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11 Marzo 2025 - 11:41
Tensione al Parco del Meisino: 39 indagati per blocchi e danneggiamenti
Le proteste contro il Centro per l'educazione sportiva e ambientale nel Parco del Meisino, a Torino, stanno diventando un caso politico e giudiziario di primo piano. Il progetto, finanziato con 11,5 milioni di euro nell’ambito del Pnrr, prevede la realizzazione di impianti per arrampicata, corsa campestre, tiro con l'arco, orienteering e ciclocross. Un’iniziativa che, secondo l’amministrazione, ha l’obiettivo di riqualificare l’area, ma che per molti rappresenta una minaccia all’ecosistema del parco, una delle ultime zone naturali incontaminate della città.
Le tensioni sono esplose il 6 marzo, quando l’abbattimento di alcuni alberi secolari ha provocato il ferimento di due attivisti, colpiti da una pianta in caduta. Il giorno successivo, i manifestanti hanno cercato di bloccare i mezzi di lavoro, dando vita a scontri con le forze dell’ordine. Il bilancio delle proteste è pesante: 39 persone sono state indagate dallapolizia per violenza privata aggravata e danneggiamento, con l’accusa di aver ostacolato le operazioni di cantiere e danneggiato le recinzioni.
L’opposizione al progetto ha coinvolto non solo attivisti ambientali, ma anche numerosi residenti del quartiere e gruppi civici, che denunciano la mancanza di trasparenza da parte del Comune e chiedono di tutelare l’area verde. Il comitato "Salviamo il Meisino" ha organizzato manifestazioni anche fuori dal parco, bloccando eventi pubblici in centro città e attirando l’attenzione sulla vicenda. Le autorità locali, dal canto loro, difendono il progetto, sostenendo che la realizzazione del centro sportivo sarà un'opportunità per valorizzare il parco senza comprometterne la biodiversità.
L'episodio di Torino si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra sviluppo urbano e tutela ambientale. Il Parco del Meisino rappresenta uno degli ultimi polmoni verdi della città, e la sua trasformazione solleva interrogativi sulla gestione delle risorse naturali nelle aree metropolitane. Il dibattito è aperto e la protesta sembra destinata a proseguire, in un braccio di ferro tra Comune, cittadini e ambientalisti che potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini del parco.
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