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18 Febbraio 2025 - 22:28
Alberto Cirio
Nell’Aula del Consiglio regionale, la maratona di tre giorni per l’approvazione del bilancio di previsione 2025-2027 è partita col piede giusto: dopo otto ore di discussione, consiglieri esausti, carte ovunque e tanta retorica, il nulla cosmico. Non un voto, non un articolo approvato, non un passo avanti. E pensare che il Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr) 2025-2027 e la relativa nota di aggiornamento, passaggi fondamentali per procedere all’esame del bilancio, avrebbero dovuto essere già stati affrontati. Ma si sa, chi va piano va sano e lontano.
La minoranza ha scatenato la propria artiglieria pesante: 1.700 emendamenti, più di quanti siano gli abitanti di alcuni paesini piemontesi, tanto per rendere l’idea. Questione pregiudiziali sollevate, richieste di nuovi punti all’ordine del giorno, tutto pur di rendere il percorso più accidentato di una mulattiera.
Ma il centrodestra non si è fatto intimidire.
La reazione? Negare la pausa per ricevere una delegazione di 'Non una di meno', in presidio fuori da Palazzo Lascaris contro il Fondo vita nascente, cioè il finanziamento regionale alle associazioni antiabortiste. Il messaggio è stato chiaro: piuttosto che concedere udienza alle manifestanti, meglio restare chiusi in Aula a guardarsi in cagnesco e proseguire nell’arte del nulla di fatto.
E visto che il tempo è denaro, ma evidentemente non per il Consiglio regionale, la seduta è stata tolta con un’ora di anticipo rispetto alla chiusura prevista. Sia mai che qualcuno, per errore, riuscisse a prendere una decisione. I lavori riprenderanno domani mattina, ma entreranno nel vivo solo quando dietro le quinte maggioranza e opposizionitroveranno un’intesa su come procedere. Tradotto: quando si accorderanno su quanto allungare il brodo prima di arrivare al dunque.
Appuntamento quindi a domani, con un nuovo episodio della soap opera politica che ha tutto: intrighi, colpi di scena e tanta, tantissima suspence. Se non altro, per chi riesce a seguirla senza addormentarsi.
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