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28 Febbraio 2025 - 15:11
Elena Piastra
Settimo Torinese, terra di visioni grandiose e promesse faraoniche, di sogni e di isole che non ci sono, di chiacchiere prima e dopo il carnevale. Settimo, dove le parole si sprecano e i fatti scarseggiano. L'ultima perla arriva direttamente dalla sindaca Elena Piastra, che in un opuscolo del Gruppo consigliare del Partito Democratico si lancia in un monologo tanto ambizioso quanto fumoso. Un testo che, tra frasi contorte e dichiarazioni altisonanti, lascia una sola certezza: non si capisce quasi nulla.
Si parte subito con una perla di filosofia urbanistica: "La città è il luogo del conflitto e della risoluzione dei conflitti da sempre: il modo in cui è costruita, insieme alle politiche di welfare, dalla sua bellezza fino alla dimensione delle strade, può produrre o meno disuguaglianza e influire sulla vita dei suoi abitanti".
Insomma, se le strade sono strette, aumenta la disuguaglianza? Oppure è la bellezza che risolve i conflitti? Un capolavoro di politichese da far impallidire Henri Lefebvre.
Altra ovvietà spacciata per rivelazione: "Per questo costruire una scuola significa lavorare sul futuro delle persone e sul futuro della città". Davvero? E chi lo avrebbe mai detto! Ma attenzione, la scuola non è che l'inizio di una serie di progetti che, a detta della sindaca, rivoluzioneranno Borgo Nuovo e tutta la città.
E parliamo di un Nuovo Comando della Polizia Municipale, un MUCH (il museo della Chimica) ampliato, spazi sportivi gratuiti e un centro per persone non autosufficienti. E poi? Poi "stiamo progettando". Eh già, perché il segreto è tutto qui: parlare di grandi cambiamenti mentre si resta fermi al palo.
Ma il vero capolavoro si trova nel capitolo via Foglizzo, dove si racconta per la cinquecentesima volta la favoletta delle case prefabbricate costruite negli anni ‘70 e mai demolite. E la soluzione? "Abbiamo iniziato a dialogare con il Comune di Torino, con Regione e con alcuni fondi di investimento, nazionali ed europei". Traduzione: chiacchiere su chiacchiere. Nel frattempo, il degrado resta e i cittadini aspettano risposte.
E poi arriva la parte da grande statista: il parallelo con Parigi.
"Molte città europee stanno sperimentando, ad esempio a Parigi da 20 anni ci si interroga sul concetto di affordable house".
E quindi? A Settimo si risolverà il problema casa con le soluzioni della capitale francese?
Verranno importati i prezzi degli affitti di Montmartre? Oppure vedremo appartamenti di lusso low-cost in via Milano? Una comparazione surreale, ma utile per dare un tocco internazionale alla solita minestra riscaldata.
Infine, l'atto conclusivo di questo spettacolo di illusionismo politico: il bilancio preventivo del 2025. La sindaca annuncia con solennità: "Proviamo intanto a indurre i primi ragionamenti".
Dopo cinque anni e sei mesi di mandato, siamo ancora nella fase della riflessione!
Nel frattempo? Un po’ di aiuti, qualche pacco di farina della legalità (costata decine di migliaia di euro), qualche vago riferimento ai giovani, tante belle parole sul concetto di "autonomia abitativa" e tanti, tantissimi contributi, più di due milioni di euro alla Fondazione che si occupa di Biblioteca, Suoneria ecc… per far festa e per pagare una massa enorme di fatture che prossimamente elencheremo una per una…
Peccato che mentre Elena Piastra si dedica ai grandi discorsi e alle promesse altisonanti, la realtà sia ben diversa.
Settimo è invasa dai topi, le strade sono tutte scassate, gli alberi nei parchi muoiono, d’estate l’erba non viene tagliata, i marciapiedi sono una groviera, l’illuminazione va e viene a seconda dei quartieri, le isole ecologiche sono diventate discariche abusive e i trasporti pubblici sono un’odissea quotidiana. Di questo, ovviamente, non si parla. Meglio lanciarsi in voli pindarici su riqualificazioni future e citazioni parigine, piuttosto che affrontare i problemi reali.
La verità è molto più semplice: Piastra è in campagna elettorale.
Un esercizio di retorica utile a preparare il terreno per un futuro più prestigioso. Roma? Torino? Chissà. L'importante è riempire di fumo gli occhi dei cittadini, dare l'idea di grandi progetti, mentre nella realtà si naviga a vista. Ci va ben altro per trasformare Settimo Torinese in una metropoli europea, di certo non bastano i monologhi della sindaca. Nel frattempo? La propaganda continua e i cittadini? Aspettano.
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