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Guerre
30 Agosto 2024 - 00:00
Gaza, un conflitto che sembra non avere fine. Negli ultimi giorni, la situazione si è aggravata ulteriormente, con un’escalation di violenza che ha lasciato sul campo migliaia di morti e feriti, gettando ulteriormente nella disperazione una popolazione già provata da anni di blocco, guerre e miseria.
Le vittime degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza hanno raggiunto numeri spaventosi. Secondo l'ultimo aggiornamento fornito dal Ministero della Sanità palestinese, il numero dei morti è salito a 30.410, mentre i feriti hanno raggiunto quota 71.700. Questa tragica contabilità è il risultato di 149 giorni di attacchi incessanti, durante i quali l'esercito israeliano ha colpito indiscriminatamente il territorio palestinese. Solo nelle ultime 24 ore, 90 persone hanno perso la vita e 177 sono rimaste ferite in 9 attacchi compiuti da Israele.
Gli ospedali di Gaza, già debilitati da una cronica mancanza di risorse e dall’impossibilità di rifornirsi adeguatamente, sono al collasso. Medici senza frontiere e altre organizzazioni internazionali hanno lanciato ripetuti appelli per l’apertura di corridoi umanitari, ma la situazione sul terreno rende estremamente difficile l’accesso agli aiuti. Il panorama nelle strade di Gaza è desolante: palazzi interi sono ridotti in macerie, strade un tempo affollate sono ora deserte, e la paura per nuovi attacchi aerei è costante.
La distruzione a Gaza è visibile ovunque. Gli attacchi aerei israeliani, giustificati come misure preventive contro il lancio di razzi da parte delle fazioni armate palestinesi, hanno colpito abitazioni, infrastrutture civili, ospedali e persino uffici delle Nazioni Unite. Secondo le autorità locali, oltre il 30% delle abitazioni nella Striscia è stato danneggiato o distrutto, lasciando decine di migliaia di persone senza casa.
Le infrastrutture sono in condizioni critiche: l'elettricità è disponibile solo per poche ore al giorno, se non del tutto assente in alcune zone, e la mancanza di acqua potabile sta diventando un'emergenza sanitaria.
Le condutture dell’acqua sono state colpite ripetutamente, e la carenza di carburante ha reso impossibile far funzionare i pochi generatori rimasti. I rifiuti si accumulano nelle strade, aumentando il rischio di epidemie, mentre l'accesso alle cure mediche è praticamente impossibile per gran parte della popolazione.
Sul fronte diplomatico, la situazione appare altrettanto complicata. Le trattative per un cessate il fuoco, mediate dall'Egitto e sostenute dalle Nazioni Unite, sono in una fase di stallo. Le richieste di Hamas, che includono la fine del blocco di Gaza e il rilascio dei prigionieri palestinesi, si scontrano con la ferma opposizione di Israele, che richiede garanzie sulla fine del lancio di razzi e il disarmo delle milizie palestinesi.
Gli sforzi internazionali per raggiungere una tregua sono resi difficili dalla mancanza di fiducia tra le parti. Israele, pur dichiarandosi disponibile a una sospensione delle ostilità, ha intensificato le operazioni sul terreno, sostenendo di voler eliminare la capacità militare di Hamas e altre fazioni armate. Dal canto suo, Hamas continua a lanciare razzi verso il territorio israeliano, colpendo città e comunità, alimentando una spirale di violenza che sembra senza uscita.
La comunità internazionale appare divisa: mentre alcuni Paesi chiedono un’immediata cessazione delle ostilità e la ripresa del dialogo, altri sostengono il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi. Questa frammentazione rende difficile un'azione concertata, lasciando il destino di Gaza nelle mani dei protagonisti locali.
La crisi umanitaria a Gaza è ormai su scala biblica. Le agenzie dell’ONU hanno avvertito che la Striscia sta affrontando una catastrofe umanitaria, con oltre due milioni di persone che necessitano di assistenza urgente. Il blocco imposto da Israele, che limita l’entrata di beni essenziali, insieme ai continui bombardamenti, ha reso impossibile per la popolazione soddisfare i bisogni primari.
Gli aiuti internazionali, sebbene promessi, faticano ad arrivare, e quando lo fanno, sono insufficienti rispetto alle necessità. I rifornimenti di cibo, medicine e materiali da costruzione scarseggiano, mentre la situazione igienico-sanitaria peggiora di giorno in giorno. Il Covid-19, sebbene non più al centro dell'attenzione globale, continua a colpire duramente una popolazione già vulnerabile, con una campagna vaccinale praticamente inesistente.
Mentre la guerra continua, il popolo di Gaza è intrappolato in una situazione di disperazione senza precedenti. La comunità internazionale ha il compito urgente di intensificare gli sforzi diplomatici per fermare questa spirale di violenza, ma le prospettive di una pace duratura sembrano lontane. Ogni giorno che passa, nuove vite vengono distrutte, nuove ferite si aprono, e la possibilità di una risoluzione pacifica si allontana sempre di più.
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