Cerca

Attualità

Cinquant’anni dopo, gli Arti & Mestieri sono ancora una leggenda

Un ritorno alle origini per Beppe Crovella e la band che ha fatto la storia del jazz-rock italiano

Cinquant’anni dopo, gli Arti & Mestieri sono ancora una leggenda

Gli Arti & Mestieri nel 1975 (foto Roberto Masotti)

Sabato 22 febbraio al Teatro Agnelli di Torino, la storia della musica italiana ha vissuto un momento magico. Cinquant’anni dopo l’esordio, gli Arti & Mestieri sono tornati a suonare con la formazione originaria per rendere omaggio ad Arturo Vitale, il sassofonista storico del gruppo, scomparso lo scorso anno. Una serata di emozioni forti, di ricordi e di musica che ancora oggi sa incantare e travolgere.

Era il 1974 quando, dopo sei mesi di prove quotidiane, gli Arti & Mestieri trovavano il loro sound: un mix travolgente di progressive, jazz e rock, con un’impronta melodica tutta italiana. Quell'anno segnarono il loro debutto sul palco della Woodstock italiana, il mitico Festival di Parco Lambro, venendo consacrati dalla critica come la “rivelazione” della rassegna. Da lì, un’ascesa inarrestabile: la registrazione dell’album "Tilt" negli studi di Bobby Solo, l’inserimento dell’album tra i capolavori del genere da parte di Rolling Stone, il primo tour nazionale con la PFM, poi i concerti con i Gentle Giant, gli Area di Demetrio Stratos, e la collaborazione con la storica etichetta Cramps Records.

Un viaggio senza fine, tra palchi internazionali e riconoscimenti prestigiosi

Gli anni Duemila hanno segnato la rinascita della band, con una nuova formazione e un percorso che ha portato il gruppo a calcare alcuni dei più grandi festival del mondo: dal Prog Day in North Carolina, dove hanno diviso il palco con i Wishbone Ash, al Baja Prog di Mexicali, in Messico, esibendosi accanto a leggende come Carl Palmer e Ken Hensley. E poi ancora, il Giappone, terra che ha accolto gli Arti & Mestieri come veri maestri del genere, regalando loro concerti indimenticabili e un album dal vivo inciso a Tokyo.

Gli Arti & Mestieri oggi (foto Sergio Cippo)

Sabato sera, su quel palco, c’erano ancora loro: Beppe Crovella e Furio Chirico, insieme ai musicisti Gigi Venegoni, Marco Gallesi, Giovanni Vigliar e Alfredo Ponissi, che già vent’anni fa avevano portato la band in Giappone. Uno show che ha riportato il pubblico agli albori della band, un tuffo in quel passato glorioso che è ancora più vivo che mai.

"Sabato il pensiero è andato più volte ai nostri inizi. Ai sogni che avevamo allora, molti dei quali si sono realizzati, e ai sogni che abbiamo ancora oggi. La voglia di creare ci spinge ad affrontare il futuro con lo stesso entusiasmo di un tempo. So che può sembrare un paradosso, ma sabato, per molti momenti, ci sembrava di ritrovarci con lo stesso impeto e la stessa energia, come se invece di 50 anni fossero passati solo 50 minuti”, racconta Beppe Crovella.

Un concerto che non è stato solo un tributo, ma un segnale forte: la musica degli Arti & Mestieri non si è mai fermata. E, a giudicare dall’energia e dalla magia che si respirava in teatro, non smetterà mai di farlo.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori