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Stazione di Chivasso, imboscata del centrosinistra all'assessore di Forza Italia: "Ma tu pensavi solo ai cuoricini, cuoricini..."

Dopo quello di Castello & co. sulla mensa e sul dormitorio, ora il cortocircuito è tutto degli azzurri...

Stazione di Chivasso, imboscata del centrosinistra all'assessore di Forza Italia: "Ma tu pensavi solo ai cuoricini, cuoricini..."

Stazione di Chivasso, imboscata del centrosinistra all'assessore di Forza Italia: "Ma tu pensavi solo ai cuoricini, cuoricini..."

Tu mettevi solo cuoricini, cuoricini/ Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini/ Ma dove scappi senza cuoricini, cuoricini/  Per l'autostima cuoricini, cuoricini...

Alzi la mano chi non ha nelle orecchie il ritornello della canzone che i Coma Cose hanno portato all'ultimo Sanremo.

I cuoricini sono dappertutto, con tutti o quasi alla costante ricerca di collezionarne il più possibile sotto un post, una storia, un reel...

Ma la domanda è: nella vita pratica, di tutti i giorni, quella in cui bisogna essere un duro anche solo per essere un pendolare, ci vogliono più cuoricini o più idee chiare?

La canzone dei Coma Cose

È la domanda che ci rimbalza in testa da ieri, a cui la risposta è ovviamente scontata - per noi - e che sembra la colonna sonora perfetta per descrivere l’ultimo, caotico, cortocircuito della politica chivassese: dopo quello del centrosinistra sulla mensa scolastica e sul dormitorio, è toccato a Forza Italia andare nel pallone. Sentite un po' qua.

Al centro della scena, la stazione ferroviaria di Chivasso, da anni in condizioni tutt’altro che lusinghiere e recentemente balzata agli onori della cronaca per un allagamento nel sottopasso, per le pensiline da terzo mondo, per il degrado sociale che regna sovrano e chi più ne ha più ne metta. Basta cercare le notizie nel web per rendersene conto.

Lo sanno bene il sindaco Claudio Castello (centrosinistra) e la sua squadra, che a più riprese hanno invocato un intervento deciso di RFI e del Ministero delle Infrastrutture, senza però riuscire a ottenere risultati concreti. E lo sanno anche gli esponenti dell’opposizione di centrodestra, impegnati a raccogliere firme e a ottenere qualche successo sul fronte della sicurezza, come il consigliere Bruno Prestìa che, con una petizione, ha convinto la Polfer a portare due agenti in più per vigilare sulla stazione.

Ieri, mercoledì 19 febbraio, la consigliera comunale e di Città Metropolitana Clara Marta (Forza Italia) ha pensato di organizzare un incontro con l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi e RFI proprio in loco, a Chivasso. Per dare una sterzata alla situazione, non c'è dubbio.

Un’occasione che, sulla carta, doveva permettere a Forza Italia di mostrarsi risolutiva e ottenere quei “like” tanto agognati in tempo di social – “Cuoricini”, appunto, come canterebbero i Coma Cose.

Peccato che, invece di limitarsi a un sopralluogo in salsa azzurra, Marta o chi per lei abbia allargato l’invito al sindaco Claudio Castello (con cui i "cuoricini" recentemente sono ai massimi livelli come dimostra il caso delle votazioni per il presidente del Consiglio comunale, ndr) e ai vari primi cittadini del territorio, compresa la “zona omogenea 10” della Città metropolitana di Torino.

Senza, però, di tutto questo, informare l'assessore regionale... Che ieri, appena è arrivato in stazione, è cascato dal pero!

La visita di Gabusi ieri a Chivasso

Aprire le porte a tutti, di per sé, non è certo un difetto. Eppure, così facendo, l'assessore regionale Gabusi, dello stesso partito di Marta, si è ritrovato al centro di un circo istituzionale dove ognuno lamentava qualcosa di diverso alla Regione Piemonte: dal degrado dei sottopassi alla riapertura delle linee ferroviarie sospese, passando per le vetrate rotte e l’insicurezza cronica della stazione.

Il risultato?

Gabusi ha portato pazienza per un po', ha incassato tre domande pesanti come macigni da parte di Castello e, un attimo prima che intervenissero gli altri sindaci accorsi in stazione e alla biblioteca Movimente dove s'è poi tenuto il meeting istituzionale, ha deciso di congedarsi in fretta e furia: “Mi dispiace, ma ho un altro impegno e me ne devo andare”. Lasciando, di fatto, gli altri azzurri che pur c'erano, con il cerino in mano.

La scelta di Gabusi di andarsene ha spalancato la porta alle interpretazioni più spietate.

C’è chi parla di un assessore furibondo per "l'imboscata" organizzata ad arte dal centrosinistra e chi dà la colpa all’improvvisazione della consigliera Marta.

Fatto sta che la passerella di Forza Italia – nella speranza anche di raccogliere consensi social – si è tramutata in un fuoco di fila di critiche e recriminazioni, con i sindaci del territorio che hanno colto la palla al balzo per mettere l’assessore regionale di fronte alle mancanze della Regione Piemonte sui trasporti.

A gongolare, in tutto questo, sembra proprio il centrosinistra.

Castello, invitato quasi per caso, ha colto l’occasione per portare il maggior numero possibile di primi cittadini della zona, ciascuno con il proprio “dossier” di problemi da scaricare sulla scrivania di Gabusi.

L’assessore, di fatto, si è ritrovato impreparato a rispondere a una valanga di questioni rimaste in sospeso da anni

Sul piano dei risultati tangibili, Gabusi ha rilanciato con la promessa, ottenuta da RFI, di velocizzare i lavori sulle pensiline (richiederanno ancora dai quattro ai cinque mesi, ndr) e di risolvere le infiltrazioni d’acqua nel sottopasso. Un contentino che non sembra aver soddisfatto nessuno - nemmeno lo stesso assessore -, ma che almeno sancisce un impegno formale, se non altro per riparare a quel degrado che i chivassesi subiscono ogni giorno.

Il resto è cronaca di un pomeriggio nato per fare pubbliche relazioni e finito con una passerella mancata.

Da un lato, Forza Italia e la consigliera Marta che, cercando i “cuoricini” social, hanno confezionato un incontro istituzionale troppo aperto, trasformato poi in un boomerang social. Dall’altro, un centrosinistra che ha colto la palla al balzo per incalzare l’assessore regionale e portare a casa visibilità. Oltre che "cuoricini".

Peccato che, nella vita reale, i problemi di una stazione in abbandono e la mancanza di risposte istituzionali non si risolvano con qualche pollice in su. E proprio mentre sui social impazza il botta e risposta, tra comunicati ufficiali e post velenosi (come quello dell’assessore Fabrizio Debernardi - toh ancora lui, figuratevi se si lasciava sfuggire l'occasione di commentare -), la sensazione è che la politica – quella vera, fatta di progetti, finanziamenti e cronoprogrammi – resti ancora su un binario morto.

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