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Sindaco del Canavese scrive a Putin: "Meglio la Russia di questa Europa"

Tra politica e storia: la lettera del sindaco fa discutere

Sindaco del Canavese scrive a Putin: "Meglio la Russia di questa Europa"

Sindaco del Canavese scrive a Putin: "Meglio la Russia di questa Europa"

L’Italia, come si sa, è uno dei Paesi europei in cui gli ammiratori della Russia di Vladimir Putin sono più  numerosi e di orientamenti politici opposti: si va dall’estrema destra all’estrema sinistra, comprendendo i No-Vax e i negazionisti del Covid. Sono  numerosi anche in Canavese, da dove è partita nei giorni scorsi una lettera indirizzata all’ambasciatore Alexey Paramonov e, per conoscenza, al Console Generale a Milano  Dmitriy Shtodin.

L’autore è il sindaco di Colleretto Castelnuovo Aldo Querio Gianetto, che esordisce così: «Ho ragionato a lungo sull’opportunità di scrivervi, ben consapevole del fatto che in un mondo di otto miliardi di persone le mie parole sono molto meno di una goccia nell’oceano, visibile quanto una candela accesa in pieno sole. Ma il mio spirito mi impedisce di tacere e per amore di libertà mi muove, spesso anche contro il mio interesse, anche quando la mia azione è pressoché inutile. E quindi questa è la mia goccia, la luce della mia candela, che idealmente vorrei raggiungesse i cittadini del vostro paese”.   

E’ una lunga lettera, densa di elogi per il Paese di Putin e di pesanti accuse per l’Unione Europea e l’Italia. Il sindaco parte dalla sua storia familiare per mettere a confronto il ruolo della Russia  e quello dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.

Aldo Querio Gianetto

La prima fu “la nazione con il più alto tributo di vittime”; la seconda, vista la sua dose di responsabilità in quella guerra “dovrebbe a malincuore ricordarla e per altro tacere”.

Il nonno di Querio Gianetto era un ufficiale dell’Esercito Italiano  e prese parte alla disastrosa Campagna di Russia voluta da Mussolini.

Si salvò perché, ferito in battaglia, venne rimpatriato prima che avesse inizio la tragica ritirata del gennaio 1943. “Svolse il suo compito con onore – scrive - e fu decorato con Medaglia d’Argento al valor militare, ma era dalla parte sbagliata della storia. Esattamente nella stessa posizione, nella quale sembrano volerci riavviare nuovamente, sotto la mirabile guida di <nostra signora della guerra di Bruxelles>. La deriva assunta dall’Europa e conseguentemente dall’Italia, contro il vostro Paese viene intrapresa non in mio nome”.

Ricorda la propria attività di sindaco e di imprenditore, il servizio militare nell’Aereonautica dopo gli studi di Biologia, tutte esperienze che lo hanno portato a “capire qualcosa di politica  e di economia. Poco, ma quel tanto che basta per distinguere il politico che serve una nazione da quei figuri che improvvisano quando si trovano sul palcoscenico, o che i burattinai calano dall’alto con i fili. Conosco le ragioni storiche e politiche per le quali vengono assunte le decisioni, e da quando si è esplicitato il conflitto che esisteva da tempo fra Russia e Ucraina, con fastidio ho ascoltato le inesattezze sottili e le verità artefatte che il nostro mainstream ci propina da anni, per questo e per tanti altri argomenti”.

Sull’Europa il suo giudizio è sferzante: “Ha preferito allinearsi ciecamente agli Stati Uniti contro il nuovo Nemico per mantenere costantemente un livello di allerta ed emergenza, per esercitare un controllo sulle persone e fare business, accantonando i processi democratici. Mi è chiaro ormai che la nostra democrazia si regge sulla negazione del suo esercizio”. Riprende qui un assioma caro all’universo No-Vax: “In un mondo dove primeggiano industrie che producono armi e farmaci, l’uomo deve vivere possibilmente assediato da guerre e malattie. L’Europa sposa questa visione, e oggi si appresta a riarmarsi, consegnando alle future generazioni altri debiti, per profitto dei fabbricanti di morte, ma questo devo dirvelo; avviene senza il mio consenso”.

Il sindaco sottolinea le sofferenze  causate dalla guerra ai popoli russo ed ucraino ma anche le ripercussioni sulla nostra economia, con i continui tagli alle risorse destinate ai cittadini mentre i soldi per le armi si trovano. “Ora che i presupposti di dialogo fra gli Stati Uniti e la Russia sembrano concretizzarsi maggiormente, l’Europa va insensatamente alla deriva, in una economia di guerra. Ma non con la mia approvazione. Non ho mai voluto l’Italia in questa Europa fatta soltanto di finanza, di trattati e regolamenti, prodotti e imposti da una stanza cieca. Un’Europa senza spina dorsale, senza una costituzione approvata dai cittadini, che condivide soltanto una moneta fatta per i grandi capitali e le multinazionali. Ci raccontano che è stata voluta per evitare la guerra fra le nazioni del vecchio continente, e oggi dopo il suo fallimento vuole trovare nella guerra il motivo della nuova aggregazione. Preferirei che l’Italia andasse per la sua strada. Credo che le identità nazionali non siano un male; i trattati e gli accordi negoziati fra pari sono di gran lunga la forma più civile di accordo fra le nazioni. Vorrei l’Europa dei popoli, della cultura e della storia, della tecnologia e della letteratura, quella di cui la Russia fa parte naturalmente”.

Rispetto al concetto di democrazia la sua visione è opposta a quella prevalente nel mondo occidentale. Definisce “curiosa l’accusa alla Russia di non essere un paese democratico mossa da un organismo europeo che nel suo funzionamento è tutt’altro che democratico” e cita Berlusconi “che aveva saputo far diventare l’Italia il luogo di incontro fra Russia e Stati Uniti e che non considerava il vostro paese una minaccia. Putin usò parole di stima e sincera commozione in occasione della sua morte”.

Elogia gli Stati Uniti – che ha visitato – ed auspica di poter fare altrettanto con la Russia. Infine auspica “un’Europa vera di Nazioni che si estende dall’Atlantico alla Siberia e che abbraccia, dall’Alaska alla Florida, gli Stati Uniti d’America. Per questa bisognerebbe lavorare. Per questa si accetterebbero sacrifici”.

Si congeda “con una riflessione e un augurio. Siamo granelli di sabbia che precipitano in un’immensa clessidra e tutto ciò che facciamo sta in quell’attimo di incontro che chiamiamo vita. Che questo sia un anno di incontro".

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