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05 Marzo 2025 - 00:49
liste di attesa
L’Asl To4 ha varato un piano d’emergenza per tentare di ridurre le liste d’attesa ormai fuori controllo. La strategia, che suona più come un disperato tentativo di arginare il problema piuttosto che una vera soluzione, prevede ambulatori aperti fino a sera e nei fine settimana per garantire più visite ed esami diagnostici.
L’iniziativa, finanziata con 1,6 milioni di euro dalla Regione Piemonte, prevede 2.616 ore di prestazioni aggiuntive nei prossimi tre mesi. Il piano, attivo dal 22 febbraio, coinvolge cardiologia, endocrinologia, ortopedia e otorinolaringoiatria, con un incremento significativo delle ore di attività.
Sono state previste 44 ore settimanali per la cardiologia a Chivasso e Ciriè, sei ore in più per endocrinologia, 41 ore per ortopedia, di cui 18 nei weekend, e 17 ore per otorinolaringoiatria.
Sul fronte diagnostico, si punta a potenziare l’offerta per ecodoppler, ecocardio ed ecografie dell’addome, con prestazioni extra a Chivasso, Cuorgnè e Ciriè.
Un’iniziativa che, almeno sulla carta, sembra un passo avanti, ma che in realtà non risolve il vero problema. Le liste d’attesa restano un’emergenza sanitaria drammatica, con cittadini costretti ad aspettare mesi, se non anni, per accedere a una visita o a un esame diagnostico.
La realtà è che, senza risorse adeguate, senza nuove assunzioni di medici e personale sanitario e senza un riassetto organizzativo radicale, questi tentativi di recupero finiscono per essere solo soluzioni tampone.
Il Piano Nazionale di Gestione delle Liste d’Attesa prevede che le visite specialistiche debbano essere garantite entro 30 giorni e gli esami diagnostici entro 60 giorni, ma la verità è che chi prova a prenotare tramite il Cup si sente proporre appuntamenti per il 2025 o addirittura per il 2026.
"L'aumento della produzione è solo un elemento per ridurre le liste d'attesa. Stiamo lavorando anche sull'appropriatezza delle prescrizioni e sulla presa in carico dei pazienti cronici", sottolinea il direttore generale dell’Asl To4, Luigi Vercellino.
In particolare, partirà a breve una sperimentazione per la presa in carico diretta dei diabetici da parte dei medici di famiglia, che dovrebbe snellire il sistema evitando loro di passare per il Cup. Un’idea che, se funzionasse, potrebbe essere estesa ad altre patologie, ma che si scontra con un sistema sanitario già al limite delle sue possibilità.
I problemi strutturali sono evidenti: tagli alla sanità pubblica, carenza cronica di specialisti, ospedali che faticano a trovare personale e un numero sempre crescente di pazienti che non riescono ad accedere alle cure nei tempi necessari. Il piano dell’Asl To4 tenta di tamponare la situazione, ma i numeri dicono altro: la domanda di prestazioni supera di gran lunga l’offerta e senza un intervento radicale la situazione è destinata a peggiorare.
Cristiana Caviolo, responsabile dei tempi di attesa dell’Asl To4, coordinerà l’organizzazione del piano che prevede anche un incremento delle disponibilità per fisiatria, pneumologia, esofago-gastro-duodenoscopie ed esami audiometrici. Un tentativo di ampliare le prestazioni per venire incontro alle esigenze dei pazienti, ma che difficilmente potrà risolvere una crisi che affonda le radici in anni di mancati investimenti nella sanità pubblica.
Mentre l’Asl prova a tamponare l’emergenza con turni aggiuntivi e qualche ora in più di visite, la realtà è che sempre più cittadini si vedono costretti a rivolgersi alla sanità privata, pagando di tasca propria per ottenere una visita in tempi ragionevoli.
Una disparità inaccettabile per un sistema sanitario che dovrebbe garantire cure accessibili a tutti, e che invece sembra ormai spaccato in due: chi ha i soldi può curarsi subito, chi non li ha aspetta.
E aspetta. Fino al prossimo piano straordinario, alla prossima emergenza, alla prossima conferenza stampa, alla prossima promessa che si ripresenta puntualmente e periodicamente, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, come il cucù di un orologio della foresta nera.
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