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19 Febbraio 2025 - 18:45
AntiUcraini e filorussi a Chivasso: perché li deve pagare il Comune (cioè noi)?
Venerdì 21 febbraio alle 18 nella biblioteca “Movimente” il Comune di Chivasso presenta il libro del professor Diego Giachetti “Odio i lunedì. Con Vasco Rossi negli anni ‘80”. Dialoga con l’autore il professor Tullio Rapone. È il quarto appuntamento della serie “Quattro libri sul ‘900”. I tre precedenti incontri sono stati con gli storici Bruno Maida, Gianni Oliva ed Eric Gobetti, sempre in dialogo con il professor Rapone.
In Italia, e pure a Chivasso, purtroppo si parla tutti i giorni dell’aggressione russa all’Ucraina – un milione di vittime fra morti e feriti e circa 10 milioni di sfollati. E a me viene irresistibilmente da notare che alcuni degli studiosi invitati dal Comune appaiono, nei loro interventi di questi tre anni di guerra, se non proprio decisamente filorussi almeno piuttosto contrari all’Ucraina. Parteggiano per l’aggressore. Non Gianni Oliva, che è favorevole all’invio di aiuti militari all’Ucraina. E nemmeno Bruno Maida, che non ha preso posizione. Ma Eric Gobetti e Diego Giachetti sono decisamente degli antiucraini. Aggiungiamo che il conduttore di tutte e quattro le presentazioni, il professor Rapone, nei social non nasconde la sua antipatia per l’Ucraina. Per giunta ai dibattiti non viene mai invitato ufficialmente uno storico che la pensa diversamente, in modo da dar vita a una vera discussione fra esperti.
Gli incontri si tengono presso la biblioteca Movimente di Chivasso
Nel sito “Sinistra in rete” del 6 aprile 2024, Diego Giachetti afferma: “l’invasione è stata preparata e provocata dalle decisioni di politica estera statunitensi, dalla Nato e da alcuni Paesi europei. Lo scopo della politica estera americana è di condurre e continuare una guerra, assegnata per procura all’Ucraina, contro i russi per indebolirli, favorire un cambio di regime ecc.” Siamo alle solite: la Russia è l’aggressore, MA… in fondo ha ragione.
Nell’“Osservatorio Balcani Caucaso” del 13 dicembre 2024, Eric Gobetti osserva: “l’Ucraina ha sviluppato un modello nazionalista esclusivo. A causa di una specifica dinamica storica che somiglia parzialmente a quella croata, tra i riferimenti storici e culturali dell’identità ucraina rientrano anche i collaborazionisti dei nazisti Bandera & co… il nazionalismo ucraino “esclusivo” e quello russo “inclusivo” [sono] due facce della stessa medaglia”. Insomma, i Russi sono nazionalisti, ma gli Ucraini oltre che nazionalisti sono anche un po’ nazisti…
Quanto al professor Rapone, copritevi bene se aprite la sua pagina Facebook, perché vi tira un ventaccio siberiano. Proprio in questi giorni il professore critica il presidente Mattarella per il suo discorso di Marsiglia, giudicato ingiusto verso la Russia: “il paragone fra Russia e nazismo è davvero inaccettabile”. E perché è inaccettabile? Perché, tanto per cominciare, “antisemitismo, pianificazione a tavolino dello sterminio, esaltazione della guerra ecc., sono elementi estranei alla Russia di oggi”. Come no? L’assalto all’aereo “ebreo” nella capitale del Daghestan russo (dicembre 2023) cos’è se non antisemitismo?
Circa la “pianificazione dello sterminio”, che cosa è il bombardamento sistematico di città, abitazioni, centrali elettriche, ospedali, scuole, che cos’altro è se non una guerra di sterminio di un intero popolo? Quanto al “militarismo”, basta leggere qualche passo del discorso di Capodanno di Putin: “In questa notte di Capodanno, i pensieri e le speranze delle famiglie, dei cari, di milioni di persone in tutto il territorio russo, accompagnano i nostri soldati e i loro comandanti. Voi siete dei veri eroi, voi che oggi svolgete i vostri doveri militari, difendete la Russia e garantite al nostro popolo solide basi di pace e sicurezza”. Con un’avvertenza: i soldati russi non combattono entro i confini della Russia per “difendere” il proprio popolo da un’aggressione, come potrebbero far credere le parole di Putin. Combattono sul suolo ucraino dopo averlo invaso e sparato ad alzo zero pure sui civili. Niente militarismo, caro Rapone?
Se questi dialoghi con l’autore si svolgessero in casa del professor Rapone non ci sarebbe nulla da dire. Però avvengono nella biblioteca comunale, col patrocinio del Comune, e a spese nostre, anche dei contribuenti che non sono filorussi. Ma forse, in un governo di coalizione come quello chivassese, bisogna pur concedere qualcosa un po’ a tutte le componenti. E il professor Rapone non è un cittadino qualunque: è un sostenitore di Sinistra italiana, che a Chivasso è in giunta. È il riferimento intellettuale di quell’area politica. Forse il sindaco Castello, per quieto vivere, ha appaltato un po’ di cultura chivassese al partito più antiucraino e filorusso della coalizione… Ma perché a spese nostre?
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