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21 Febbraio 2025 - 10:14
Alta tensione al Politecnico di Torino: scontri tra studenti e polizia
Una giornata di alta tensione ha scosso il Politecnico di Torino, teatro di una protesta studentesca contro l’arrivo del ministro degli Esteri Antonio Tajani in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Un gruppo di manifestanti, appartenenti a collettivi studenteschi, ha cercato di avvicinarsi all’aula magna Giovanni Agnelli, ma è stato bloccato da un cordone delle forze dell’ordine, dando vita a momenti di tensione.
I dimostranti, circa una ventina all’interno dell’ateneo, hanno esposto uno striscione con la scritta “Via i signori della guerra dall’università”, contestando le politiche governative sulla crisi in Gaza. All’esterno, un altro gruppo di manifestanti ha presidiato i cancelli, mentre gli agenti di polizia hanno presidiato l’ingresso per impedire che la protesta degenerasse.
L'episodio ha suscitato una dura reazione da parte della vicepresidente e assessore al Diritto allo Studio Universitario della Regione Piemonte, Elena Chiorino, che ha parlato di un’occupazione “vergognosa e intollerabile”. “Questi delinquenti mascherati da studenti non solo si oppongono a una figura istituzionale, ma minano anche il diritto di tutti gli studenti a partecipare a un dialogo civile”, ha dichiarato Chiorino, ribadendo che “non ci faremo intimidire da chi vede nella protesta un pretesto per offendere e delegittimare le istituzioni”.
Le parole dell’assessore si inseriscono in un contesto di crescente tensione tra politica e movimenti universitari, soprattutto in un periodo in cui il dissenso studentesco nei confronti delle politiche governative sta guadagnando visibilità. Chiorino ha inoltre espresso solidarietà al rettore del Politecnico, Stefano Corgnati, sottolineando che l’università non può essere ostaggio di frange estremiste.
Proteste politecnico Torino
Sempre a Torino, nella stessa giornata, un’altra controversia ha animato l’ambiente accademico. I militanti del gruppo di estrema destra Avanguardia Universitaria hanno affisso uno striscione nei pressi della Facoltà di Medicina con la scritta “XY=maschio, XX=femmina”, in segno di protesta contro l’avvio delle lezioni del corso Queer Studies al Campus Einaudi.
Il portavoce del movimento ha dichiarato che “l’assegnazione dei sessi alla nascita su base cromosomica è una verità inconfutabile della biologia” e ha accusato l’università di piegarsi a una presunta “deriva woke”. L’episodio ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo accademico, con docenti e studenti divisi tra chi difende la libertà di espressione e chi denuncia un tentativo di intimidazione ideologica.
I recenti eventi al Politecnico di Torino e al Campus Einaudi riflettono un clima di crescente polarizzazione all’interno degli atenei italiani, dove il dibattito su tematiche politiche e sociali si scontra sempre più spesso con azioni di protesta e reazioni istituzionali severe.
Da un lato, i collettivi studenteschi rivendicano il diritto a esprimere dissenso su questioni di rilievo nazionale e internazionale, come la crisi in Medio Oriente; dall’altro, le istituzioni e alcune forze politiche denunciano un’escalation di atteggiamenti definiti “intolleranti e violenti”, che rischiano di compromettere il ruolo dell’università come spazio di confronto e formazione. Nel frattempo, il ministro Tajani ha proseguito il suo intervento senza incidenti ulteriori, ma la frattura tra le parti appare tutt’altro che ricomposta.
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