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24 Febbraio 2025 - 16:35
Anche nell’Unione Montana Valli Orco e Soana le minoranze avranno d’ora in poi adeguata rappresentanza. Con le modifiche allo Statuto, approvate all’unanimità nel corso dell’ultima seduta di consiglio, è stato reintrodotto il criterio in vigore ai tempi della Comunità Montana, che prevedeva la presenza di tre rappresentanti per ciascun comune: due di maggioranza ed uno di opposizione. Con il sistema dell’ultimo decennio, invece, c’erano i sei sindaci (sette quando dell’Unione faceva parte anche Ceresole) mentre ai gruppi di minoranza spettavano complessivamente due seggi. Con tutta la buona volontà dei designati, finivano per esserci località rappresentate ed altre no.
Era davvero il caso che si arrivasse a questa scelta. L’impulso decisivo era stato dato la scorsa estate da uno dei due schieramenti di minoranza pontesi – quello di “Noi per Pont” di Gian Piero Bonatto e Raffaele Costa – che avevano presentato una proposta di ordine del giorno poche settimane dopo le elezioni. La proposta era stata accettata ed il consiglio comunale si era espresso favorevolmente il 30 luglio. A quel punto anche il consiglio dell’Unione, riunitosi il 13 settembre, aveva adottato un’analoga deliberazione e chiesto ai propri uffici di predisporre le necessarie modifiche statutarie.
“Appena hanno avuto un momento di tranquillità hanno provveduto” – ha spiegato il presidente Marco Bonatto Marchello – “Non era facile, oberati come sono dalle incombenze del PNRR”.
La Conferenza dei Sindaci aveva esaminato il nuovo regolamento il 24 gennaio di quest’anno, convenendo sull’opportunità delle modifiche e dando mandato a Bonatto Marchello di portarle in approvazione nella prima seduta utile.
A spingere verso la revisione dello Statuto è stata anche una sentenza emessa nello scorso mese di giugno dal TAR Piemonte: riguardava la Valle di Susa ma il principio affermato ha validità generale.
Ad illustrare gli articoli oggetto di modifica è stato il segretario dell’Unione Marco Balagna, che ha anche spiegato come, aumentando il numero dei consiglieri da 8 a 18, sia opportuno portare gli esponenti della Giunta da 4 a 5 oltre al presidente e come si sia approfittato della revisione in corso per semplificare le procedure nel caso in cui uno dei comuni volesse uscire dall’ente: quando cinque anni fa Ceresole aveva deciso in tal senso erano emerse delle criticità.
Il sindaco di Ingria, Igor De Santis, e quello di Pont, Paolo Coppo, hanno fornito delle spiegazioni sul perché all’epoca in cui venne costituita l’Unione Valli Orco e Soana fosse stata scelta una formula tanto infelice.
“Ci fu una concertazione tra UNCEM e presidenti delle Unioni” – ha detto De Santis – “e questo modello venne preso come riferimento un po’ da tutti. Non era una scelta contro le minoranze ma piuttosto il tentativo di trovare una forma snella in un momento di difficoltà”.
Coppo ha fatto presente come, in un consiglio di 33 persone (i comuni allora erano 11), spesso venisse a mancare il numero legale, mentre ora, con 18 consiglieri, ne basteranno 10 perché la seduta sia valida.
Alberto Giovannini Luca, l’unico esponente di minoranza presente (l’altra, Roberta Recrosio, aveva problemi di lavoro), ha sottolineato i vantaggi di una rappresentanza più capillare sul territorio.
Secondo quanto ha spiegato Balagna, i diversi comuni dovrebbero riuscire a fare le nomine entro la prima decade di marzo, in modo che il nuovo consiglio si possa insediare in aprile.
Una cosa dovrà fare l’Unione ora che le riunioni saranno più affollate: cambiare sala! Quella attuale – situata al secondo piano del palazzo comunale di Pont, nell’ala in cui aveva sede un tempo la scuola elementare – è accogliente e calda ma davvero troppo piccola. Con 6 consiglieri (il sindaco di Ronco era in videocollegamento) e 5 spettatori c’era il problema di come sistemare tutti! Meglio tornare alla vecchia sala consiliare del Comune, meno accogliente ma più capiente…
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