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Ludopatia: il Comune in rivolta contro la legge “pro-slot”

Mentre il gioco esplode online, il Consiglio comunale si spacca. Tra bozze “fantasma” di decreti e una mozione mal formulata

Ludopatia: il Comune in rivolta contro la legge “pro-slot”

Immagine generata con l'intelligenza artificiale

Un quadro complessivo preoccupante, in continua espansione (specialmente online) e su cui incomberebbe la minaccia di una legge più permissiva. Questo è quanto emerso sul problema della ludopatia nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale di San Mauro Torinese, tenutasi il 27 febbraio.

I consiglieri di maggioranza Bonino e Lionello hanno presentato una mozione per impegnare la sindaca e l’assessore alla legalità Matteo Fogli a esprimere il dissenso, nelle sedi pubbliche, verso una “bozza” di decreto legislativo (nazionale) sul gioco d’azzardo. «Oggi esistono norme nazionali, ma anche Comuni e Regioni hanno la facoltà di intervenire con misure più restrittive di quelle nazionali», ha fatto sapere Bonino.

Bruno Bonino

Il nuovo “riordino” legislativo del gioco d’azzardo “fisico” (slot machines, Totocalcio, lotto e altri giochi in tabaccherie e ricevitorie) non consentirebbe più agli enti locali di attuare misure più restrittive rispetto a quelle nazionali sul tema, come ad esempio una distanza più ampia da luoghi ritenuti “sensibili”, come ospedali e scuole, oppure orari più ridotti.

«Con la legge 111 del 9 agosto 2023, il Parlamento ha affidato al governo il compito di attuare un riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi ‘fisici’. Nel 2024 è stato pubblicato il decreto legislativo sul gioco online, e si è in attesa ora di quello sul gioco fisico. Trovo contraddittorio che un governo che sostiene l’autonomia differenziata tolga la possibilità di agire alle Regioni e ai Comuni», ha aggiunto Bonino, ricordando che il nuovo decreto verrà approvato entro il 9 agosto 2025, mentre da fine maggio l’esecutivo non avrà più la possibilità di illustrare al Parlamento le proprie osservazioni a riguardo.

Secondo quanto esposto dalla maggioranza comunale, questa “bozza” di decreto dovrebbe portare alla creazione di operatori del settore “certificati” (che potrebbero lavorare senza alcuna limitazione di distanza da luoghi sensibili e con minori limitazioni di orario, in quanto formati sulla ludopatia) e “non certificati” (non formati sul gioco d’azzardo patologico, ma con un limite minimo di 200 m di distanza da strutture sensibili, contro gli attuali 500). Il tutto con l’obiettivo di raggiungere l’invarianza di gettito per l’erario rispetto al gioco online, che ormai sta soppiantando quello fisico.

La mozione è stata oggetto di un dibattito molto acceso nel corso della seduta, che ha visto le forze di centro-destra opporsi fortemente al testo per via della sua formulazione. La “bozza” del decreto legislativo, a oggi, non è stata pubblicata in quanto sarebbe «inesistente».

Roberto Pilone

Come ha ricordato Roberto Pilone, della Lega, «Il decreto legislativo è fatto dal Consiglio dei ministri, e non è uso far circolare nessuna bozza prima di approvarla. Dopo averla approvata, il C.d.M. la passa al Parlamento per l’approvazione definitiva entro 60 giorni». È quindi impossibile che qualche membro della maggioranza comunale l’avesse vista, e per questo motivo la minoranza ha accusato il centro-sinistra di «fare opposizione a priori» e «battaglietta politica» su un tema nazionale sensibile.

Su cosa si è basata quindi la maggioranza? Su quanto relazionato dall’Unione comuni NET – di cui S. Mauro fa parte – e da “Avviso Pubblico”, un’associazione che riunisce dieci regioni (alcune per forza del centro-destra, visto che solo 5 su 20 in Italia sono oggi in mano al centro-sinistra), quattro città metropolitane e più di cinquecento comuni. Questa associazione avrebbe esposto le proprie considerazioni in base a un incontro avvenuto col Ministero dell’Economia e delle Finanze, in cui sarebbero trapelati dei punti sulla presunta riforma, ma in ogni caso non una “bozza” concreta. La maggioranza si sarebbe poi basata su quanto pubblicato dal quotidiano cattolico Avvenire.

È stata molto dura la reazione di Paola Antonetto, consigliere comunale di FdI, che ha affermato che, in assenza di un testo leggibile da tutti, «la maggioranza sta mentendo».

Paola Antonetto

«Quello della ludopatia è un tema molto serio, e non mi sembra che l’attuale maggioranza voglia realmente occuparsene, se non per fare battaglietta politica. Se si vuole trattare un argomento così serio, non lo si può fare in maniera pretestuosa. La mozione poteva essere benissimo presentata senza citare alcuna ‘bozza’ inesistente, ma dicendo in un altro modo: ‘Abbiamo ricevuto notizie, che non sappiamo se siano confermate, inerenti all’eventuale nuova legge sul riordino del gioco d’azzardo fisico. Facciamo una mozione per impegnare il governo a rispettare determinati punti?’ Quella sarebbe stata una cosa seria», ha fatto sapere Antonetto il giorno dopo la seduta.

Non si tratterebbe quindi di una pura formalità, ma della necessità di fare chiarezza sui contenuti effettivi di un decreto su cui oggi ufficialmente non si sa nulla.

Di diverso avviso è stata invece la posizione del centro-sinistra, che l’ha ritenuta solo una formalità e ha deciso di portare avanti la mozione in base a quanto rilevato da Unione NET, Avviso Pubblico e dalla stampa.

Poco prima della votazione, FdI e Lega hanno abbandonato l’aula, mentre i consiglieri Bongiovanni (M5S) e Carosso (lista civica Due Ponti) hanno ritenuto inopportuna la coesistenza di una normativa nazionale, da una parte, e della possibilità di misure più restrittive locali dall’altra, «altrimenti semplicemente la gente si sposta per giocare».

La mozione, dopo numerose polemiche, è stata comunque messa ai moti tra chi è rimasto in aula e approvata.

L’amministrazione esprimerà la contrarietà alla “bozza” – che la maggioranza stessa ha detto di non possedere – nelle sedi pubbliche. Al di là della formulazione specifica, l’auspicio del Comune di San Mauro Torinese è però che non si arrivi a misure più permissive che possano incentivare il gioco d’azzardo patologico, quantomeno negli esercizi fisici, e che non si arrivi alla cancellazione di una certa autonomia locale sul tema.

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