondamentali per garantire una vita dignitosa a chi ha bisogno di assistenza continua.

"Il sistema è al collasso. Gli operatori sono sottopagati, le famiglie sono allo stremo e la Regione fa finta di niente. Il nuovo contratto collettivo per le cooperative sociali è in vigore da gennaio 2024, ma senza più soldi dal bilancio regionale, i lavoratori della sanità continueranno a essere pagati poco e male", incalza Canalis.

anziani RSA

E proprio sul bilancio regionale si è consumato l’ennesimo strappo. Canalis ha presentato un ordine del giorno per impegnare la Giunta a vincolare almeno 268 milioni di euro del Fondo Sanitario Regionale per aumentare le convenzioni nelle RSA. La maggioranza di centrodestra lo ha bocciato. Nessun impegno, nessuna certezza per chi attende un posto in struttura, nessuna garanzia per le famiglie che non riescono più a sostenere il peso dell’assistenza.

"Questa Giunta governa con la logica dei bonus, piccoli interventi spot che non risolvono nulla. Ma il diritto alla salute non può essere lasciato al caso. Serve un piano serio, servono più risorse, servono più convenzioni. E invece la Regione lascia tutto sulle spalle di chi già soffre. Non possiamo accettarlo", conclude Canalis.

Nel frattempo, il problema resta. Le strutture faticano a reggere i costi, i lavoratori aspettano stipendi dignitosi, le liste d’attesa si allungano, le famiglie sono disperate. E la sanità piemontese, pezzo dopo pezzo, rischia di sprofondare.

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