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Scempio ambientale a Groscavallo: il sindaco vuole devastare il Vallone di Sea con una strada inutile

Un'opera senza logica, pericolosa e dannosa per l’ambiente: il Comune ignora i pareri tecnici e la protesta di cittadini e associazioni. Oltre 5.000 firme contro il progetto, mentre il CAI lancia l’allarme

Scempio ambientale a Groscavallo: il sindaco vuole devastare il Vallone di Sea con una strada inutile

Alice Ravinale, di sottofondo il Vallone Sea

Alice Ravinale, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio regionale del Piemonte, interviene con parole dure sulla nuova strada di accesso all’Alpeggio Gias Balma Massiet nel Vallone di Sea, nel Comune di Groscavallo, definendola un progetto “inutile, pericoloso e dannoso per l’ambiente e il paesaggio”.

Il Vallone di Sea è uno degli ultimi paradisi selvaggi delle Valli di Lanzo, un’area alpina di straordinaria bellezza, oggi minacciata da un’opera che rischia di compromettere in modo irreversibile il paesaggio.

Il sindaco di Groscavallo Giuseppe Giacomelli è determinato a realizzare, a ogni costo, una strada larga 2,5 metri per raggiungere l’Alpeggio Gias Balma Massiet, situato a 1.500 metri di quota, nonostante si trovi in un’area a rischio alluvionabilee non sia né utilizzato né utilizzabile. Il nuovo tracciato, previsto sulla destra orografica del torrente Stura di Sea, rappresenterebbe il primo passo per una successiva estensione che potrebbe portare alla progressiva cementificazione del vallone.

“È assurdo - stigmatizza Ravinale - pensare di spendere risorse pubbliche per un’opera che non ha alcuna giustificazione pratica. La superficie del pascolo è irrisoria e il sito presenta condizioni di instabilità estremamente gravi. Il Settore Tecnico della Regione Piemonte aveva espresso parere totalmente contrario, evidenziando che la zona è soggetta a valanghe, frane e smottamenti, con un livello di pericolosità molto elevato”.

Nonostante queste criticità, il Comune ha deciso di procedere, sfruttando la Legge regionale n. 10 del 4 aprile 2024, che ha sottratto la competenza alla Regione delegando ai sindaci il potere di autorizzare interventi che comportano la trasformazione del suolo su aree inferiori a 10.000 metri quadrati o scavi sotto i 5.000 metri cubi. Una modifica che ha di fatto permesso di bypassare le valutazioni tecniche più stringenti e portare avanti il progetto nonostante i pareri contrari già acquisiti.

“Questa strada non ha nulla a che vedere con la valorizzazione del territorio o con la tutela degli alpeggi - insiste Ravinale - Si tratta di un intervento che compromette l’ambiente e la sicurezza, voluto contro ogni principio di buonsenso. È grave che il sindaco ignori i pareri tecnici e si arroghi il diritto di trasformare un’area così fragile senza una reale necessità”.

L’opposizione al progetto cresce. Oltre 5.000 firme sono già state raccolte per chiedere l’annullamento dell’autorizzazione, mentre l’Associazione Ambientalista ATA ha presentato un ricorso al TAR, finanziato attraverso un crowdfunding che ha già ottenuto più di 200 donazioni.

La battaglia contro la costruzione della strada nel Vallone di Sea non è nuova. Già nel 2016, in occasione della presentazione di un progetto simile, il CAI Torino, il Club Alpino Accademico Italiano (CAAI) e Mountain Wilderness si erano mobilitati per difendere l’integrità naturale dell’area.

Dal 2017, l’associazione Valli di Lanzo in Verticale, fondata da soci CAI, organizza raduni ed eventi per promuovere un modello di turismo sostenibile, ispirandosi all’esperienza della Val Maira, dove la natura è stata tutelata senza ricorrere a interventi invasivi.

Solo pochi mesi fa, nel maggio 2024, il CAI Torino ha ribadito la sua contrarietà alla costruzione della strada con una lettera inviata al Comune di Groscavallo, avvertendo che l’opera potrebbe alterare in modo irreversibile l’equilibrio ambientale del vallone. L’area è diventata negli ultimi anni un punto di riferimento per escursionisti, trail-runner, rocciatori e alpinisti, attratti dalla sua natura incontaminata.

“Abbiamo visto un aumento della frequentazione da parte di sportivi e amanti della montagna proprio perché il Vallone di Sea conserva ancora un’atmosfera selvaggia, sempre più rara nelle Alpi italiane”, si legge nell'appello.

