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Consiglio di Stato: il Viminale decide il porto di sbarco per i migranti

Il Consiglio di Stato conferma la gestione centralizzata degli sbarchi da parte del Viminale

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Consiglio di Stato: il Viminale decide il porto di sbarco per i migranti (foto di repertorio)

Il Consiglio di Stato ha stabilito che spetta al Ministero dell'Interno decidere quale sia il porto di sbarco per le navi umanitarie che operano nel Mediterraneo, respingendo il ricorso presentato da Medici Senza Frontiere (MSF) in merito agli interventi della nave Geo Barents.

La decisione, resa nota il 25 febbraio, conferma quanto precedentemente sancito dal TAR del Lazio, secondo cui le assegnazioni di porti lontani, come Ancona e La Spezia, erano state fatte in conformità con le normative nazionali e le esigenze logistiche.

Medici Senza Frontiere aveva contestato la decisione del Viminale di assegnare porti di sbarco ritenuti troppo distanti per i soccorsi effettuati dalla Geo Barents il 7 e il 24 gennaio 2023. Secondo l'ONG, tali assegnazioni andavano contro le Convenzioni internazionali sul salvataggio in mare, che prevedono il trasferimento dei naufraghi nel porto sicuro più vicino.

Tuttavia, sia il TAR che il Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso, sostenendo la legittimità della gestione centralizzata dei flussi migratori da parte del Ministero dell'Interno.

Nella sentenza, il Consiglio di Stato ha sottolineato che la gestione degli sbarchi deve tenere conto di tutte le fasi successive all'arrivo dei migranti, inclusa la distinzione tra richiedenti asilo e migranti economici, la disponibilità di posti negli hotspot e nei centri di accoglienza.

Inoltre, la Corte ha evidenziato che una gestione coordinata e preventiva degli sbarchi consente di evitare situazioni di emergenza nei punti di primo approdo e di distribuire i migranti in maniera più efficiente e ordinata sul territorio nazionale.

La decisione potrebbe avere un impatto significativo sulle operazioni delle ONG impegnate nei soccorsi in mare, che spesso chiedono porti più vicini per velocizzare le operazioni e garantire la sicurezza dei naufraghi. Al contrario, il governo italiano difende la necessità di un controllo strategico degli sbarchi, per gestire al meglio l'accoglienza e le procedure di identificazione.

MSF, che ha già espresso il proprio dissenso, potrebbe valutare ulteriori azioni legali o richieste di chiarimenti alle istituzioni europee, nel tentativo di ottenere un quadro normativo più favorevole alle missioni di soccorso.

La sentenza conferma dunque il ruolo centrale del Viminale nella gestione dei flussi migratori, ribadendo che le decisioni sugli sbarchi devono considerare non solo l'urgenza del salvataggio, ma anche le capacità di accoglienza e la sicurezza del sistema di gestione migratoria italiano.

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