Cerca

Attualità

Cassa integrazione alle stelle in Piemonte, aumento del 64%: Torino la più colpita d'Italia

Il rapporto Uil rivela un'impennata delle ore autorizzate. La crisi dell'occupazione si aggrava, servono interventi strutturali per una transizione sostenibile

Cassa integrazione

Cassa integrazione in Piemonte, aumento del 64%: Torino la più colpita d'Italia

Il Piemonte si trova ad affrontare una situazione sempre più critica sul fronte del lavoro e della produzione industriale, con una crescita allarmante delle ore di cassa integrazione. Secondo i dati diffusi dalla Uil, nel 2024 sono state richieste 51,1 milioni di ore, segnando un aumento del 64,2% rispetto all'anno precedente. Se si aggiungono 1,37 milioni di ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps, il totale delle ore di sostegno al reddito sale a 52,48 milioni, con un incremento complessivo del 61,2%. Un dato che pone la regione tra le più colpite dalla crisi, in un contesto nazionale che ha registrato un incremento più contenuto, pari al 20%.

A livello provinciale, il territorio che ha subito l’aumento più elevato è Novara, con una crescita del 178%, seguita da Torino (+103,1%), Biella (+76,9%), Asti (+42,9%) e Vercelli (+33,5%). In controtendenza, invece, le province di Verbania (-12,7%), Alessandria (-17,3%) e Cuneo (-18,2%), che registrano una riduzione delle ore autorizzate. Tuttavia, il dato più preoccupante riguarda Torino, che si conferma la provincia con il numero più alto di ore di cassa integrazione in Italia: ben 32,46 milioni, più di qualsiasi altro territorio nazionale, seguita da Vicenza e Brescia.

L'aumento delle ore di cassa integrazione si inserisce in un quadro economico regionale segnato da crisi occupazionali irrisolte, una produzione industriale in calo dello 0,8% e un rallentamento delle esportazioni che hanno subito una contrazione del 4,9%. Un mix di fattori che solleva forti preoccupazioni per il 2025, soprattutto in settori chiave come l’automotive, che sta vivendo una trasformazione profonda e piena di incertezze.

Secondo il segretario generale della Uil Piemonte, Gianni Cortese, il problema risiede nella mancanza di un approccio europeo equilibrato che possa garantire una transizione industriale sostenibile. L’Unione Europea, finora concentrata su regolamenti e restrizioni, dovrebbe assumersi la responsabilità di guidare il cambiamento attraverso strumenti di sostegno finanziario adeguati. La proposta della Uil è quella di istituire un grande fondo sovrano europeo, simile al Fondo Sure in Transition, con risorse destinate all’innovazione, alla ricerca e alla tutela dell’occupazione.

Il forte aumento della cassa integrazione non è solo un segnale d’allarme per le famiglie e i lavoratori coinvolti, ma evidenzia una fragilità strutturale dell’intero sistema produttivo piemontese. Il rischio è che senza interventi adeguati, le difficoltà del 2024 possano trasformarsi in una crisi occupazionale di lungo periodo. La sfida per le istituzioni, sia a livello nazionale che europeo, sarà quella di garantire una transizione tecnologica equa, che non penalizzi il tessuto produttivo locale e tuteli i posti di lavoro in settori strategici per l’economia della regione.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori