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01 Marzo 2025 - 10:54
immagine di repertorio
Nessuna responsabilità per gli agenti del reparto mobile. La giudice per le indagini preliminari Francesca Pani ha archiviato la denuncia presentata dalle docenti Alessandra Algostino, docente di diritto costituzionale, e Alice Cadauro, del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Torino, che avevano lamentato di essere state percosse senza motivo dalla polizia durante le tensioni scoppiate lo scorso 5 dicembre 2023 nel Campus universitario.
La motivazione dell’archiviazione si basa su un principio chiave: le due docenti si trovavano sulla traiettoria della carica di alleggerimento messa in atto dalla polizia per disperdere il gruppo di manifestanti antagonisti. Secondo il giudice, la loro posizione ha reso inevitabile il contatto con gli agenti.
Le due accademiche erano presenti con l’intento di osservare la situazione e, se necessario, mediare tra le parti per evitare scontri tra il collettivo di antagonisti di sinistra e il Fuan, organizzazione studentesca di destra. Tuttavia, nel momento in cui la polizia ha deciso di intervenire per sgomberare l’area, le due docenti si trovavano a pochi centimetri dagli scudi degli agenti, posizionate proprio davanti a un gruppo di manifestanti ostili e agitati. Secondo il gip, l’azione della polizia è stata proporzionata e dettata dalle circostanze, rendendo impossibile evitare il contatto con chiunque si trovasse in quell’area.
Nell’ordinanza di archiviazione si legge che "gli operatori di polizia, trovandosi in una situazione di fatto tale da giustificare l’uso della forza per neutralizzare i manifestanti, hanno finito inevitabilmente per realizzare un’offesa non voluta". Per il giudice, dunque, non si può parlare di un uso della forza sproporzionato o di un’azione mirata contro le due docenti, ma piuttosto di un "errore incolpevole" causato dalla dinamica degli scontri.
L’archiviazione della denuncia riaccende il dibattito sulla gestione dell’ordine pubblico nelle manifestazioni studentesche. L’episodio del 5 dicembre non è un caso isolato: il campus di Torino è stato più volte teatro di scontri tra collettivi universitari di opposte fazioni e interventi delle forze dell’ordine per ripristinare la calma.
La decisione della gip conferma la legittimità dell’operato della polizia, ma lascia aperte molte riflessioni: fino a che punto la presenza di figure terze, come le docenti, può fungere da elemento di mediazione? E quanto è possibile evitare danni collaterali in situazioni di alta tensione come quella vissuta al Campus?
Intanto, l’episodio alimenta il confronto tra chi sostiene la necessità di un intervento fermo per mantenere l’ordine pubblico e chi denuncia il rischio di eccessi e violazioni nei confronti di chi si trova sul posto senza un ruolo attivo negli scontri.
Se da un lato la polizia ha operato secondo il principio di necessità e proporzionalità, dall’altro la vicenda solleva interrogativi su come evitare episodi simili in futuro, specie in contesti di conflitto politico e ideologico all’interno degli ambienti accademici.
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