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Topi in città: colpa di Piastra. Ecco cosa dice la normativa

Dove sono le ordinanze della sindaca "chiacchierona" per risolvere un problema che sta letteralmente devastando la città?

Elena Piastra e i topi di Settimo Torinese

Elena Piastra e i topi di Settimo Torinese

Settimo Torinese sta vivendo una nuova era faunistica: non più solo cani al guinzaglio e gatti sui tetti, ma anche topi che scorrazzano liberamente per le strade, come se fossero i veri padroni della città. Forse qualcuno in Comune ha pensato di candidarla come “capitale della biodiversità urbana” o magari come set per un remake di Ratatouille. Peccato che qui di simpatico non ci sia proprio nulla.

I cittadini sono esasperati: i roditori saltano fuori dai cassonetti come se fossero in un parco giochi, si infilano nei cortili condominiali e si aggirano indisturbati nei pressi delle scuole.

E la sindaca Elena Piastra? Pare che non si sia ancora accorta del problema. D’altronde, si sa, i topi escono di notte… e la politica dorme sonni tranquilli.

Non si tratta di una questione di percezione, ma di una situazione di degrado sotto gli occhi di tutti. I residenti raccontano di scene quotidiane da incubo: topi che si aggirano indisturbati tra i cassonetti, nei giardini pubblici, persino sulle panchine dove giocano i bambini.

C'è chi ha segnalato la loro presenza nei pressi delle scuole, chi nei cortili condominiali, chi addirittura dentro i negozi. Il problema non riguarda solo l'igiene e il decoro urbano, ma la salute pubblica, dato che i ratti sono notoriamente vettori di malattie come leptospirosi, salmonellosi, peste e hantavirus. La loro presenza, oltre a rappresentare un pericolo per la salute umana, compromette anche la sicurezza alimentare, considerando che possono infestare depositi di cibo e contaminare superfici con urine e feci.

Eppure, l'Amministrazione comunale sembra totalmente indifferente. Alle numerose denunce, l'unica risposta è il silenzio. Non si registra alcuna iniziativa concreta, nessuna campagna straordinaria di derattizzazione, nessuna presa di posizione ufficiale. Nessuno in Comune pare preoccuparsi della situazione. Mai un post, mai una dichiarazione, nulla di nulla.

Forse è il caso di ricordare alla sindaca Elena Piastra e alla sua giunta che la normativa nazionale in materia di derattizzazione è chiarissima.

Via della Repubblica

Il Comune è responsabile della gestione della derattizzazione nelle aree pubbliche, ovvero strade, fognature, parchi, scuole e piazze. I privati, invece, devono occuparsi delle loro proprietà, ma in caso di infestazioni gravi l'ASL e il Comune possono imporre obblighi specifici con relative sanzioni.

Il Testo Unico delle Leggi Sanitarie (R.D. 1265/1934) stabilisce che ogni Comune deve dotarsi di regolamenti per garantire la salubrità degli abitati e, in caso di pericolo per la salute pubblica, il sindaco può emettere ordinanze urgenti e contingibili per obbligare i privati a intervenire. Inoltre, il D.Lgs. 267/2000 conferisce al sindaco il potere di emanare ordinanze per la tutela della salute pubblica e sanzionare chi non ottempera.

Dal punto di vista tecnico, le operazioni di derattizzazione devono seguire specifiche normative. La Legge 25/01/1994 n. 82 e il D.M. 274/1997 disciplinano le imprese di disinfestazione, imponendo requisiti tecnico-professionali per garantire che i trattamenti siano eseguiti da ditte autorizzate e con prodotti biocidi registrati. Dal 2012, è obbligatorio l'uso di rodenticidi contenenti sostanze amaricanti per evitare ingestioni accidentali da parte di bambini e animali domestici. Inoltre, ogni intervento di derattizzazione deve essere certificato e registrato, con controlli successivi per verificarne l'efficacia.

Se un privato non provvede alla derattizzazione di un'area infestata di sua competenza, il Comune o l'ASL possono intervenire d'ufficio, addebitandogli i costi dell'intervento. Le multe per chi non si adegua possono arrivare fino a 500 euro, senza contare le possibili denunce per inosservanza delle disposizioni sanitarie. Il regolamento comunale prevede che il gestore del servizio rifiuti (SETA) effettui interventi di derattizzazione nelle aree pubbliche. Tuttavia, dalle segnalazioni dei cittadini emerge chiaramente che qualcosa non sta funzionando: la città è infestata dai topi e il Comune non sta intervenendo come dovrebbe.

Non sarebbe il caso che la sindaca Elena Piastra facesse qualcosa invece di ignorare il problema? Se la situazione è così grave, il primo cittadino ha il potere di emanare un'ordinanza specifica, obbligando i privati a intervenire e intensificando le operazioni di derattizzazione sulle aree pubbliche. Molti comuni in Piemonte, tra cui Casale Monferrato, hanno già adottato provvedimenti simili, con obblighi stringenti per i proprietari di immobili e controlli a tappeto sulle attività commerciali e sugli edifici pubblici.

L'ASL TO4 e gli enti regionali forniscono linee guida su come affrontare le infestazioni, ma senza un'azione decisa da parte del Comune tutto rimane lettera morta. Le norme prevedono controlli, certificazioni e registri per garantire l'efficacia degli interventi, ma se il Comune non si attiva, chi dovrebbe vigilare?

Insomma, Settimo Torinese sta affondando sotto un'onda di spazzatura e ratti, mentre il sindaco e la sua giunta guardano dall'altra parte. I cittadini meritano risposte e interventi immediati: altro che silenzi.

La derattizzazione non è un'opzione, ma un obbligo di legge.

Quanto ancora dovranno aspettare i residenti di Settimo prima che qualcuno in Comune si svegli?

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