Il CAI Torino, insieme alla scuola di alpinismo "Giusto Gervasutti", ha dichiarato di voler continuare a supportare eventi e manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio che corre il Vallone di Sea.

Ora la decisione è nelle mani del Comune di Groscavallo. Dare il via libera al progetto significa ignorare la volontà di migliaia di cittadini, le segnalazioni di pericolo e il valore ambientale del Vallone. Fermarsi, invece, significherebbe riconoscere che la montagna non ha bisogno di nuove strade, ma di rispetto.

Vallone sea

IN DIFESA DEL VALLONE DI SEA, maggio 2024

Il Consiglio Direttivo del CAI Torino apprende dall'Albo Pretorio Digitale del Comune di Groscavallo (TO) del progetto redatto nel Febbraio 2024, committente Unione Montana Alpi Graie, riguardante la realizzazione di un nuovo percorso (da qui in poi ‘strada’) volto al raggiungimento dell’alpeggio di proprietà del Comune di Groscavallo denominato Alpeggio “Gias Balma Massiet” nel Vallone di Sea.

L’attuale progetto ne riprende uno precedentemente presentato nell’autunno 2016, che con la speranza di accedere a fondi europei già proponeva di costruire la strada fino a Gias Balma Massiet, mentre oggi viene indicata la potenziale prosecuzione anche oltre tale alpeggio.

È doveroso ricordare che le motivazioni addotte al tempo dai progettisti coincidono con le attuali (Accessibilità delle aree a pascolo), che tuttavia non risultano oggi quanto ieri ragionevoli ed accettabili nel computo del rapporto costo/beneficio, non solo economico.

Preme ricordare come già sette anni fa il CAI Torino, il CAAI (Club Alpino Accademico Italiano), le Scuole di Alpinismo del CAI, le associazioni in difesa della natura selvaggia quali ‘mountainwilderness’ ed anche una rappresentanza degli abitanti storici di Forno Alpi Graie (Frazione di Groscavallo da cui si diparte il Vallone di Sea) si espressero coralmente a sfavore e si mobilitarono, non solo protestando, ma dimostrando efficacemente la non convenienza dell’opera proposta, che venne allora accantonata. 

L’esperienza passata ci porta a ribadire le ragioni per cui la maggioranza dei frequentatori del Vallone di Sea ritiene sconveniente l’esecuzione dell’opera, che sono emerse  su quotidiani e blog on-line e sono state esplicitate dalla Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano del CAI (CITAM-LPV) e presentate in parallelo a questa lettera. Qui si intende sottolineare come questi anni trascorsi ci abbiano lasciato in eredità un’evoluzione del Vallone di Sea che ha visto aumentare la frequentazione di escursionisti, trail-runner, rocciatori, alpinisti, ghiacciatori e scialpinisti che cercano in questi luoghi la natura incontaminata non più reperibile nella maggior parte degli ambienti montani, che la strada vorrebbe alterare anche in questo angolo ancora intatto.

Nel 2017 è nata dall’aggregazione di soci CAI appartenenti a varie sezioni tra cui quella di Torino l’associazione Valli di Lanzo in Verticale, che annualmente organizza una manifestazione / raduno, che è stata ed è tuttora strumentale allo sviluppo attivo di un turismo sostenibile (ispirandosi ad esempio al caso virtuoso della Val Maira), che garantirebbe tanto lo sviluppo economico quanto la preservazione dei delicati equilibri naturali di questi luoghi. 

Con la presente, la Sezione di Torino del CAI intende prendere nuovamente posizione manifestando la contrarietà all’esecuzione di tale opera e mostrando la preoccupazione che gli sforzi fatti finora per lo sviluppo delle Valli di Lanzo ed in particolare del Vallone di Sea vengano vanificati.

Parimenti questa sezione, insieme alla scuola di alpinismo del CAI "Giusto Gervasutti", ha già manifestato l’intenzione di continuare a sostenere le manifestazioni quali il raduno di settembre 2024, che costituirà una nuova occasione per sensibilizzare i partecipanti sulla situazione del Vallone di Sea ed ampliare nuovamente la platea dei fruitori e contribuenti alla sua economia.

Con la speranza che questa lettera venga recepita come una forma di apertura al dialogo, ci rendiamo disponibili alla discussione ed al supporto dell’amministrazione attuale e futura per sostenere il processo decisionale in atto.

Il Consiglio Direttivo del CAI Torino

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